lunedì 28 gennaio 2008
Pubblicazione delle nostre ricerche sulla "Colonna Pizzuta" di Noto(SR)
La Colonna Pizzuta è uno dei monumenti, dal fascino archeologico e paesaggistico, che arricchiscono la campagna netina.
Questa particolare opera sorge in contrada Pizzuta a 1,5 Km circa da Noto Marina.
E’ una colonna formata da massi ben squadrati che si erge sopra una base di quattro gradini alta 1,67 m. con un diametro di base di 3,79 e un altezza di circa 10,50 m.
Questa colonna, ubicata in un luogo ben visibile dal mare, dalla città greca di Eloro e dalle terre del fiume Tellaro, ha sempre acceso la fantasia di numerosi studiosi.
Sono state avanzate diverse ipotesi per svelare il suo mistero.
Alcuni pensano che sia riconducibile ad un monumento costruito per ricordare la battaglia di Eloro, oppure la battaglia dell’ Asinaro combattute nel 492 e nel 413 a.C. Sotto la colonna, infatti, è stata scoperta una camera che poteva servire come fossa funebre per raccogliere ossa cremate di guerrieri caduti in battaglia.
Per svelare il mistero il grande archeologo Paolo Orsi scavò nella zona. Gli scavi misero in luce che la Pizzuta” si innalza al centro di una platea rettangolare, su cui si apre una fossa; una gradinata scavata porta in una stanza funebre rettangolare.. La stanza è chiusa da una porta monolitica munita di cardini di ferro impiombati.. Nella stanza ci sono tre letti ricavati nella roccia. Sui letti sono posizionati due cadaveri uno dei quali tiene nella mano una moneta di Jerone II”. La moneta e i vasi scoperti collocano, secondo Paolo Orsi, alla seconda metà del sec. III la costruzione della stanza funebre. L’Orsi avanzò, quindi, l’ipotesi che sul finire del III secolo una ricca famiglia di Eloro aprì questo sontuoso monumento per magnificare il culto dei suoi morti, collegandolo con la colonna Pizzuta.
Altri studiosi, osservando bene la tecnica di costruzione, ritengono la colonna, invece, una costruzione di epoca romana. La colonna non sarebbe altro che una pietra terminale con il duplice scopo di segnare il termine della via Elorina e i confini fra il regno di Gerone e i possedimenti del Popolo Romano. La sua costruzione va quindi ricercata fra il 263 e il 213 a.C. A stimolare tale ipotesi si aggiunge un fatto: la base della colonna è orientata in maniera perfetta, e ogni lato sta ad indicare in maniera esatta i quattro punti cardinali.
Infine, qualcuno mette in luce che la colonna potrebbe essere tutte tre le cose: un monumento costruito per ricordare le famose battaglie combattute in epoca greca, che successivamente una ricca famiglia della zona utilizzò per collegarlo al culto dei suoi morti, e che infine venne sfruttato in epoca romana come lapis (pietra Terminale).
Parte della mappa telegrafica del Regno delle Due Sicilie in cui viene segnalato il telegrafo ottico della "Pizzuta di Noto"
Epigrafe che riporta la ristrutturazione del monumento da parte di Ferdinando di Borbone.
La cosa interessante e che gli unici restauri della Pizzuta sono stati fatti nel XVIII sec. e nel 1851 cioè nel periodo Borbonico. Il restauro della colonna è sicuramente dovuto alla grande sensibilità della dinastia Borbonica verso il patrimonio culturale del Regno delle Due Sicilie, ma oggi si avanza un ipotesi sul motivo del restauro in epoca borbonica. Davide Cristaldi studiando una cartina sui telegrafi ha avanzato la possibilità che la torre Pizzuta fu sede di un telegrafo ottico come si evince chiaramente dalla cartina. Generalmente questi telegrafi erano posizionati nello spazio interno di una torre, spazio utilizzato per ospitare le macchine ed i telegrafisti, con delle finestrelle rivolte verso i telegrafi adiacenti. Nella colonna non c’è questo spazio, è possibile però che c’era una postazione telegrafica montata in un impalcatura adiacente.
Fatto sta che questo telegrafo era molto importante perchè da “Torre Pizzuta” si mettevano in collegamento diversi telegrafi adiacenti tra cui: Noto – Floridia – Spaccaforno e Capopassero.
Questa è solo una supposizione, una ipotesi che ricerche future potranno confermare o non confermare. La cosa importante è che darà alito ad altre discussioni storiche sul “Mistero della Pizzuta”.
Davide Cristaldi
Corrado Arato
Comitato Storico Siciliano -Noto
Etichette:
cultura,
sicilia borbonica
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