mercoledì 28 novembre 2007

Grandi pulizie nella Casa delle Libertà

Adesso si vuole far davvero cadere il governo


La situazione politica in Italia si fa critica dopo la mossa a sorpresa del centrosinistra delle massonerie, che con la realizzazione del metanodotto GALSI(di cui abbiamo già parlato nell'editoriale Ancora manovre politiche) sta tentando nuovamente di bypassare ed isolare la Sicilia invece di allacciare semplicemente i giacimenti metaniferi all'esistente gasdotto che collega l'Algeria alla nostra regione.Il costo di tale subdola operazione è a carico di noi contribuenti(dunque anche ai siciliani) e costerà la bellezza di 3 MILIARDI DI DOLLARI!In ogni caso la Sicilia è sempre più sotto la sfera di influenza russa, ma un grosso nodo verrà presto al pettine e questo nodo si chiama BASE USA di Sigonella. La base, denominata Hub of the Med, è talmente strategica che gli americani non si sognerebbero mai di perderla, perchè consente il dominio completo sul Mar Mediterraneo.Riteniamo che per la futura battaglia di Sigonella sia stata già mossa la prima pedina che consiste nella nomina del meridionale Ammiraglio Di Paola a Presidente del Comitato Militare della Nato.A quanto pare l'Amm. di Paola è di casa a Sigonella, peraltro il militare è un famoso sommergibilista.E proprio a Sigonella c'è il 41° stormo anti-sommergibile.(vedi altro articolo)http://www.paginedidifesa.it/2006/pdd_060274.htmlSigonella ed il nuovo metanodotto indurranno Berlusconi a far cadere definitivamente il governo, in quanto queste manovre rischiano di mettere in seria difficolta il processo di avvicinamento alla sfera di influenza russa, ma soprattutto mettono in difficoltà la politica delle infrastrutture siciliane, assolutamente necessarie per adeguare la Sicilia al nuovo assetto logisitico-economico dell'area euro-mediterranea.In questo nuovo scacchiere la Sicilia sarà l'hub delle merci e delle materie prime dell'Europa.

Ma prima si è reso necessario fare piazza pulita nella Casa delle Libertà, in Forza Italia, ma soprattutto liberarsi di Alleanza Nazionale, dato che Fini da un bel po di tempo sembra essere passato dalla parte dei massoni.E' proprio per questo infatti che Berlusconi ha deciso di finanziare il nuovo partito di Storace: LA DESTRA, nato esplicitamente per sostituire AN, in cui sono affluiti diversi esponenti di spicco di AN, tra cui Nello Musumeci e la Santanchè oltre che lo stesso Storace(ed altri si sposteranno in futuro).Proprio l'onorevole Santanchè ci indica cosa sia diventato Fini, infatti durante il congresso di presentazione del partito a Roma dice: ''Sono qui perché non potevo più subire le posizioni di chi - per legittimarsi agli occhi di una comunità politica-finanziaria-mediatica - arriva a giudicare il ventennio fascista addirittura come 'Il male assoluto' (riferendosi al viaggio di Fini in Israele)(vedi articolo)
  • Dunque Berlusconi ,dopo essersi assicurato il controllo della Lega, grazie ai famosi 70 miliardi dati a Bossi, in cambio dell'assoluta fedeltà(come è emerso dalle intercettazioni (vedi articolo) http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/cronaca/sismi-mancini-10/nuovi-arresti/nuovi-arresti.html
  • Dopo aver finanziato il partito dell'onorevole Raffaele Lombardo(MPA), d'altronde in Sicilia senza soldi non si cantano messe.
  • Dopo aver finanziato il partito di Rotondi(Democrazia per le Autonomie)- Dopo essersi assicurato l'appoggio di Mastella e Di Pietro(come anticipammo nel nostro editoriale: Il progetto infrastrutturale dell'attuale politica siciliana)
  • Dopo essersi appena assicurato l'appoggio dei socialisti di Boselli(che ha dichiarato di avere le mani libere per le votazioni sul welfare)(vedi articolo)
  • Dopo aver fondato il Partito del Popolo delle Libertà in sostituzione della vecchia "Casa"
Berlusconi è finalmente pronto a sferrare l'attacco finale al centrosinistra delle massonerie.L'UDC di Casini in realtà non è un vero problema, perchè dietro c'è il Vaticano che comunque è certamente ostile alla massoneria.L'unico scopo di Casini altro non era che farsi accettare all'interno del centrosinistra delle massonerie(facendo finta di criticare ed essere ostile a Berlusconi) per far implodere il governo dall'internoSiamo convinti che in questi giorni ne vedremo delle belle, nella speranza che il nuovo scenario sia ancora più favorevole allo sviluppo della nostra amata Sicilia.
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martedì 27 novembre 2007

Alla scoperta dei prodotti di eccellenza nel Val di Noto



Alla scoperta dei prodotti di eccellenza nel Val di Noto
Resoconto di una giornata presso il feudo Bufalefi dei Modica


Nei giorni scorsi in compagnia di ospiti venuti per scoprire il Val di Noto, si parla di prodotti d’eccellenza del nostro territorio e nasce il desiderio di apprezzare il Nero d’Avola. Oggi a Noto quando si parla di Nero d’Avola si pensa a Bufalefi: centro di produzione della DOC Eloro. Si telefona al proprietario e si va a Bufalefi, feudo della famiglia Modica che si trova in territorio di Noto, nelle immediate vicinanze dell’oasi naturale di Vendicari
Felice Modica e la moglie Flavia Franza fanno gli onori di casa e ci danno ospitalità all’interno della residenza di Bufalefi: l’atmosfera , la luce , i colori e la calda accoglienza dei Modica ci conquistano. Ci sediamo sul bellissimo terrazzino, da cui si gusta fino ai confini dell’orizzonte il feudo di Bufalefi, e all’ombra di un tetto di viti Felice Modica ci parla della storia di Bufalefi ma soprattutto del legame della sua famiglia per Bufalefi.

Il nome Bufalefi deriva dall’arabo, dove il prefisso Bu indica la paternità e rimanda al soprannome, ovvero al Kunya, il tecononimico onorifico frequente nella onomastica araba. Sono gli arabi a trasformare la Sicilia in un vero e proprio giardino, con loro infatti arrivano in Sicilia arance, limoni, gelsi, palme etc e il frazionamento della terra che consente una migliore coltivazione. Dell’ingegno arabo resta, a Bufalefi, un vecchio pozzo con una serie di cunicoli scavati nel tufo, esempio unico delle brillanti opere di irrigazione lasciate dagli arabi.
Il feudo di Bufalefi è esteso per 932 ettari e si divide in due parti: Bufalefi di Sotto che un tempo apparteneva alla famiglia Impellizzeri Baroni di S. Giacomo; Bufalefi di Sopra che apparteneva ai Rau Marchesi della Ferla. Nel 1675 Giuseppe Rau, sposa Isabella Impellizzeri a cui passerà la proprietà del mezzo feudo di Bufalefi. Sono gli Impellizzeri, signori di Bufalefi tra il XVII e XVIII secolo, a ricostruire a Bufalefi di Sotto il grande Casale distrutto dal terremoto del 1693 e il loro ricordo è inciso sulla campana della chiesa su cui si legge: D. Antonio Impellizzeri e Statela 1735. I Modica baroni di Meti, Santa Domenica e San Giovanni feudatari nel XII secolo, di origini normanne si legano a Bufalefi dalla fine del XVIII secolo, subentrando con una perpetua enfiteusi. Nel 1782 Antonino Modica è nominato arrendatario. In questo modo rileva alcuni terreni a Bufalefi di Sopra. I Modica con il feudo proprio non c’entrano eppure fin dal primo incontro nasce un’attrazione fatale per Bufalefi e la famiglia fa di tutto per ottenere la proprietà del feudo. Raggiungeranno l’obbiettivo sul finire dell’ottocento. Infatti alla fine dell’ottocento tutto Bufalefi , più l’ex feudo di Buonivini appartengono ad Antonino Modica Nicolaci. Da un documento del 1811: Bufalefi di Sopra risulta esteso per 487 ettari; Bufalefi di Sotto per 445 ettari, Benuini per 148 ettari. Si tratta di terreni molto produttivi, coltivati a grano, mandorli, olivi e vigne. Una parte è destinata alla caccia e questa sopravvive ancora oggi con macchia mediterranea, isola nel mare della serricoltura in plastica.







Oggi dopo duemila anni i mandorli, gli olivi e le vigne costituiscono le radici portanti del feudo. Le vigne presenti sono in grado di distillare nettari inimitabili. Le viti sono lasciate crescere a contatto con la terra per aumentare il grado alcolico e zuccherino. Alla vite segue ulivo che arricchisce questa terra da secoli con la sua magnificenza e un olio impregnato di profumo. Dalla tenuta di Bufalefi proviene la maggior parte dell’olio extravergine di oliva della sottozona Val Tellaro della DOP Monti Iblei premiato e molto apprezzato. Le mandorle sono: pizzuta, fascionello, romana prodotti insostituibili per le creazioni dolciarie.
Antonino Modica Nicolaci è il fondatore dell’attuale cantina costruita nel 1879. L’antico palmento è parte integrante del caseggiato settecentesco. Ad Antonino subentrano i figli Giovanni e Felice e poi nel novecento i fratelli Nino e Giovanna. La riforma agraria mette in ginocchio la famiglia Modica. Bufalefi è teatro di occupazioni contadine. Centosessantotto ettari vengono espropriati e come dice oggi Felice sarebbe interessante accertare in quali mani siano finite e quale spinta produttiva abbia fornito la riforma all’economia locale. Nino Modica cambia registro. Assistito da Cesare Leone e consigliato dalla madre comincia a meccanizzare i processi di produzione e raccolta e a diversificare le colture. Viene impiantato un frantoio moderno, la cantina si aggiorna con macchinari nuovi ancora funzionanti e si impiantano agrumeti. Si avvia la vendita del vino sfuso il sabato mattina lo si fa ancor oggi e la gente fa la fila per acquistare. Nonostante alcuni errori, malgrado la nuova legge sui patti agrari che abolisce la mezzadria Nino Modica riesce a mantenere il feudo con una dimensione di 300 ettari e indebitandosi pure. Bufalefi viene sempre prima di tutto.
Nel 2001 muore Nino e subentra Felice che con Bufalefi c’entra poco. Ma come dice lui, oggi, sono qui al mio posto. E’ stato il mestiere di imprenditore agricolo a scegliermi non il contrario. Confessa che fa del suo meglio e oggi produce olio DOP e vino DOC.
Vino che non era guardato di buon occhio in famiglia relegato fra le cose sconvenienti, vietato perché di troppo interesse; olio, lui che fino a 41 anni detestava l’olio d’oliva, perché come dice aveva conosciuto solo pessimi oli, cedendo al peggiore dei provincialismi: quello che porta a trascurare le proprie origini, a sottovalutare ciò che si ha e quindi a non capire ciò che si è. Chi non ama l’olio, dice, è perché non conosce l’olio buono. Oggi l’azienda è affiliata alla Corporazione dei Mastri Oleari. Ha una cantina dell’olio all’avanguardia e si sta rinnovando la cantina del vino. Si stanno automatizzando le coltivazioni tenendo però alta la qualità dei prodotti. Si colgono mandorle e olive e si ripristinano i vigneti. Tutto sotto la consulenza di grandi enologi e di eccellenti agronomi. Si vende in tutto il mondo e soprattutto si lavora duro. E principalmente come dice felice Modica l’entusiasmo che i figli Alessandro e Giulia mostrano per questa attività lascia credere che per qualche altra generazione ancora i Modica saranno legati a Bufalefi

Corrado Arato

Comitato Storico Siciliano



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venerdì 16 novembre 2007

Ancora manovre politiche

(il nuovo gasdotto italo-algerino e la caccia al poliziotto in Italia)


Due nuove pedine sono state mosse sulla scacchiera politica italiana, ormai campo di battaglia tra lo schieramento vicino alla Russia di Putin(centrodestra) ed il blocco anglo-americano(centrosinistra)Non è passato nemmeno un anno dai fatti di Catania in cui venne fatalmente a mancare un poliziotto.In quell'occasione la città di Catania fu interamente coperta di fango e messa alla gogna dai mezzi di informazione padani.E' inutile dire che in quei giorni difendemmo a tutto campo la città siciliana che non meritava la demonizzazione per lo sbaglio di un imbecille(che peraltro, dalle ultime indagini, sembra che non sia colpevole e che il poliziotto sia stato in realtà ucciso per errore da un'altra auto della polizia)

La coerenza e la coscienza pulita ci impongono di dire oggi che, per lo sbaglio di un poliziotto non si può infangare tutta la Polizia di Stato come stanno facendo colpevolmente i giornali di sinistra e come sta lasciando fare incredibilmente il governo. (L'Unità) (Repubblica) (Corriere della Sera)

Questa è una delle tante dimostrazioni che il centrosinistra delle massonerie, per motivi politici, non esita a compromettere un'Istituzione fondamentale come la Polizia, assolutamente necessaria invece per tutelare la democrazia del nostro paese.Non dimentichiamo che il Sindacato di Polizia si è giustamente opposto all'invio dell'esercito in Sicilia in quanto non si spiega come mai la Sinistra voglia improvvisamente finanziare una spedizione militare così onerosa, quando i fondi destinati alle questure, soprattutto al Sud non sono sufficienti nemmeno per le pattuglie ordinarie, figuriamoci per contrastare la mafia.Ci sono molti paesi in Sicilia in cui per le chiamate notturne al centralino molti si sentono rispondere che non c'è il personale.

Per curiosità, ci siamo andati a sfogliare le statistiche e abbiamo scoperto che il governo italiano ha già inviato l'esercito in Sicilia, in 6 occasioni:

1862 - Stato D'assedio (la cui brutalità fu denunciata persino da Crispi) 1863 - Stato D'assedio (Generale Govone)

1866 - Stato D'assedio (per la rivolta del 7 e mezzo)

1875 - Stato D'assedio (ventitre battaglioni di fanteria e bersaglieri; due squadroni di cavalleria; quattro plotoni di bersaglieri montati; 3.130 carabinieri e numerose altre forze sussidiarie, fra le quali principalmente guardie di pubblica sicurezza e guardie a cavallo)

1893 - Stato D'assedio (fasci siciliani)

1992 - Operazione Vespri siciliani (I piemontesi si sono nel frattempo civilizzati dunque non ci sparano più. Una curiosità, fu spedita in Sicilia la Divisione Garibaldi) che non servi a nulla men che meno a far scomparire la mafia, ma d'altronde si sapeva già che a Lor Signori non gli interessa, più che altro avevano bisogno in quel periodo di controllare militarmente la Sicilia in quanto si era verificata Tangentopoli e lo Stato accusava una perdita di potere che la Sicilia poteva sfruttare per togliersi dal collo il fiato del governo italiano. Stessa situazione in cui, guarda caso, ci troviamo oggi (un forte governo di centrodestra contro il centrosinistra delle massonerie al Governo nazionale) Le statistiche dicono dunque che 5 volte su 6, l'esercito in Sicilia fu inviato per spararci addosso ed 1 volta su 6 non risolvette il problema che si era prefisso

Ma il vero scopo dell'invio dell'esercito in Sicilia sappiamo essere meramente politico, come già scritto in un altro editoriale.L'unica cosa che si vuole contrastare non è la mafia ma l'entourage politico del centrodestra, ovvero mettere il fiato sul collo al Governo Autonomo della Sicilia, nel tentativo ultimo di impedirne l'adeguamento del comparto logistico-infrastrutturale.Impedire alla Sicilia di assumere una posizione internazionale di rilievo, che metterebbe in ombra quella delle decadenti regioni del nord.Temiamo che tale attacco alla Polizia per i fatti di Arezzo, serva a togliere voce in capitolo alla Polizia che si oppone all'invio dell'esercito in Sicilia, alla prossima discussione parlamentare in merito.Attendiamo l'evolversi degli eventi per ulteriori conferme.

Il Gasdotto Algeria-Sardegna-Toscana



E notizia di qualche giorno che D'Alema con qualche altro pezzo dell'entourage politico del centrosinistra è andato ad Algeri per firmare l'accordo sulla costruzione del metanodotto che collegherà l'Algeria alla Sardegna e di li sempre sott'acqua fino alla Toscana, scavalcando totalmente la Sicilia.Il gasdotto Galsi in cifre:Il progetto riguarda la realizzazione di un gasdotto da 1.470 chilometri, che collegherebbe Algeria e Italia con quattro tratte così suddivise:- Hassi R’mel - El Kala (in Algeria): 640 chilometri- El Kala - Cagliari (nel mar Mediterraneo): 310 chilometri- Cagliari - Olbia (in Sardegna): 300 chilometri- Olbia – Castiglione della Pescaia (mar Tirreno): 220 chilometriL’intervento attende dal 2001 la presentazione dello studio di fattibilità.Il progetto è del consorzio Galsi, che risulta formato da Sonatrach (l’azienda nazionale del gas algerino) e da una serie di società italiane tra cui Edison, Enel, due aziende controllate dalla Regione Sardegna, e la multiutility bolognese Hera.L’obiettivo è creare un gasdotto in grado di importare in Italia 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale (2 miliardi dei quali riservati alle esigenze della Sardegna, che oggi non è metanizzata).Il tempo di realizzazione ottimisticamente previsto è di tre anni.Le spese di costruzione ammontano all'astronomica cifra di 3 miliardi di dollari, come attesta un documento redatto dal Senato della Repubblica.

Ma perchè mai spendere una cifra così esorbitante se già esiste un gasdotto che passa attraverso la Sicilia?

Non sarebbe molto più economico e veloce, in questi tempi di alti costi e di penuria di gas, allacciarlo a quello che già passa sulla nostra Isola?Evidentemente il centrosinistra delle massonerie le sta tentando tutte pur di isolare logisticamente la Sicilia, ed utilizza la Sardegna come alter-ego della nostra regione.Oltretutto in Sardegna è presente la Saras, la società di raffinazione di Moratti uno dei famosi supersite petrolchimici, grande quanto quello di Priolo. (Forse è anche per questo che per l'Inter è iniziata una nuova stagione di vittorie..)La Sardegna, come ben sappiamo è governata da Renato Soru che appartiene allo schieramento del centrosinistra.Lo stesso Renato Soru che non sta alzando un dito per salvare gli agricoltori sardi in difficoltà economiche dall'avidità di quelle banche che si stanno prendendo le loro terre.

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giovedì 8 novembre 2007

Presto un boom dell'agricoltura in Sicilia?

(Il petrolio fa muovere le industrie e il pane fa muovere gli uomini)















Una delle grandi potenzialità inespresse della Sicilia è proprio l'agricoltura, i motivi sono vari ma se dobbiamo individuare quelli che ostacolano in
maniera soffocante questo settore, possiamo dire che essi sono:

1)Una politica agrifoba e filoindustriale del governo italiano, ma funzionale allo sviluppo del nord italia.
2)La globalizzazione, dunque l'impossibilità di competere con gli stati agricoli sudamericani e nordafricani a basso costo di manodopera...


La goccia che fece traboccare il vaso e che dimostrò in maniera definitiva la mancanza totale di interesse per il comparto agricolo del Meridione d'Italia si ebbe nel 1999, quando l'allora ministra Agnelli dell'uscente governo DINI, firmò una legge che consentiva alla FIAT del fratello di esportare i loro trattori verso il Marocco senza pagare alcun dazio doganale in cambio della libera importazione dal paese nordafricano di prodotti agricoli.Tale operazione distrusse in maniera definitiva tutte le speranze degli imprenditori agricoli meridionali che anzi speravano in un vero aiuto da parte del governo nazionale, il quale si era dimostrato buono solo per affossare la produzione agricola siciliana (ricordiamo gli incentivi per le arance mandate al macero)(Vedi il resoconto stenografico della discussione parlamentare)

Dunque una Agnelli che per salvare la fabbrica di automobili del fratello, distrugge l'economia meridionale?Questa è la prova che dal 1860 fino ad oggi i metodi settentrionali sono rimasti gli stessi.A causa di questa politica disastrosa, il famoso pomodoro di Pachino viene "rapinato" ai produttori all'infamante cifra di 25 centesimi al chilo per essere rivenduto nei centri commerciali del nord fino a 5 euro al chilo!E sapete qual'è proprio il punto di forza dei commerciali(leggasi minaccia)? "..altrimenti compriamo in Marocco!"Siamo però convinti che fino a quando non ci sarà un vero sviluppo dell'Agricoltura in Sicilia, non ci potrà essere nessun altro vero sviluppo nella nostra regione, sia logistico che industriale.Ma grazie a Dio i tempi cambiano, la ruota gira ed importanti novità si affacciano nel panorama politico-economico internazionale, che ci fanno diventare ottimisti per un futuro di buone prospettive economiche per la Sicilia ma anche per tutto il Sud continentale, per quanto riguarda il settore agricolo.Ma prima è necessario riflettere su alcuni fondamenti di economia.L'oro è da sempre considerato un bene di rifugio per gli investitori, perchè protegge dall'inflazione reale, ovvero qualla nascosta dagli indici ordinari(es. quelli basati sul famoso paniere che parlano incredibilmente di inflazione al 2% quando tutti sanno che i prezzi, dopo l'introduzione dell'euro sono più che raddoppiati)



(Il grafico indica come l'inflazione reale americana ed il valore dell'oro alla fine vanno sempre a coincidere.)

Inoltre questo vecchio articolo di Repubblica Finanza, ci conferma che oro e terreni agricoli spesso si rivelano beni di rifugio durante le crisi dei mercati borsistici, situazione che stiamo vivendo attualmente.
Ma se l'oro dal 2001 è passato da 250 dollari l'oncia agli attuali 800, superandoli





significa che l'inflazione reale sta viaggiando con valori oltre il +50% annuo, ma questo dato non ci soprende perchè in fin dei conti tutti ce ne siamo accorti che i conti non tornano, facendo la spesa al supermercato.Se ancora non siamo finiti in mezzo alla strada è stato grazie alle merci cinesi mantenute basse dal costo della manodopera di tipo schiavista.E se il governo cinese svaluta continuamente la sua moneta per mantenere basse le sue merci, nulla può fare contro il caro-petrolio, uno dei fattori che spinge all'insù in maniera insostenibile anche il costo del noleggio delle mega-portacontainer, come già anticipato in un nostro editoriale.A questa insostenibile situazione economica si aggiunga l'incredibile aumento dei prezzi delle materie prime alimentari, come il grano che in poco tempo ha subito aumenti fino al 40%
Probabilmente questo vortice inflattivo è dovuto, oltre alla pilotata svalutazione del dollaro (ormai prossimo al suo crollo definitivo) alla iniezione di una massa abnorme di liquidità versata nel mercato interbancario per salvare gli istituti di credito(si parla di più di mille miliardi di dollari) dalla famosa "Crisi dei mutui Subprime"Chi ne pagherà le conseguenze saranno ovviamente i consumatori finali che vedranno petrolio e pane sempre più cari.Ma un aumento cosi imponente del costo del grano e dei prodotti agricoli potrebbe essere una forte spinta economica per le regioni del Sud Italia, i cui costo dei prodotti agricoli sono ingiustamente mantenuti bassi sia dalla speculazione padana sia dalla spietata concorrenza straniera.Ecco perchè fino ad oggi i siciliani hanno dovuto abbandonare le campagne ed emigrare, mentre Parma diventava la Capitale Europea dell'Agroalimentare....Se il grano continuerà ad aumentare è molto probabile che ritorni ad essere remunerativo coltivarlo in Sicilia, ma non solo il grano.Rivedremo finalmente coltivate e non abbandonate, le campagne siciliane proprio come durante il Regno delle Due Sicilie?Noi lo speriamo e siamo anche sicuri che molto presto saliranno vertiginosamente i prezzi dei terreni agricoli in Sicilia e possederne uno potrebbe essere un ottimo investimento, a patto che lo si metta a coltivazione.Vedi le tabelle del prezzo dei terreni agricoli in Sicilia del 1992 e 2003(ultimo anno di rilevazione)Siamo convinti che soprattutto i terreni della provincia di Ragusa beneficeranno di questi aumenti sia per le vicinanze del costruendo hub logistico aeroportuale di Comiso sia perchè le serre della zona costiera ragusana non necessitano di costosi riscaldamenti in inverno.La latitudini siciliane fanno crescere i pomodori pure con il sole invernale.


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