lunedì 31 dicembre 2007

Da una nostra lettera pubblicata da Maurizio Blondet su Effedieffe.


In risposta all'ottimo articolo del'ex giornalista di Avvenire, "NordItalia ridicolo e disperato" abbiamo inviato una lettera che ci è stata pubblicata il 23/12/2007 13:30
(non è la prima volta che Blondet ci pubblica)

Apprezziamo molto il Direttore Blondet, il quale pur se a volte si è lasciato andare in critiche eccessive nei confronti del Sud(dovute più che altro ad una scarsa conoscenza delle nostre contrade) è diventato molto popolare grazie alle sue intuizioni di carattere politico ed economico ispirate al tradizionalismo cattolico, che proprio per questo motivo mettono d'accordo tutti.
Ciò conferma quanto noi diciamo da sempre, ovvero gli uomini devono unirsi nel cattolicesimo mettendo in secondo piano le ideologie e la politica che provocano sempre contrasti e litigi anche se all'interno della stessa corrente di pensiero.
Ecco quindi l'unico modo che hanno gli ex popoli delle Due Sicilie per diventare compatti e vincenti ed essere in grado di affrontare le sfide politiche ed economiche del futuro.

"Gentile Direttore,
sapevo che l'aria buona delle campagne viterbesi le avrebbe fatto vedere con un'occhio diverso la città di Milano.Oggi lo stato si comporta con i cittadini come (e da come anche lei nota, probabilmente peggio) la mafia nei confronti dei cittadini meridionali.Non crede che questo problema sia sempre dovuto alla secolarizzazione della società?Io penso che mettere lo Stato in primo piano rispetto a Dio è altresì dannoso per gli uomini.Probabilmente l'origine di questa "malattia" deve essere nel pensiero giacobino il quale fece molto più presa al Nord Italia che al Sud, dove fu anzi apertamente combattutto come avvenne durante la Repubblica Napoletana(vedi Armata della Santa Fede del Cardinale Ruffo) ed il brigantaggio del periodo post-unitario.Ecco un estratto del testo del giuramento[1] dei briganti al capo-colonna, rinvenuto nel corpo esanime di Carmine Crocco: "Promettiamo e giuriamo di sempre difendere con l'effusione di sangue Iddio, il sommo pontefice Pio IX, Francesco II, re del regno delle Due Sicilie, ed il comandante della nostra colonna degnamente affidatagli...".Ed ancora: "Il presenta atto di giuramento si è da noi stabilito volontariamente a conoscenza dell'intiera nostra colonna tutta e per non vedersi più abbattuta la nostra santa Chiesa cattolica romana, e della difesa del sommo pontefice, e del legittimo nostro re. 20 agosto 1862".Da queste frasi si nota subito che persino i famosi briganti, che erano i partigiani delle Due Sicilie, mettevano in primo piano la Chiesa rispetto alla monarchia e quindi allo stato.D'altronde il motto del Regno delle Due Sicilie era proprio "Dio, Patria e Re".Lo stato italiano nato nel 1861 è figlio del pensiero giacobino perchè la scusa dell'eccessivo potere temporale della Chiesa era solo il pretesto per far si, in realtà, che lo Stato si sostituisse alla Chiesa.Una subdola dimostrazione ce l'abbiamo quando Vittorio Emanuele sposta la sua residenza a Roma occupando il Quirinale(oggi vi abita il presidente della Repubblica...) che invece era da secoli la residenza dei Papi(tra tutti bei palazzi che ha Roma proprio li dovevano trasferirsi?).Urge creare una nuova armata della Santa Fede, con la forza della Croce e con la semplicità delle vecchiette che recitano il Rosario."

[1]Il giuramento completo è scaricabile qui.
E possibile saperne di più scaricando qui il libro "Il Brigantaggio nelle provincie napoletane - Relazione dei deputati Massari e Castagnola - colla legge sul brigantaggio - Milano, Fratelli Ferrario - 1863"


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Finalmente restaurato il Quartiere Militare Borbonico di Catania.

(sarà inaugurato in occasione della mostra itinerante "IN IMA TARTARA")

“Festeggeremo la restituzione alla città dell'ex Quartiere militare Borbonico, uno spazio prestigioso recuperato alla cultura, con una mostra reduce da uno straordinario successo internazionale nella patria stessa dell'archeologia”. Così il vicepresidente della Regione Siciliana e assessore ai Beni Culturali, Lino Leanza, ha inaugurato sabato 15 dicembre a Catania l'ex Quartiere militare Borbonico, noto anche come Manifattura Tabacchi.L'importante edificio, come se ne trovano altri nel Sud (es. quello di Casagiove, nei pressi di Caserta) fu realizzato dai Borbone per combattere le rivolte settarie e liberali che scoppiarono con la costituzione del Regno delle Due Sicilie (22 dicembre 1816) e la rivolta catanese del 1821, la struttura sorse tra le attuali via Garibaldi e piazza San Cristoforo su progetto redatto nel 1828 dall'ingegnere Mario Musumeci. I prospetti neoclassici, del 1831, si devono invece all'architetto Salvatore Zahra Buda.
La restituzione alla città di questo importante monumento segna un importante passo per l'ormai inarrestabile rivalutazione storica dell'epoca borbonica e del Regno delle Due Sicilie.

Per questo l'importante edificio dal 15 dicembre sarà sede del Museo Archeologico di Catania

L'inaugurazione sarà anche l'occasione per assistere alla mostra itinerante "IN IMA TARTARA" in cui saranno presentati 92 reperti archeologici dall'età del rame a quella del bronzo provenienti dalle grotte di scorrimento lavico dell'Etna e che ha già riscosso un grande successo nelle tappe di Grecia e Creta.

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venerdì 21 dicembre 2007

Anche la Sicilia avrà la sua Cinecittà

Nasce CineSicilia S.r.L

Un'anno fa l'assessore per la coesione e lo sviluppo territoriale Gianfranco Micciché, aveva annunciato che erano partiti in Sicilia i lavori di costruzione dei nuovi studios che avrebbero fatto concorrenza a quelli romani ed agli stessi americani perchè la Sicilia presenta dei territori molto simili a quelli californiani, dove vengono girati moltissimi film che vediamo nelle sale cinematografiche.

Adesso i lavori sono finalmente ultimati.

Ciò conferma il progressivo interesse manifestato nei confronti della Sicilia non solo dal punto di vista logistico, ma anche in altri settori come quello cinematografico che porterà sicuramente ricchezza e posti di lavoro nell'indotto che sicuramente si creerà.

Ma non sottovalutiamo nemmeno la possibilità che si vengano a creare quelle condizioni che portino finalmente a fare dei film fatti da siciliani pensanti.
Vedremo presto dei film che magnifichino le gesta di Canepa, Castrogiovanni, Giuliano o magari sulla rivolta del 7 e mezzo a Palermo(1866) o sul brigantaggio post-unitario?

Staremo a vedere, nel frattempo ci godiamo questa buona notizia.

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Prosegue la manovra di avvicinamento al Mediterraneo della Russia


Anche la Grecia dunque fa grandi affari con Putin, ma ne avevamo già parlato nei nostri editoriali "Perchè non ci molleranno mai - seconda parte" e "Sugli strani incendi di Canneto di Caronia"
Il gasdotto da 10 miliardi di dollari, ribattezzato "SouthStream" partendo dalla città russa sul Mar Nero, Novorossyisk, passerà attraverso la nazione ellenica, ed avrà un terminal ad Alexandroupolis, ma servirà a portare il gas nel Sud Italia, precisamente a Bari.

Il 18 dicembre, lo stesso presidente Putin, dopo un incontro con il primo ministro greco Costas Karamanlis, annuncia che la Grecia raddoppierà i consumi di gas russo entro il 2016 inoltre è stata messa la firma per un contratto di fornitura fino al 2040.

A questo accordo, si aggiunge peraltro l'acquisto di sofisticati mezzi militari corazzati russi che "rompe" il patto NATO il quale impone per i paesi membri dell'Alleanza Atlantica di acquistare esclusivamente le forniture militari indicate(sempre americane)



Insomma, se la piccola Grecia ha capito che è molto meglio mettersi sotto la sfera di influenza russa perchè non dovremmo farlo anche noi?
E' la Russia infatti il paese che oggi detiene le maggiori riserve di gas metano, il quale ormai da tempo ha sostituito il petrolio(sempre meno disponibile per l'esaurimento dei giacimenti e per le tensioni geopolitiche nei paesi di produzione) nel riscaldamento domestico e poi quasi tutte le centrali elettriche funzionano con il gas naturale(dicono che inquina meno...)


Il picco di produzione del petrolio e del gas naturale.


Da questo grafico si evince che il gas naturale tenderà ad esaurirsi più tardi del petrolio.
Il picco del Natural Gas Liquid si avrà verso il 2010, mentre quello del petrolio c'è già stato.
Per "Picco di Produzione" si intende che è stato estratto più del 50% del prodotto dai giacimenti di tutto il mondo e che la produzione andrà sempre a scemare.

Di certo non ci proteggeranno dal freddo ne dai blackout l'Europa dei burocrati o i nostri padroni d'oltreoceano ai quali interessa più che altro salvaguardare i loro interessi di Casta e non quelli dei cittadini.L'Europa e gli Stati Uniti non hanno importanti giacimenti di idrocarburi con sufficiente materia prima da soddisfare la domanda interna.Questa è la nuda e cruda verità.

Della Casta massonica europea avevamo già dato un'anticipazione nel'editoriale "Presto un boom dell'agricoltura in Sicilia" ed in quell'occasione avevamo parlato della massa abnorme di liquidità iniettata sui mercati dalle banche centrali europea ed americana(BCE e Federal Reserve) ovvero soldi dati in prestito ad un basso tasso di interesse, alle banche private a rischio di insolvenza perchè hanno la pancia piena di titoli di mutui-subprime americani che ormai sono come la carta straccia.

Ecco il vero motivo dell'inflazione che ci sta mangiando vivi, ecco il perchè dell'aumento della frutta, della verdura, del pane, della carne, della benzina. E' risaputo che l'aumento del denaro circolante provoca l'inflazione se non è accompagnato da una crescita economica pari al valore della liquidità immessa.E noi siamo in piena crisi, in recessione.


Ma i giornali del centrosinistra delle massonerie ci raccontano un altra storia, ci dicono che è colpa dei camionisti che fanno gli scioperi selvaggi, a far aumentare i prezzi.

E non è finita qui, ieri 19 dicembre la BCE ha deciso di iniettare altri 300 miliardi di dollari nell'ennesimo tentativo di salvare le banche dal fallimento(lo stesso trattamento, a larghe maniche, non lo vediamo però nei confronti del povero pensionato, della famiglia numerosa con il mutuo a tasso variabile che non riesce più ad arrivare a fine mese...)


Ma come è possibile che alla BCE interessi così tanto salvare le banche private? Semplice perchè la BCE non è una Istituzione Pubblica, ma una comunissima società per azioni le cui azioni sono possedute da quelle stesse banche private in difficoltà economica.

(LISTA DEI SOCI DELLA BCE, DELLA FEDERAL RESERVE E DELLA BANCA D'ITALIA)

Oggi sui giornali Trichet, governatore della Banca Centrale Europea diceva che c'è nuovamente il rischio inflazione(ma guarda un pò...)
Speriamo solo che non si azzardi ad aumentare i tassi di interesse, attualmente fermi al 4% che farebbero lievitare ulteriormente i tassi di interesse dei mutui variabili, ormai un salasso per le famiglie.

E assolutamente necessario sottrarci dagli artigli di questi criminali che ci governano da Bruxelles, se vogliamo scongiurare lo spettro della fame che per la prima volta dal dopoguerra torna ad affacciarsi in Europa, ma per farlo è necessario fare in modo che il Sud Italia e la Sicilia diventino l'hub delle merci e delle materie prime per l'Italia e buona parte dell'Europa.

Solo così potremo dettare le nostre condizioni, nello stesso tavolo, alle regioni del nord ed agli altri stati europei. Dobbiamo avere insomma nelle nostre mani il rubinetto di tutto ciò che va verso il nord e verso l'Europa.

Dunque una Sicilia che guarda alla Russia(l'unico paese occidentale il cui PIL viaggia a +9% annuo) è ciò di cui abbiamo assolutamente bisogno per garantire un futuro dignitoso ai nostri figli ed alle prossime generazioni.

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lunedì 17 dicembre 2007

Come girava la ruota in Sicilia

Il nostro amico Santo Catarame di Catania ci invia quest'altro interessante articolo.

La “ruota” era un meccanismo abbastanza semplice ideato e costruito per abbandonare un neonato.All’interno di un cilindro di legno cavo dove era posto avvolto in coperte o stracci.Il cilindro di legno era fissato, come una finestra, dentro un muro e ruotava con un perno in modo da poter portare il neonato dall’altra parte del muro.L’operazione d’abbandono dentro la “ruota” era preceduta dal suono di una campanella.
La persona preposta a quel servizio, che si trovava aldilà del mulo, udendo la campanella, si recava a ricevere il bambino e non vedeva chi dall’altra parte aveva lasciato il neonato.
La prima “ruota” fu ideata in Francia e precisamente alla fine del secolo XII.
Nell’ospedale dei Canonici di Marsiglia e precisamente nel 1188. In seguito funzionò un’altra “ruota” in Aix en Province e ancora un’altra in Tolone.(John Boswel, l’abbandono dei bambini, -ed.Rizzoli 1991).
Se gli storici hanno ragione: in Francia si sentì maggiormente la necessità di quest’espediente, ma non si sa se fu un’idea geniale di qualche cittadino francese rimasto anonimo o se l’idea fu copiata da altri paesi.

Lo storico John Boswel, emerito studioso della condizione dei neonati attraverso i secoli, ammette soltanto che nel XIII secolo inizi una notevole ed anche preoccupante “pratica” di abbandonare i figli appena nati.
Prima al XIII secolo la soluzione più diffusa era quella di lasciare i figli in “oblazione” nei conventi.
Bisogna considerare in ogni modo che i sistemi giuridici prevedevano opportunità diverse; per esempio anche la vendita dei figli. Le norme in argomento non erano certamente uguali per tutti i paesi dell’Europa.
Federico II di Svevia abolì, in tutto il territorio del suo impero, di vendere figlie femmine per la prostituzione.
Si deduce che i figli si potevano vendere per altri motivi!
L’oblazione non era considerata abbandono proprio perché erano i genitori che “donavano” i figli al convento che svolgeva detta opera cristiana. Non tutti i conventi avevano assegnato questo compito.
Già nel VI secolo d.c. la “regola di San Benedetto” prevedeva norme precise per l’oblazione.

I bambini, lasciati in convento neonati, non potevano essere considerati “professi” se non dopo la loro spontanea manifestazione di volontà, che si chiedeva dopo i dieci anni. Si può dedurre che nell’alto medioevo la maggiore età si acquisiva già a dieci anni(!).
Nella regola di San Basilio, invece, si diventava professi e quindi si accettava la vita e la carriera monastica dopo che l’oblato si era reso conto dell’importanza della castità.
Con l’oblazione si creavano diritti e doveri fra la famiglia e il monastero che accoglieva il neonato.
Questo procurava spesso lasciti di beni mobili e immobili per i monasteri; una delle tante cause per la formazione della “mano morta” ecclesiastica.
L’oblazione sembra un affidamento fatto secondo principi giuridici non molto precisi, che favorivano i monasteri, ma spesso favorivano anche le famiglie. Per esempio una donazione al monastero del neonato oblato comportava che lo stesso fosse escluso dall’eredità complessiva spettante agli altri eredi.

Un “oblato” illustre fu San Tommaso d’Aquino:
Le complicazioni giuridiche dell’oblazione portarono all’espediente della “ruota” che, non solo dava l’opportunità di abbandonare i neonati senza essere visti, ma permetteva di sopprimere giuridicamente e poi far nascere a nuova vita lo sfortunato(non sempre) bambino.
A queste ultime considerazioni bisogna aggiungere che il matrimonio dei preti fu abolito definitivamente proprio nel XIII secolo e che i figli dei preti erano considerati illegittimi, non solo, ma anche perseguitati e privati di status giuridici molto importanti.
Dal XIII secolo in poi, la straordinaria coincidenza dell’indicativo aumento degli “esposti”, e, l’abolizione del matrimonio dei preti, sono indizi importanti da non sottovalutare per capire il diffondersi dell’uso della ruota.
Il battesimo degli abbandonati fu un vero problema per il clero di quasi tutta l’Europa.

Nella sola Inghilterra vi furono tredici concili dl 1195 al 1295 che si occuparono del problema.
Dell’abbandono dei minori, ma soprattutto del battesimo degli stessi.(John Boswel, l’abbandono dei bambini….ed.Rizzoli, 1991).
Il problema va messo in relazione alle altre fedi religiose che in ogni caso andavano rispettate.
Si propagò l’uso di lasciare il bambino con del sale accanto come prova che era stato battezzato.
Utilizzare il sale per il neonato, era una pratica rituale d’iniziazione antica e riprendeva un uso
Già narrato nel libro biblico del profeta Ezechiele.
Papa Innocenzo III nel 1198 istituì la prima ruota in Italia e precisamente nell’ospedale Santo Spirito in Sassia di Roma.

Nella seconda metà dell’ottocento le “ruote” in Italia arrivarono a circa 1200.
Furono messi nella “ruota” i seguenti esposti celebri: Gengis Khan, papa Gregorio VII, Vincenzo Gemito, Gian Giacomo Rousseau. A questi illustri personaggi possiamo aggiungere i mitici Mosè, Romolo e Remo, Edipo.
In Italia, dopo l’Unità, nacque un movimento abolizionista della “ruota”. Le ragioni principali degli abolizionisti stavano nell’opinione che il metodo dava origine ad abusi. Contrariamente, bastava un servizio pubblico amministrato da impiegati obbligati al segreto d’ufficio.
L’abolizione delle “ruote” iniziò in Italia nel 1867 e fu la città di Ferrara a metterlo in atto per prima. Altre città italiane disposero, in anni diversi, l’abolizione. Nel 1923 furono tutte abolite nel territorio italiano con un regolamento approvato dal governo di Mussolini.

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La storia dell’abbandono dei neonati in Sicilia è una storia che segue l’andamento della situazione economica nell’isola.
In periodi di crisi economica corrispondeva un maggiore abbandono di neonati.
Dal 1600 al 1800 la percentuale dei proietti si abbassa considerevolmente.
. Nei periodi di crisi economica questa tendenza si perde completamente e la percentuale sale di nuovo nettamente.
Dal 1610 al 1648 vi furono carestie che alzarono il livello d’abbandono fino al 10%, mentre la media del seicento era del 6% (F.Calcaterra- La strage degli innocenti-1600, 1900, Paternò).
La media nel settecento era meno del 4%, ma dal 1883 al 1888 si raggiunse l’incredibile media del 5,5% molto superiore a quella del settecento.
Questo era l’effetto della crisi economica post-unità d’Italia che dimostrava come si veniva consolidando il “problema meridionale”.
Nel periodo della dominazione spagnola, le iniziative per combattere il fenomeno dell’abbandono furono lasciate ai benefattori privati in armonia con le istituzioni ecclesiastiche cattoliche.
Dal XVI secolo a metà del XIX secolo furono creati i “conservatori” per le bambine abbandonate. Nella città di Catania ve ne furono otto più due in provincia a Adernò e Biancavilla.(S.Romano, i conservatori femminili nella Catania dell’ottocento…, ed.1996)
Diversi furono i provvedimenti del Governo Spagnolo e Vicereale.
Nel 1518 il vicere Conte di Castro aveva fondato un istituto per proietti; in seguito nel 1555, il vicere de Vega istituiva il “consiglio della pietà dei proietti”.
Nel 1586 fu fondato in Catania il “conservatorio” detto: Sant’Agata delle verginelle
Le “conservatorie” si chiamavano così perchè dovevano “conservare” l’onere, la castità e le virtù della bambina.
Molto fecero i Governi Borbonici.
Nel 1741, con il concordato tra la Santa Sede e il governo borbonico, detti istituti di pia carità per orfanelli sono dichiarati laici.
Nasce così un contenzioso fra autorità borboniche e autorità religiose che continuerà oltre il periodo delle riforme e dell’abolizione della feudalità in Sicilia.
Di fatto le autorità religiose e quelle laiche amministreranno insieme le istituzioni pie,
con prevalenza dell’uno o dell’altra secondo il momento politico diverso.
Ciò non esclude che vi sia una preminenza d’iniziative delle autorità religiose cattoliche e dei patrizi siciliani disposti a fare cospicue donazioni o legati.
Nel 1751 il vicere La Viefuille ordina d’istituire la “ruota” in tutte le città siciliane.
In realtà le “ruote” già esistevano in alcune città della Sicilia, il vicere La Viefuille obbligava “tutte” le città quindi anche quelle che non l’avevano istituita in passato.
Il cappellano curato, preposto a ricevere il proietto dalla ruota, riempiva un foglio del libro dei projetti, imponendo un nome di fantasia al neonato, e subito lo battezzava.
Il battesimo era impartito subito, in quanto la mortalità infantile era molto elevata e non si volevano correre rischi per l’omesso sacramento religioso.
L’atto di nascita era fatto in seguito dall’ufficiale di stato civile
Leggendo alcuni cognomi dal registro degli atti di nascita dei proietti, si notano cognomi come: esposito o esposto, trovato, diddio, proietti, cornetto, o nomi di città e paesi.(dai libri dei proietti presso archivio storico di Catania).
Un dispaccio del governo Borbonico del 1760 fisserà per il mantenimento e cura dei proietti l’età massima a carico degli Ospedali e delle Università. Per i bambini fino a cinque anni e per le bambine fino a sette.
Alle nutrici, erano affidati in allevamento i trovatelli fino ai cinque anni e per sette anni le bambine trovatelle.
Questo spiega come nella città di Catania è stato costituito anche un: “conservatorio per le projette settenarie”
Nel 1771 è revocato l’uso di “bullare” sulle carni i trovatelli ed è disposto che bisogna semplicemente legare al collo dei neonati una funicella da cui doveva pendere una semplice medaglietta con scritto il nome dell’ospedale o dell’Università che aveva in cura lo stesso neonato,
si aggiungeva anche un numero di matricola.
(biblioteca comunale di Paternò, registri della Corte Giuratoria in F.Calcaterra, op.cit).
Nel 1776 è costituito in Catania il “reclusorio del Santo Bambino” utilizzando la totale eredità del principe Paternò Castello di Bicocca.
La caratteristica unica e specialissima di questo reclusorio è che erano accettate e assistite le donne gravide oltre il settimo mese rimaste incinte da rapporto illegittimo. Erano accettate anche le meretrici incinte.
Il sistema d’accettazione, della donna gravida fuori del matrimonio, era predisposto in modo che il nome e cognome della madre restasse scritto in busta chiusa e segreto. Detta busta era riconsegnata alla stessa, quando lasciava definitivamente il reclusorio del Santo Bambino.
L’ospedale esiste ancora in Catania ma per servizi sanitari di normale cura per le partorienti.(S.Romano-i conservatori femminili nella Catania dell’ottocento- ed. università Catania 1996).
Nel periodo del governo borbonico in Sicilia è stabilito che le spese per il mantenimento dei proietti sia a carico degli ospedali e delle Università ( comuni).
Sono stabiliti i compensi obbligatori per le “nutrici” che accudivano ai trovatelli.
Le “mesate” alle nutrici, nel primo ottocento, erano fissate in tarì 15.
Bisogna aggiungere alla figura della nutrice quello della “balia” che allattava subito il proietto appena uscito dalla ruota e dalle mani del cappellano curato. Le balie erano pagate dalle stesse istitituzioni sopra indicate.
Le balie erano pagate a “cottimo”, in altre parole per neonato allattato.
In Catania molte balie erano in servizio presso la “Casa della nutrizione”, trasformata in seguito in brefotrofio e oggi laboratorio d’Igiene e profilassi dell’ASL n° 3 di Catania.
Le nutrici allevavano i proietti in casa insieme al resto della famiglia.
Dopo i cinque anni d’allevamento con la nutrice, i maschietti erano avviati al lavoro(!) presso un artigiano o un contadino.
Le proiette dopo i sette anni erano avviate presso i conservatori o reclusori dove imparavano un mestiere donnesco, che era spesso legato ad un’attività di tessitura. In Catania molte ragazze lavoravano alla fabbricazione di guanti.(S.De Luca Carnazza-le istituzioni di pubblica beneficenza, Catania).
Bisogna evidenziare che spesso le nutrici, per lucrare la “mesata”, portavano i loro figli legittimi alla ruota per ottenere fraudolentemente lo status giuridico di proietti.
Questo sistema di “truffa” perdurerà fini alla formazione dello Stato Unitario. Per tali inconvenienti, i documenti per l’affidamento dei proietti alle nutrici espressamente citavano che:
“….dagli accertamenti non è risultato che la nutrice era la madre del bambino abbandonato…”
E’ evidente che in questo “sistema” di protezione ed assistenza si possano produrre altri e più gravi inconvenienti e veri delitti.
Nel libro citato di Franco Calcaterra, si evidenzia che i motivi d’abbandono sono prevalentemente dovuti alle seguenti cause: povertà, meretricio, rapporti fra padroni e serve, figli di sacerdoti, figli di padre che non riconosceva e non voleva “riparare”.
L’aumento dei neonati abbandonati, dopo l’unità d’Italia, costringerà il governo di Francesco Crispi a promulgare una legge nel 1890 per il riordino degli istituti di beneficenza.
Nascono le IPAB: Istituti per l’assistenza e beneficenza.
In Sicilia le ruote funzionavano ancora fino al 1906 e in ben 126 comuni siciliani.
Come ricordato sopra, nel 1923 furono tutte abolite nel territorio italiano con un regolamento approvato dal governo di Mussolini.
La storia recente delle opere pie è molto strana, in parte inesplorata e per alcuni aspetti peggiore del passato(!): questo dimostra il livello di menefreghismo e corruzione esistente oggi tra i dipendenti delle Regioni.
Le IPAB sono state trasformate in ASP, in altre parole: “Aziende per il servizio alle persone”.
L’onere di finanziamento e ispezione spettano alle Regioni.
La regione Sicilia inaugura la malaugurata politica di “cartolarizzazione” nel 1986.
Con questa bell’idea il patrimonio delle pie fondazioni è ora venduto e spesso regalato ai privati.
Privati che dovrebbero svolgere l’attività d’assistenza prevalentemente per persone anziane, disabili e orfani.(E. Di Martini- benedette case, il ricco mercato d’opere pie- in .www.alternativerivista.it o nel giornale “il manifesto” del 23 febbraio 2006-anche www.intrage.it/volontariato).
Il patrimonio immobiliare delle vecchie e gloriose pie fondazioni sono spesso utilizzati per
Speculazioni d’agenzie gestite dai soliti “furbetti”.
Clamoroso un recente caso di speculazione sul patrimonio delle opere pie nel Lazio, con l’intervento della magistratura ed arresti dei responsabili d’agenzie immobiliari e di funzionari.
Le pie fondazioni di carità costituite da secoli con patrimoni di benefattori privati, ritornano a privati che non sono benefattori se non di se stessi!

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giovedì 6 dicembre 2007

Progetto K.A.S.A per valorizzare i “Siti Marginali”


(gli scavi archeologici di Eloro, nei pressi di Noto Marina)

K.A.S.A. è un progetto finanziato dalla Comunità Europea (prevede la partecipazione della Facoltà di Lettere di Catania, L’Università di Malta e l’Officina di Studi Medievali di Palermo) per la realizzazione di itinerari turistici integrati che leghino in percorsi unitari le province di Siracusa e Ragusa e l’arcipelago maltese. Lo scopo è quello di utilizzare al massimo le potenzialità del patrimonio culturale, archeologico e monumentale di queste aree per raggiungere un triplice obiettivo: riqualificare in senso culturale i flussi turistici già esistenti tra l’area iblea e Malta, intensificando le conoscenza reciproca; inserire siti minori finora poco conosciuti all’interno dei circuiti; incrementare il turismo di qualità proveniente da altre aree italiane ed europee.


Il flusso turistico tra il Val di Noto e l’arcipelago maltese è intenso, ma è rappresentato da un turismo di massa che coinvolge solo alcuni centri e non porta ad un vero scambio culturale. Infatti solo una minima parte dei viaggiatori che si recano a Malta visita o conosce le vestigia archeologiche maltesi; simile è la situazione per chi da Malta si reca in Sicilia.


Le attività previste dal progetto dovrebbero portare ad una maggiore diffusione della reciproca conoscenza coinvolgendo vari settori della società civile. Per valorizzare luoghi meno noti è necessaria, infatti, una “perfetta conoscenza”. Nel nostro territorio vale una riflessione: si tratta di una terra dove ci sono molte cose note ma poco conosciute, per cui ci troviamo davanti ad un territorio ricchissimo di cose da conoscere. Per dare una idea di quanto sia limitata la fruizione dei beni culturali nel nostro territorio basta fare solo un esempio: Noto è famosa nell’immaginario collettivo per il suo Barocco; ma pochi conoscono veramente le emergenze del suo territorio (la villa romana del Tellaro; Eloro; La Pizzuta; Castelluccio; Noto Antica; Finocchito; S. Lucia della Mendola; Maccari etc). Questi luoghi sono noti a molti, ma questa fama non è accompagnata da un approfondito livello di conoscenza.


(colonna Pizzuta, nei pressi di Noto Marina)
Questi luoghi sono noti a molti, ma questa fama non è accompagnata da un approfondito livello di conoscenza. Queste emergenze archeologiche, prive di per sé di un reale potenziale di attrazione, possono acquisire importanza tramite il loro inserimento all’interno di percorsi costruiti tematicamente che uniscano più siti tra di loro. La creazione di circuiti alternativi dovrebbe servire a incanalare un maggiore flusso di visitatori, creando pacchetti appetibili perché integrano aspetti archeologico - monumentali e aspetti paesaggistici ed enogastronomici.
Il progetto ha messo in movimento uno staff di ricercatori che ha avviato la raccolta dei dati a diversi livelli: informazioni sullo stato del turismo, analisi dello stato del territorio, censimento dei siti archeologici che possono essere inseriti negli itinerari, studio di fonti documentarie e letterarie per recuperare eventuali itinerari antichi. Sono stati realizzati tre seminari internazionali a Catania, Malta e Siracusa e incontri con operatori turistici e dei beni culturali per verificare ipotesi e proposte di lavoro.
Corrado Arato
Comitato Storico Siciliano

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martedì 4 dicembre 2007

Uno sguardo all'estero


(il gasdotto Southstream)

Dopo la presentazione del Partito della Libertà di Berlusconi, che finisce così di fare pulizie all'interno della sua coalizione preparandosi al voto, dall'estero arrivano importanti novità.Tra queste la più importante è l'incombente storica riunificazione della Chiesa di Roma con quella ortodossa di Mosca(definita la Terza Roma) infatti il Primate della Chiesa orientale ha da poco riconosciuto il Papa come Primo Patriarca (sono in corso le trattative congiunte)
(vedi articolo)


Questo evento è di fondamentale importanza storica, nessuno immaginava che in un periodo storico così buio, in cui si parla continuamente di guerre ed armi atomiche, le uniche due Chiese(quelle che hanno mantenuto i precetti cristiani fondamentali) ovvero la Cattolica e la Ortodossa con un "colpo di reni" abbiano deciso di riunirsi.D'altronde tale riunificazione non poteva essere più rimandata, perchè bisognava per forza dare una risposta a quei poteri forti(di cui il centrosinistra delle massonerie è rappresentante in Italia) che tentano continuamente di screditare la Chiesa Cristiana a colpi di "libertà", mentre in realtà oggi siamo tutti più schiavi.Questa "libertà" che lor signori propapagandano è in realtà la libertà di fare a meno di Dio.Questa società perversa, amorale, priva di ogni valore, dove addirittura torna ad affacciarsi lo spettro della fame (vedi aumenti esponenziali dei generi alimentari, mentre i massoni continuano ad arricchirsi spudoratamente) Noi crediamo che non può esistere un mondo buono, un mondo libero senza Dio.Il problema della società di oggi infatti è proprio la secolarizzazione, ovvero l'uomo ormai mette Dio in secondo piano, mentre Egli dovrebbe stare al centro della vita di tutti i giorni.

Un'altra buona notizia ci arriva dalle elezioni in Russia, infatti il partito del presidente Vladimir Putin, Russia Unita, ha ottenuto il 64% dei consensi che consentono al partito del premier di conquistare la maggioranza assoluta dei seggi della Duma.Il popolo russo conferma così la propria fiducia nei confronti di questo coraggioso presidente che ha osato sfidare le Oligarchie Anglo-Americane, ma che sta anche dando un forte appoggio alla nostra Sicilia ed a tutto il Sud Continentale, come non abbiamo mai smesso di sottolineare nei nostri editoriali.

Per finire ci arriva la conferma definitiva che Berlusconi è l'uomo di Putin in Italia, infatti l'ex Premier è stato appena nominato per conto di Gazprom, presidente della società del gasdotto Russia-Bulgaria-Grecia-Bari, denominato "SouthStream"


Questa notizia non fa che confermare quanto abbiamo chiaramente scritto nei nostri editoriali e cioè che Berlusconi è l'uomo di Putin in Italia e siamo consapevoli che di quest'asse fa parte anche l'onorevole Raffaele Lombardo del MPA

Intanto in Sicilia continua la corsa alla costruzione delle ìnfrastrutture che adegueranno la nostra regione al nuovo assetto logisitico-economico dell'area euro-mediterranea, è notizia fresca lo stanziamento dei finanziamenti necessari per la costruzione dell'aeroporto di Agrigento.

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mercoledì 28 novembre 2007

Grandi pulizie nella Casa delle Libertà

Adesso si vuole far davvero cadere il governo


La situazione politica in Italia si fa critica dopo la mossa a sorpresa del centrosinistra delle massonerie, che con la realizzazione del metanodotto GALSI(di cui abbiamo già parlato nell'editoriale Ancora manovre politiche) sta tentando nuovamente di bypassare ed isolare la Sicilia invece di allacciare semplicemente i giacimenti metaniferi all'esistente gasdotto che collega l'Algeria alla nostra regione.Il costo di tale subdola operazione è a carico di noi contribuenti(dunque anche ai siciliani) e costerà la bellezza di 3 MILIARDI DI DOLLARI!In ogni caso la Sicilia è sempre più sotto la sfera di influenza russa, ma un grosso nodo verrà presto al pettine e questo nodo si chiama BASE USA di Sigonella. La base, denominata Hub of the Med, è talmente strategica che gli americani non si sognerebbero mai di perderla, perchè consente il dominio completo sul Mar Mediterraneo.Riteniamo che per la futura battaglia di Sigonella sia stata già mossa la prima pedina che consiste nella nomina del meridionale Ammiraglio Di Paola a Presidente del Comitato Militare della Nato.A quanto pare l'Amm. di Paola è di casa a Sigonella, peraltro il militare è un famoso sommergibilista.E proprio a Sigonella c'è il 41° stormo anti-sommergibile.(vedi altro articolo)http://www.paginedidifesa.it/2006/pdd_060274.htmlSigonella ed il nuovo metanodotto indurranno Berlusconi a far cadere definitivamente il governo, in quanto queste manovre rischiano di mettere in seria difficolta il processo di avvicinamento alla sfera di influenza russa, ma soprattutto mettono in difficoltà la politica delle infrastrutture siciliane, assolutamente necessarie per adeguare la Sicilia al nuovo assetto logisitico-economico dell'area euro-mediterranea.In questo nuovo scacchiere la Sicilia sarà l'hub delle merci e delle materie prime dell'Europa.

Ma prima si è reso necessario fare piazza pulita nella Casa delle Libertà, in Forza Italia, ma soprattutto liberarsi di Alleanza Nazionale, dato che Fini da un bel po di tempo sembra essere passato dalla parte dei massoni.E' proprio per questo infatti che Berlusconi ha deciso di finanziare il nuovo partito di Storace: LA DESTRA, nato esplicitamente per sostituire AN, in cui sono affluiti diversi esponenti di spicco di AN, tra cui Nello Musumeci e la Santanchè oltre che lo stesso Storace(ed altri si sposteranno in futuro).Proprio l'onorevole Santanchè ci indica cosa sia diventato Fini, infatti durante il congresso di presentazione del partito a Roma dice: ''Sono qui perché non potevo più subire le posizioni di chi - per legittimarsi agli occhi di una comunità politica-finanziaria-mediatica - arriva a giudicare il ventennio fascista addirittura come 'Il male assoluto' (riferendosi al viaggio di Fini in Israele)(vedi articolo)
  • Dunque Berlusconi ,dopo essersi assicurato il controllo della Lega, grazie ai famosi 70 miliardi dati a Bossi, in cambio dell'assoluta fedeltà(come è emerso dalle intercettazioni (vedi articolo) http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/cronaca/sismi-mancini-10/nuovi-arresti/nuovi-arresti.html
  • Dopo aver finanziato il partito dell'onorevole Raffaele Lombardo(MPA), d'altronde in Sicilia senza soldi non si cantano messe.
  • Dopo aver finanziato il partito di Rotondi(Democrazia per le Autonomie)- Dopo essersi assicurato l'appoggio di Mastella e Di Pietro(come anticipammo nel nostro editoriale: Il progetto infrastrutturale dell'attuale politica siciliana)
  • Dopo essersi appena assicurato l'appoggio dei socialisti di Boselli(che ha dichiarato di avere le mani libere per le votazioni sul welfare)(vedi articolo)
  • Dopo aver fondato il Partito del Popolo delle Libertà in sostituzione della vecchia "Casa"
Berlusconi è finalmente pronto a sferrare l'attacco finale al centrosinistra delle massonerie.L'UDC di Casini in realtà non è un vero problema, perchè dietro c'è il Vaticano che comunque è certamente ostile alla massoneria.L'unico scopo di Casini altro non era che farsi accettare all'interno del centrosinistra delle massonerie(facendo finta di criticare ed essere ostile a Berlusconi) per far implodere il governo dall'internoSiamo convinti che in questi giorni ne vedremo delle belle, nella speranza che il nuovo scenario sia ancora più favorevole allo sviluppo della nostra amata Sicilia.
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martedì 27 novembre 2007

Alla scoperta dei prodotti di eccellenza nel Val di Noto



Alla scoperta dei prodotti di eccellenza nel Val di Noto
Resoconto di una giornata presso il feudo Bufalefi dei Modica


Nei giorni scorsi in compagnia di ospiti venuti per scoprire il Val di Noto, si parla di prodotti d’eccellenza del nostro territorio e nasce il desiderio di apprezzare il Nero d’Avola. Oggi a Noto quando si parla di Nero d’Avola si pensa a Bufalefi: centro di produzione della DOC Eloro. Si telefona al proprietario e si va a Bufalefi, feudo della famiglia Modica che si trova in territorio di Noto, nelle immediate vicinanze dell’oasi naturale di Vendicari
Felice Modica e la moglie Flavia Franza fanno gli onori di casa e ci danno ospitalità all’interno della residenza di Bufalefi: l’atmosfera , la luce , i colori e la calda accoglienza dei Modica ci conquistano. Ci sediamo sul bellissimo terrazzino, da cui si gusta fino ai confini dell’orizzonte il feudo di Bufalefi, e all’ombra di un tetto di viti Felice Modica ci parla della storia di Bufalefi ma soprattutto del legame della sua famiglia per Bufalefi.

Il nome Bufalefi deriva dall’arabo, dove il prefisso Bu indica la paternità e rimanda al soprannome, ovvero al Kunya, il tecononimico onorifico frequente nella onomastica araba. Sono gli arabi a trasformare la Sicilia in un vero e proprio giardino, con loro infatti arrivano in Sicilia arance, limoni, gelsi, palme etc e il frazionamento della terra che consente una migliore coltivazione. Dell’ingegno arabo resta, a Bufalefi, un vecchio pozzo con una serie di cunicoli scavati nel tufo, esempio unico delle brillanti opere di irrigazione lasciate dagli arabi.
Il feudo di Bufalefi è esteso per 932 ettari e si divide in due parti: Bufalefi di Sotto che un tempo apparteneva alla famiglia Impellizzeri Baroni di S. Giacomo; Bufalefi di Sopra che apparteneva ai Rau Marchesi della Ferla. Nel 1675 Giuseppe Rau, sposa Isabella Impellizzeri a cui passerà la proprietà del mezzo feudo di Bufalefi. Sono gli Impellizzeri, signori di Bufalefi tra il XVII e XVIII secolo, a ricostruire a Bufalefi di Sotto il grande Casale distrutto dal terremoto del 1693 e il loro ricordo è inciso sulla campana della chiesa su cui si legge: D. Antonio Impellizzeri e Statela 1735. I Modica baroni di Meti, Santa Domenica e San Giovanni feudatari nel XII secolo, di origini normanne si legano a Bufalefi dalla fine del XVIII secolo, subentrando con una perpetua enfiteusi. Nel 1782 Antonino Modica è nominato arrendatario. In questo modo rileva alcuni terreni a Bufalefi di Sopra. I Modica con il feudo proprio non c’entrano eppure fin dal primo incontro nasce un’attrazione fatale per Bufalefi e la famiglia fa di tutto per ottenere la proprietà del feudo. Raggiungeranno l’obbiettivo sul finire dell’ottocento. Infatti alla fine dell’ottocento tutto Bufalefi , più l’ex feudo di Buonivini appartengono ad Antonino Modica Nicolaci. Da un documento del 1811: Bufalefi di Sopra risulta esteso per 487 ettari; Bufalefi di Sotto per 445 ettari, Benuini per 148 ettari. Si tratta di terreni molto produttivi, coltivati a grano, mandorli, olivi e vigne. Una parte è destinata alla caccia e questa sopravvive ancora oggi con macchia mediterranea, isola nel mare della serricoltura in plastica.







Oggi dopo duemila anni i mandorli, gli olivi e le vigne costituiscono le radici portanti del feudo. Le vigne presenti sono in grado di distillare nettari inimitabili. Le viti sono lasciate crescere a contatto con la terra per aumentare il grado alcolico e zuccherino. Alla vite segue ulivo che arricchisce questa terra da secoli con la sua magnificenza e un olio impregnato di profumo. Dalla tenuta di Bufalefi proviene la maggior parte dell’olio extravergine di oliva della sottozona Val Tellaro della DOP Monti Iblei premiato e molto apprezzato. Le mandorle sono: pizzuta, fascionello, romana prodotti insostituibili per le creazioni dolciarie.
Antonino Modica Nicolaci è il fondatore dell’attuale cantina costruita nel 1879. L’antico palmento è parte integrante del caseggiato settecentesco. Ad Antonino subentrano i figli Giovanni e Felice e poi nel novecento i fratelli Nino e Giovanna. La riforma agraria mette in ginocchio la famiglia Modica. Bufalefi è teatro di occupazioni contadine. Centosessantotto ettari vengono espropriati e come dice oggi Felice sarebbe interessante accertare in quali mani siano finite e quale spinta produttiva abbia fornito la riforma all’economia locale. Nino Modica cambia registro. Assistito da Cesare Leone e consigliato dalla madre comincia a meccanizzare i processi di produzione e raccolta e a diversificare le colture. Viene impiantato un frantoio moderno, la cantina si aggiorna con macchinari nuovi ancora funzionanti e si impiantano agrumeti. Si avvia la vendita del vino sfuso il sabato mattina lo si fa ancor oggi e la gente fa la fila per acquistare. Nonostante alcuni errori, malgrado la nuova legge sui patti agrari che abolisce la mezzadria Nino Modica riesce a mantenere il feudo con una dimensione di 300 ettari e indebitandosi pure. Bufalefi viene sempre prima di tutto.
Nel 2001 muore Nino e subentra Felice che con Bufalefi c’entra poco. Ma come dice lui, oggi, sono qui al mio posto. E’ stato il mestiere di imprenditore agricolo a scegliermi non il contrario. Confessa che fa del suo meglio e oggi produce olio DOP e vino DOC.
Vino che non era guardato di buon occhio in famiglia relegato fra le cose sconvenienti, vietato perché di troppo interesse; olio, lui che fino a 41 anni detestava l’olio d’oliva, perché come dice aveva conosciuto solo pessimi oli, cedendo al peggiore dei provincialismi: quello che porta a trascurare le proprie origini, a sottovalutare ciò che si ha e quindi a non capire ciò che si è. Chi non ama l’olio, dice, è perché non conosce l’olio buono. Oggi l’azienda è affiliata alla Corporazione dei Mastri Oleari. Ha una cantina dell’olio all’avanguardia e si sta rinnovando la cantina del vino. Si stanno automatizzando le coltivazioni tenendo però alta la qualità dei prodotti. Si colgono mandorle e olive e si ripristinano i vigneti. Tutto sotto la consulenza di grandi enologi e di eccellenti agronomi. Si vende in tutto il mondo e soprattutto si lavora duro. E principalmente come dice felice Modica l’entusiasmo che i figli Alessandro e Giulia mostrano per questa attività lascia credere che per qualche altra generazione ancora i Modica saranno legati a Bufalefi

Corrado Arato

Comitato Storico Siciliano



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venerdì 16 novembre 2007

Ancora manovre politiche

(il nuovo gasdotto italo-algerino e la caccia al poliziotto in Italia)


Due nuove pedine sono state mosse sulla scacchiera politica italiana, ormai campo di battaglia tra lo schieramento vicino alla Russia di Putin(centrodestra) ed il blocco anglo-americano(centrosinistra)Non è passato nemmeno un anno dai fatti di Catania in cui venne fatalmente a mancare un poliziotto.In quell'occasione la città di Catania fu interamente coperta di fango e messa alla gogna dai mezzi di informazione padani.E' inutile dire che in quei giorni difendemmo a tutto campo la città siciliana che non meritava la demonizzazione per lo sbaglio di un imbecille(che peraltro, dalle ultime indagini, sembra che non sia colpevole e che il poliziotto sia stato in realtà ucciso per errore da un'altra auto della polizia)

La coerenza e la coscienza pulita ci impongono di dire oggi che, per lo sbaglio di un poliziotto non si può infangare tutta la Polizia di Stato come stanno facendo colpevolmente i giornali di sinistra e come sta lasciando fare incredibilmente il governo. (L'Unità) (Repubblica) (Corriere della Sera)

Questa è una delle tante dimostrazioni che il centrosinistra delle massonerie, per motivi politici, non esita a compromettere un'Istituzione fondamentale come la Polizia, assolutamente necessaria invece per tutelare la democrazia del nostro paese.Non dimentichiamo che il Sindacato di Polizia si è giustamente opposto all'invio dell'esercito in Sicilia in quanto non si spiega come mai la Sinistra voglia improvvisamente finanziare una spedizione militare così onerosa, quando i fondi destinati alle questure, soprattutto al Sud non sono sufficienti nemmeno per le pattuglie ordinarie, figuriamoci per contrastare la mafia.Ci sono molti paesi in Sicilia in cui per le chiamate notturne al centralino molti si sentono rispondere che non c'è il personale.

Per curiosità, ci siamo andati a sfogliare le statistiche e abbiamo scoperto che il governo italiano ha già inviato l'esercito in Sicilia, in 6 occasioni:

1862 - Stato D'assedio (la cui brutalità fu denunciata persino da Crispi) 1863 - Stato D'assedio (Generale Govone)

1866 - Stato D'assedio (per la rivolta del 7 e mezzo)

1875 - Stato D'assedio (ventitre battaglioni di fanteria e bersaglieri; due squadroni di cavalleria; quattro plotoni di bersaglieri montati; 3.130 carabinieri e numerose altre forze sussidiarie, fra le quali principalmente guardie di pubblica sicurezza e guardie a cavallo)

1893 - Stato D'assedio (fasci siciliani)

1992 - Operazione Vespri siciliani (I piemontesi si sono nel frattempo civilizzati dunque non ci sparano più. Una curiosità, fu spedita in Sicilia la Divisione Garibaldi) che non servi a nulla men che meno a far scomparire la mafia, ma d'altronde si sapeva già che a Lor Signori non gli interessa, più che altro avevano bisogno in quel periodo di controllare militarmente la Sicilia in quanto si era verificata Tangentopoli e lo Stato accusava una perdita di potere che la Sicilia poteva sfruttare per togliersi dal collo il fiato del governo italiano. Stessa situazione in cui, guarda caso, ci troviamo oggi (un forte governo di centrodestra contro il centrosinistra delle massonerie al Governo nazionale) Le statistiche dicono dunque che 5 volte su 6, l'esercito in Sicilia fu inviato per spararci addosso ed 1 volta su 6 non risolvette il problema che si era prefisso

Ma il vero scopo dell'invio dell'esercito in Sicilia sappiamo essere meramente politico, come già scritto in un altro editoriale.L'unica cosa che si vuole contrastare non è la mafia ma l'entourage politico del centrodestra, ovvero mettere il fiato sul collo al Governo Autonomo della Sicilia, nel tentativo ultimo di impedirne l'adeguamento del comparto logistico-infrastrutturale.Impedire alla Sicilia di assumere una posizione internazionale di rilievo, che metterebbe in ombra quella delle decadenti regioni del nord.Temiamo che tale attacco alla Polizia per i fatti di Arezzo, serva a togliere voce in capitolo alla Polizia che si oppone all'invio dell'esercito in Sicilia, alla prossima discussione parlamentare in merito.Attendiamo l'evolversi degli eventi per ulteriori conferme.

Il Gasdotto Algeria-Sardegna-Toscana



E notizia di qualche giorno che D'Alema con qualche altro pezzo dell'entourage politico del centrosinistra è andato ad Algeri per firmare l'accordo sulla costruzione del metanodotto che collegherà l'Algeria alla Sardegna e di li sempre sott'acqua fino alla Toscana, scavalcando totalmente la Sicilia.Il gasdotto Galsi in cifre:Il progetto riguarda la realizzazione di un gasdotto da 1.470 chilometri, che collegherebbe Algeria e Italia con quattro tratte così suddivise:- Hassi R’mel - El Kala (in Algeria): 640 chilometri- El Kala - Cagliari (nel mar Mediterraneo): 310 chilometri- Cagliari - Olbia (in Sardegna): 300 chilometri- Olbia – Castiglione della Pescaia (mar Tirreno): 220 chilometriL’intervento attende dal 2001 la presentazione dello studio di fattibilità.Il progetto è del consorzio Galsi, che risulta formato da Sonatrach (l’azienda nazionale del gas algerino) e da una serie di società italiane tra cui Edison, Enel, due aziende controllate dalla Regione Sardegna, e la multiutility bolognese Hera.L’obiettivo è creare un gasdotto in grado di importare in Italia 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale (2 miliardi dei quali riservati alle esigenze della Sardegna, che oggi non è metanizzata).Il tempo di realizzazione ottimisticamente previsto è di tre anni.Le spese di costruzione ammontano all'astronomica cifra di 3 miliardi di dollari, come attesta un documento redatto dal Senato della Repubblica.

Ma perchè mai spendere una cifra così esorbitante se già esiste un gasdotto che passa attraverso la Sicilia?

Non sarebbe molto più economico e veloce, in questi tempi di alti costi e di penuria di gas, allacciarlo a quello che già passa sulla nostra Isola?Evidentemente il centrosinistra delle massonerie le sta tentando tutte pur di isolare logisticamente la Sicilia, ed utilizza la Sardegna come alter-ego della nostra regione.Oltretutto in Sardegna è presente la Saras, la società di raffinazione di Moratti uno dei famosi supersite petrolchimici, grande quanto quello di Priolo. (Forse è anche per questo che per l'Inter è iniziata una nuova stagione di vittorie..)La Sardegna, come ben sappiamo è governata da Renato Soru che appartiene allo schieramento del centrosinistra.Lo stesso Renato Soru che non sta alzando un dito per salvare gli agricoltori sardi in difficoltà economiche dall'avidità di quelle banche che si stanno prendendo le loro terre.

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giovedì 8 novembre 2007

Presto un boom dell'agricoltura in Sicilia?

(Il petrolio fa muovere le industrie e il pane fa muovere gli uomini)















Una delle grandi potenzialità inespresse della Sicilia è proprio l'agricoltura, i motivi sono vari ma se dobbiamo individuare quelli che ostacolano in
maniera soffocante questo settore, possiamo dire che essi sono:

1)Una politica agrifoba e filoindustriale del governo italiano, ma funzionale allo sviluppo del nord italia.
2)La globalizzazione, dunque l'impossibilità di competere con gli stati agricoli sudamericani e nordafricani a basso costo di manodopera...


La goccia che fece traboccare il vaso e che dimostrò in maniera definitiva la mancanza totale di interesse per il comparto agricolo del Meridione d'Italia si ebbe nel 1999, quando l'allora ministra Agnelli dell'uscente governo DINI, firmò una legge che consentiva alla FIAT del fratello di esportare i loro trattori verso il Marocco senza pagare alcun dazio doganale in cambio della libera importazione dal paese nordafricano di prodotti agricoli.Tale operazione distrusse in maniera definitiva tutte le speranze degli imprenditori agricoli meridionali che anzi speravano in un vero aiuto da parte del governo nazionale, il quale si era dimostrato buono solo per affossare la produzione agricola siciliana (ricordiamo gli incentivi per le arance mandate al macero)(Vedi il resoconto stenografico della discussione parlamentare)

Dunque una Agnelli che per salvare la fabbrica di automobili del fratello, distrugge l'economia meridionale?Questa è la prova che dal 1860 fino ad oggi i metodi settentrionali sono rimasti gli stessi.A causa di questa politica disastrosa, il famoso pomodoro di Pachino viene "rapinato" ai produttori all'infamante cifra di 25 centesimi al chilo per essere rivenduto nei centri commerciali del nord fino a 5 euro al chilo!E sapete qual'è proprio il punto di forza dei commerciali(leggasi minaccia)? "..altrimenti compriamo in Marocco!"Siamo però convinti che fino a quando non ci sarà un vero sviluppo dell'Agricoltura in Sicilia, non ci potrà essere nessun altro vero sviluppo nella nostra regione, sia logistico che industriale.Ma grazie a Dio i tempi cambiano, la ruota gira ed importanti novità si affacciano nel panorama politico-economico internazionale, che ci fanno diventare ottimisti per un futuro di buone prospettive economiche per la Sicilia ma anche per tutto il Sud continentale, per quanto riguarda il settore agricolo.Ma prima è necessario riflettere su alcuni fondamenti di economia.L'oro è da sempre considerato un bene di rifugio per gli investitori, perchè protegge dall'inflazione reale, ovvero qualla nascosta dagli indici ordinari(es. quelli basati sul famoso paniere che parlano incredibilmente di inflazione al 2% quando tutti sanno che i prezzi, dopo l'introduzione dell'euro sono più che raddoppiati)



(Il grafico indica come l'inflazione reale americana ed il valore dell'oro alla fine vanno sempre a coincidere.)

Inoltre questo vecchio articolo di Repubblica Finanza, ci conferma che oro e terreni agricoli spesso si rivelano beni di rifugio durante le crisi dei mercati borsistici, situazione che stiamo vivendo attualmente.
Ma se l'oro dal 2001 è passato da 250 dollari l'oncia agli attuali 800, superandoli





significa che l'inflazione reale sta viaggiando con valori oltre il +50% annuo, ma questo dato non ci soprende perchè in fin dei conti tutti ce ne siamo accorti che i conti non tornano, facendo la spesa al supermercato.Se ancora non siamo finiti in mezzo alla strada è stato grazie alle merci cinesi mantenute basse dal costo della manodopera di tipo schiavista.E se il governo cinese svaluta continuamente la sua moneta per mantenere basse le sue merci, nulla può fare contro il caro-petrolio, uno dei fattori che spinge all'insù in maniera insostenibile anche il costo del noleggio delle mega-portacontainer, come già anticipato in un nostro editoriale.A questa insostenibile situazione economica si aggiunga l'incredibile aumento dei prezzi delle materie prime alimentari, come il grano che in poco tempo ha subito aumenti fino al 40%
Probabilmente questo vortice inflattivo è dovuto, oltre alla pilotata svalutazione del dollaro (ormai prossimo al suo crollo definitivo) alla iniezione di una massa abnorme di liquidità versata nel mercato interbancario per salvare gli istituti di credito(si parla di più di mille miliardi di dollari) dalla famosa "Crisi dei mutui Subprime"Chi ne pagherà le conseguenze saranno ovviamente i consumatori finali che vedranno petrolio e pane sempre più cari.Ma un aumento cosi imponente del costo del grano e dei prodotti agricoli potrebbe essere una forte spinta economica per le regioni del Sud Italia, i cui costo dei prodotti agricoli sono ingiustamente mantenuti bassi sia dalla speculazione padana sia dalla spietata concorrenza straniera.Ecco perchè fino ad oggi i siciliani hanno dovuto abbandonare le campagne ed emigrare, mentre Parma diventava la Capitale Europea dell'Agroalimentare....Se il grano continuerà ad aumentare è molto probabile che ritorni ad essere remunerativo coltivarlo in Sicilia, ma non solo il grano.Rivedremo finalmente coltivate e non abbandonate, le campagne siciliane proprio come durante il Regno delle Due Sicilie?Noi lo speriamo e siamo anche sicuri che molto presto saliranno vertiginosamente i prezzi dei terreni agricoli in Sicilia e possederne uno potrebbe essere un ottimo investimento, a patto che lo si metta a coltivazione.Vedi le tabelle del prezzo dei terreni agricoli in Sicilia del 1992 e 2003(ultimo anno di rilevazione)Siamo convinti che soprattutto i terreni della provincia di Ragusa beneficeranno di questi aumenti sia per le vicinanze del costruendo hub logistico aeroportuale di Comiso sia perchè le serre della zona costiera ragusana non necessitano di costosi riscaldamenti in inverno.La latitudini siciliane fanno crescere i pomodori pure con il sole invernale.


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lunedì 29 ottobre 2007

Due strade di Catania già dedicate agli eroi del separatismo siciliano


(Antonio Canepa e Concetto Gallo)

Ringraziamo il nostro amico Santo Catarame da Catania che ci invia questa ottima biografia degli eroi dell'indipentismo nostrano...
Antonio Canepa professore di storia delle dottrine politiche nell’Università di Catania.
Nel 1935 organizzò durante il fascismo a Catania i primi movimenti di rivolta antifascista, fu partigiano in Toscana, al ritorno in Sicilia nel 1944 creò l’EVIS (esercito volontario per l’indipendenza siciliana)
Lo stesso Finocchiaro Aprile incoraggiò Antonio Canepa a formare un esercito armato per la costituzione dello stato Siciliano Indipendente.
Antonio Canepa si faceva chiamare con lo pseudomino di Mario Turri. Era un vero anarchico rivoluzionario più che un comunista marxista.
Insieme a tanti altri separatisti come: Carmelo Rosano, Nino Velis, Armando Romano, Giuseppe Amato, Giuseppe Lo Giudice, Concetto Gallo, e molti altri, creò un campo d’addestramento per l’insurrezione armata nelle montagne dei Nebrodi vicino a Cesarò nel bosco della Miraglia.
Forse in seguito a disaccordi con l’ala conservatrice e latifondista del separatismo, Mario Turri (Canepa) decise di autofinanziare l’EVIS magari con spettacolari azioni di sequestro.
Il primo obiettivo di sequestro doveva essere l’allora il sindaco di Cesarò, il radiologo Giuseppe Salmeri.
Mentre le truppe anglo-americane e le forze della resisteza italiana liberavano il paese, il separatismo in Sicilia non diventò più essenziale per le forze anglo-americane che avevano conquistato l’Italia. Diventava, per gli alleati, imbarazzante la presenza dell’EVIS in Sicilia.
E’ noto il grave conflitto a fuoco con i carabinieri del 17 giugno del 1945 in contrada murazzo in agro di Randazzo.
Rimarranno uccisi: Canepa, Rosano e Lo Giudice, Romano rimasto ferito sarà arrestato dai carabinieri, mentre Amato e Velis riescono a fuggire.
Canepa, scaricato di corsa nell’ospedale di Randazzo da Pippo Amato, morì dissanguato per mancanza di un minimo di cure.
I corpi dei tre separatisti uccisi furono tumulati, in segreto e in fretta, nel cimitero di Giarre.
Le azioni di guerra dell’EVIS furono diverse e furono una pagina indimenticabile dell’orgoglio e della fermezza dei siciliani che volevano liberarsi della supremazia e discriminazione dei governi nati dopo l’unità d’Italia.

Concetto Gallo, nato a Catania 11 gennaio 1913 è ivi deceduto 1 aprile 1980.
Dopo l’uccisione di Canepa assunse il comando dell’EVIS e si firmava: Secondo Turri. Più moderato politicamente, ma ardito come il predecessore, dovette risolvere il non facile compito di risollevare il morale alle truppe dell’EVIS.
Spostò l’azione della guerriglia dai Nebrodi alle campagne di Caltagirone e precisamente in contrada San Mauro dove disponeva di una villa di proprietà la moglie.
Il 4 gennaio del 1946 fu accerchiato da tremila soldati dell’esercito italiano e catturato con quasi tutti i suoi combattenti.
Fu incarcerato e poi liberato perché eletto deputato all’Assemblea Costituente, in seguito eletto all’Assemblea Regionale Siciliana.
Antonio Canepa e Concetto Gallo e tutti gli eroi dell’indipendenza siciliana non riuscirono a realizzare i loro sogni, ma l’isola ottenne un’importante autonomia amministrativa.
La classe politica e dirigente che fu eletta dopo la stagione separatista, fino ad oggi, non ha saputo utilizzare quest’importante ricchezzaSventurata la terra che
Ha bisogno d’eroi.
Brecht


Bibliografia essenziale:
-Francesco Paternò Castello Duca di Carcaci: Il movimento per l’indipendenza della Sicilia, ed. Flaccovio Palermo, 1977;
-Giuseppe Carlo Marino: Storia del separatismo siciliano, ed. riuniti, 1979,
-Salvo Barbagallo: Una rivoluzione mancata, ed. Bonanno Catania 1974,
-Michele Papa: Storia dell’EVIS, ed. clio 1995.


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sabato 27 ottobre 2007

Sugli strani incendi di Canneto di Caronia(ME)



Qualche anno fa, esattamente nel 2004, sfogliando tra le curiosità dei giornali nostrani e non solo, vi sarà capitato di leggere degli strani fenomeni incendiari che si sono verificati nel piccolo comune messinese di Caronìa.
In particolare i 39 abitanti della frazione Canneto denunciarono improvvisi focolai che scoppiavano all'interno di televisioni, radio, forni, contatori dell'elettricità e perfino nei materassi a molla.
Ma adesso è saltato fuori un rapporto di un gruppo di scienziati incaricati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il quale parla di fenomeni artificiali e non naturali...


Leggendo il rapporto, si apprende di armi segrete militari, ma anche di UFO.Ammesso che gli UFO esistano davvero, siamo restii a pensare che si divertano a tormentare i pacifici abitanti di un piccolo villaggio, quindi ci siamo concentrati sull'ipotesi militare, andando a verificare chi oggi possiede una tecnologia militare tale da far bruciare degli oggetti sparando delle microonde ad alta energia.(vedi principio di funzionamento delle microonde)(vedi principio di funzionamento armi a microonde) Cercando ancora su Internet scopriamo che RAINEWS24 ha già fatto un inchiesta sulle nuove tipologie di armi, le cui tecnologie risultano attualmente in mano agli Stati Uniti e che addirittura sono già state utilizzate durante la guerra in Iraq, nel 2006.
(vedi inchieste RAINEWS)http://www.rainews24.it/ran24/inchieste/guerre_stellari_iraq.asp
http://www.rainews24.it/ran24/inchieste/08032007_nuovearmi.asp
A questo punto c'è da pensare che Canneto di Caronia è stato una specie di test, ma perchè proprio in Sicilia?Il motivo potrebbe stare, come già discusso in precendenza, nel tentativo di emancipazione della Sicilia (dai poteri massonici anglo-americani) di Berlusconi (tramite Raffaele Lombardo) per mettersi sotto l'influenza di Putin, suo sostenitore.L'impiego di tali armi in Sicilia, potrebbe essere un segnale o una punizione in quel senso.Ma possono queste armi produrre anche incendi?Leggendo le specifiche di tali tecnologie la risposta è si.Ce lo domandiamo perchè mai come quest'estate la Sicilia è stata devastata dagli incendi dove per la prima volta ci è scappato anche il morto.I media nostrani fecero talmente un gran baccano che la notizia rimase su tutti i giornali e sembrava doverci restare fino a Natale se non fosse messa in ombra dalle notizie che venivano dalla Grecia, la quale fu incenerita da centinaia di incendi che comportarono più di 60 vittime, una carneficina inaudita per la nazione ellenica.
In quello stesso periodo, il presidente russo Vladimir Putin si era presentato ad Atene per firmare gli accordi sulla costruzione dell'importantissimo gasdotto Russia-Bulgaria-Grecia-Bari (di cui avevamo già parlato nel nostro editoriale) che passerà, nella sua parte iniziale, sotto il Mar Nero, scavalcando Ucraina e Turchia, due nazioni che per la Russia si sono dimostrate altamente inaffidabili perchè supportate dagli Stati Uniti.
Il gasdotto Russia-Bourgas-Alexandroupolis-Bari
(vedi i termini dell'accordo sul gasdotto)Il Presidente Putin ha perfino sguinzagliato l'Amm. Delegato della Gazprom per acquistare il Bari Calcio, pur di avere il maggior consenso possibile al progetto del gasdotto.(vedi notizia)
Dunque anche gli incendi arruolati nelle lotte segrete tra le Potenze?Chi lo sa, quel che è sicuro è che anche gli incendi vengono utilizzati per motivi politici: i focolai che stanno bruciando in questo momento la California, sembra siano innescati dai terroristi di Al-Qaeda, come dicono con insistenza i giornalisti di FOX NEWS USA e come rilanciano i nostri media: http://www.corriere.it/esteri/07_ottobre_25/farkas_incendi_california_alqaeda.shtml(Ma poi quelli di Al-Qaeda non erano stati finanziati dagli USA per combattere i sovietici in Afghanistan?)

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giovedì 25 ottobre 2007

Il progetto infrastrutturale dell'attuale politica siciliana

(nello scacchiere del Mediterraneo)



Grazie alle dichiarazioni dei politici nostrani ed alle battaglie che stanno perseguendo(vedi Raffaele Lombardo del Movimento per l'Autonomia) e grazie al modo in cui si stanno collocando, sullo Scacchiere Mediterraneo, gli interessi economici, siamo riusciti a ricreare la mappa del futuro asse logistico del Sud Italia, attorno al quale ruoteranno gli interessi economici dell'area euro-mediterranea...

Ecco i punti cardine:
-Porto ed Interporto di Gela-Aeroporto di Comiso-Porto, Interporto ed Aeroporto di Catania-Ponte sullo Stretto di Messina-Porto ed Interporto di Gioia Tauro



(il mastodontico porto di Gioia Tauro)




(Il progetto dell'Interporto di Catania)


Le potenzialità dell'asse logistico siculo-calabro sono ben conosciute dal ministro delle infrastrutture Antonio di Pietro che le rivela pubblicamente, in un suo documento al Consiglio dei Ministri.
(scarica documento) http://www.antoniodipietro.com/documenti/infrastrutture_prioritarie.doc

Se in fondo ci aspettavamo del salto della barricata di Mastella, ormai in quota centrodestra, non ci aspettavamo invece il cambio di casacca da parte di Antonio di Pietro, che resosi conto dell'acqua salata che comincia ad entrare nelle stive della nave del centrosinistra, ha deciso di passare con il centrodestra e lo fa proprio in occasione della votazione al Senato sulla dismissione della "Società Stretto di Messina S.p.A" (che avrebbe messo la parola fine sull'opera di costruzione del Ponte) votando con il centrodestra e battendo il centrosinistra.
Dunque basterà rifinanziare la costruzione del Ponte sullo Stretto per andare avanti con l'opera(di cui noi ancora dubitiamo)Ma chi è che ci metterà i fondi, visto che stanno per cambiare le parti economico-politiche?Secondo noi si farà avanti una società finanziaria russa, ma attendiamo conferme...

[1] = Un anno fa, il nolo di una grande nave per trasporto-merci costava 60 mila dollari al giorno, ad agosto, il prezzo era salito a 137 mila.All'inizio di ottobre, è salito ancora: a 227 mila dollari al giorno, fonte Baltic Exchange




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mercoledì 24 ottobre 2007

No alla palestinizzazione della Sicilia



(L'esercito mandatelo a Roma!)

Qualche mese fa abbiamo assistito all'eliminazione in Finanziaria del miliardo di euro per l'importantissima viabilità secondaria destinato a Sicilia e Calabria.
Le direttrici autostradali e ferroviarie del Sud Italia sono tutte Nord-Sud, funzionali solamente allo smercio dei prodotti del Nord Italia verso il Meridione.
Pressochè inesistente invece la viabilità secondaria, ovvero i collegamenti tra le città meridionali che, se esistenti, garantirebbero un sicuro sviluppo economico.
Si può dire che l'unica vera autostrada del Sud è l'insufficiente Napoli-Canosa di Puglia

Dopodichè il centrosinistra, ovvero il governo delle massonerie, ha decretato la chiusura incondizionata dell'autostrada A3 Salerno-Reggio C., vedi nostro editoriale: "Arriva la ritorsione del centrodestra nei confronti della sinistra rea di voler isolare logisticamente la Sicilia"Oggi invece assistiamo alle sempre più insistenti richieste che vogliono l'invio dell'esercito in Sicilia, ma quello per cui ci siamo davvero rammaricati è stato l'apprendere che la proposta per tale azione militare, sia stata avanzata in primis da Rita Borsellino, leader dell'Unione in Sicilia, sorella del magistrato ucciso dalla mafia.Ci siamo chiesti come mai da quando Rita Borsellino(la cui onorabilità è per noi garantita al 100%) ha scelto di seguire la strada della politica, si sta beccando un sacco di critiche anche dai movimenti sicilianisti (e non solo dall'elettorato di centrodestra) i quali le rimproverano il fatto di non essersi schierata, in occasione delle passate elezioni regionali, con un partito indipendente, ne di aver fatto almeno una lista civica senza apparentamenti con le forze di maggioranza e di opposizione.Probabilmente la Borsellino è caduta nel tranello della sinistra "anti-mafia" che si è assunta questo titolo in maniera ingiustificata ed immeritata.Ricordiamo volentieri a Rita che in passato, sia il centrodestra che il centrosinistra, hanno fatto accordi con la mafia e che dunque quella dell' "anti-mafia" è senz'altro una trovata elettorale.Sappiamo troppo intelligente la Borsellino, per cadere con questi sgambetti ed allora dobbiamo pensare, ahinoi, che abbia scelto questa via spinta da desideri di vendetta, contro quel centrodestra che, secondo la "voce dei giornali", è vicino politicamente alle cosche.Dunque la vendetta come unico scopo, senza pensare prima alle fondamentali necessità dei siciliani?Speriamo con tutto il cuore che la Borsellino smentisca presto quanto asseriamo, fondando un proprio partito o lista che non abbia alcun legame con le coalizioni nazionali.Nel frattempo però l'idea della Borsellino(?) di inviare l'esercito in Sicilia va avanti e viene continuamente rilanciata dai media vicini al centrosinistra e da quelle personalità che hanno fatto dell'antimafia una moda, se non un affare (vedi articolo) come ci racconta un ex componente del famoso gruppo di Locri "Ammazzateci tutti"http://blogalladeriva.blogspot.com/2007/10/e-adesso-finanziateci-tutti.htmlPeccato però che anche in questo caso i dati statistici in merito alla criminalità, vanno contro all'infelice idea di Rita, infatti dalle statistiche degli ultimi anni si evince che i crimini mafiosi sono discesi vertiginosamente in Sicilia ed adesso la nostra regione si trova ultima in classifica per quanto riguarda le regioni meridionali, venendo addirittura sorpassata perfino dal "civile" Settentrione d'Italia sultema della sicurezza.

A che serve dunque, l'esercito in Sicilia?

Noi pensiamo che il vero fine di quest'azione sia di mettere il fiato sul collo al Governo Autonomo della Sicilia, nel tentativo ultimo di impedire l'adeguamento del comparto logistico-infrastrutturale della Sicilia, come abbiamo già anticipato in altri editoriali.Ovvero impedire che la Sicilia assuma una posizione internazionale di rilievo, che metterebbe in ombra quella delle decadenti regioni del nord.E' notizia di ieri, lo stabilimento della multinazionale Socotherm, nei pressi di Modica-Pozzallo(RG), leader mondiale nel rivestimento protettivo di tubazioni per l'estrazione ed il trasporto di petrolio, acqua e gas.(vedi articolo)http://finanza.repubblica.it/scripts/cligipsw.dll?app=KWF&tpl=kwfinanza\dettaglio_news.tpl&del=20071022&fonte=TLB&codnews=661Ciò dimostra ancora una volta come la Sicilia sia attualmente oggetto di forti investimenti ed interessi economici che, il centrosinistra filo-massonico e filo-nordista sta cercando in tutti i modi di impedire.Inoltre questo importante investimento nella provincia di Ragusa, conferma in pieno le nostre previsioni per un forte sviluppo economico ed un elevato interesse strategico la provincia Iblea: rileggi nostro editoriale
A quali rischi può incorrere la Sicilia con l'esercito sul proprio suolo?
Una tale perdità di sovranità per la nostra regione, potrebbe innanzitutto fermare definitivamente ogni progresso per quanto riguarda l'adeguamento del comparto logistico e delle infrastrutture isolane al nuovo assetto strategico del Mediterraneo, che vede la Sicilia come hub del Mare Nostrum, per le grandi navi container e per le materie prime che vengono dal Medio e dall'Estremo Oriente.Adesso che anche il prezzo[1] del trasporto navale è salito alle stelle, l'affare si fa ancora più lucroso ed avere in Sicilia una base logistica ampia, ma soprattutto affidabile, significa avere una fonte di sicuro sviluppo economico, ma anche controllare l'Italia e mettere le mani sull'Europa.Inoltre un eventuale forza militare sul nostro territorio potrebbe essere vittima di "false-flag", ovvero attentati attributi alla mafia, ma in realtà compiuti da forze occulte governative per screditare ancora di più i siciliani e per bollarli definitivamente come "tutti mafiosi"Ma noi sappiamo benissimo che la vera cupola si trova da sempre al Nord.Per questo dobbiamo resistere e smascherare questi subdoli e meschini tentativi utili solo per non far mai alzare la testa ai siciliani, ed è per questo che non passa giorno che qualche testata giornalistica vicina politicamente al centrosinistra non esca fuori un articolo infamante nei confronti del sud, come questo che si può leggere qui:http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/gangster-tavola/gangster-tavola/gangster-tavola.html


[1] = Un anno fa, il nolo di una grande nave per trasporto-merci costava 60 mila dollari al giorno, ad agosto, il prezzo era salito a 137 mila.All'inizio di ottobre, è salito ancora: a 227 mila dollari al giorno, fonte Baltic Exchange

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domenica 21 ottobre 2007

A tutti coloro i quali si avvicinano per la prima volta alla Causa per la Sicilia.

Così come tanti altri fortunati amici, il mio rapporto con la storia borbonica è diviso in due periodi e cioè: Ante 2007 e Post 2007.

1° Periodo (Ante 2007) : Per la maggior parte degli italiani, quello che si sapeva (e si sa tutt'ora) dei Borbone e del Regno delle Due Sicilie è ciò che abbiamo appreso ed imparato nelle Scuole dello Stato Italiano e cioè: i Re delle Due Sicilie erano tutti "tiranni affamatori", mentre i Savoja, re della "malarazza"[1] erano tutti galantuomini, prodighi verso il Popolo e Portatori di Libertà.

Ed ancora, il Regno Delle Due Sicilie, era il regno dell'ignoranza, delle vessazioni, dello sfruttamento, della miseria più nera, della disoccupazione della disperazione e della oppressione totale, dove i sudditi non avevano alcuna libertà e nessuna speranza di vivere una vita decente; il Piemonte invece era il Regno delle Libertà, del benessere, la disoccupazione era quasi sconosciuta ed i re piemontesi erano prodighi di tutto verso il popolo ed apportatori di libertà per i poveri oppressi negli altri Stati dell'Italia di allora (Ducati, Granducati e soprattutto, il povero Lombardo-Veneto schiacciato sotto l'odiato tallone Austro Ungarico) e quindi meritevole di Libertà.

Ma tutti coloro che avevano un pò di buonsenso, intelligenza e curiosità, si chiedevano come fu possibile che un migliaio di uomini(i garibaldini) male armati e non abituati alla guerra sui campi di battaglia, avesse sconfitto il temuto esercito delle Due Sicilie, forte di 50.000 uomini, una flotta navale seconda soltanto, per modernità ed efficienza, alla "perfida Albione"[2]. Ebbene i nostri ineffabili insegnanti (sic) di Storia, a questa domanda ci hanno sempre risposto candidamente: "Perchè 1000 eroi al comando dell'Eroe dei Due Mondi valevano e valsero più dell'esercito e della flotta del Regno delle 2 Sicilie, ma, soprattutto, fu il popolo in rivolta verso l'oppressore borbonico a permettere la fine del Regno delle Due Sicilie.

Risposta, per noi ex studenti, plausibile anche se poco convincente. Questa è la storia insegnata nelle scuole italiane.

2° Periodo (Post 2007) : Bighellonavo su Internet, quando la mia attenzione fu attirata dalla recensione del film "Li chiamarono Briganti" che mi lasciò alquanto perplesso, in quanto contrastava completamente su quello che io reputavo fossero i briganti e cioè volgari banditi fuorilegge assassini meritevoli di galera e fucilazione.

Procuratomi, con non poche difficoltà la copia del predetto film, non riuscivo a capire come fosse sfuggito a me che amo i film avventurosi, un film diretto da un grande regista (Pasquale Squitieri) e con un Cast eccellente con Enrico Lo Verso, Claudia Cardinale e tanti altri bravissimi attori).

Visto il film capii il perchè non conoscevo quel film.

Non lo conoscevo in quanto essendo un film dal contenuto devastante sulle conoscenze storiche di intere generazioni, di quì l'oblio, se non addirittura l'ostracismo.

I dubbi e le perplessità storiche creatimi dalla visione del predetto film, mi hanno portato ad effettuare personali ricerche, che mi hanno permesso, e mi stanno permettendo da "autodidatta" di farmi una mia idea tutta personale di come sono veramente andate le cose in quel periodo, chiamato poi (dai savoiardi-massoni-liberal-repubblicani-anticlericali-filoinglesi) Risorgimento, e sulle cause e la fine del Regno delle Due Sicilie.

Consiglio, quindi, vivamente la visione di questo film, se si vuole avere un punto di partenza, prima di addentrarsi nella ricerca della VERITA' in un periodo storico affascinante, avvincente, ma soprattutto "tutto da scoprire"

Non avrò la presunzione di "dirvi" come sono andate le cose, in quanto non ho nè titoli, nè patenti per poterlo fare, ma vi suggerisco di approfondire questo discorso e capirete la "malafede e la vigliaccheria" di quegli "italiani" che hanno fatto l'Italia, ma capirete soprattutto "come è stata fatta l'unità d'Italia".

Capirete da soli chi erano "veramente" quelli che tutt'oggi celebriamo come eroi e grandi uomini gente come Cavour, Mazzini, Crispi, Giolitti, Vittorio Emauele II, la perfida Albione ovvero i brutali "Mandanti" dell'assassinio del Regno delle Due Sicilie e gli "Esecutori" Garibaldi, Bixio e la loro banda di mercenari prezzolati.

Lo Stato Italiano è colpevolemente in malafede, ma è stata soprattutto la vigliaccheria di detto Stato che ha nascosto i propri errori, ad aver aperto in me una ferita difficilmente rimarginabile e cioè la diffamazione, la demonizzazione, la ridicolizzazione e la distruzione scientifica e sistematica di un Regno Millenario.

Ma almeno speravo (Albione docet) che allo sconfitto si concedesse almeno "l'onore delle armi", che non c'è mai stato e questo fatto mi ha portato ancora una volta a chiedere, domandare fin quando da uno Storico ho appreso che "non si può concedere l'onore delle armi all'esercito di uno Stato Sovrano attaccato senza nemmeno una dichiarazione di guerra" e poi, mia considerazione, non credo che l'esercito sconfitto avesse accettato l'onore delle armi da parte di una ciurma di pirati e con un atto di pirateria internazionale.

Cercate, domandate, ma soprattutto leggete......ci sono libri...saggi e testi scritti da storici e scrittori, non facilmente reperibili, ma ci sono, anche se pochi, editori coraggiosi che pubblicando questi testi, ovviamente a loro spese, vi permetteranno di vedere l'altra faccia della medaglia. Internet si è rivelata un enciclopedia digitale formidabile.

A chi persegue un sincero ideale per la propria terra, ai simpatizzanti neoborbonici e a tutti gli amanti della verità, io siciliano di fede borbonica, non voglio, ne auspico la secessione o il ritorno ai Borbone, troppa acqua è passata sotto i ponti, ci sono state due guerre mondiali dove ogni uno di noi ha avuto dei caduti in nome di quell'amara bandiera tricolore che tuttavia oggi rispettiamo.
QUELLO CHE VOGLIO E' LA RISCRIZIONE DELLA STORIA e rendere il giusto onore alla Dinastia Borbone, i Re delle Due Sicilie, ma soprattutto giustizia, onore e riconoscimenti, per i soldati tutti e per gli Ufficiali fedeli fino alla fine, caduti rispettandp un solenne giuramento al Re Borbone...... ed a una bandiera.......quella borbonica.

Pino Marinelli

[1] malarazza= i Savoia

[2] Perfida Albione= dispregiativo per indicare l'Inghilterra


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giovedì 4 ottobre 2007

Il Bastone Siciliano

Chi ha detto che le arti marziali provengono esclusivamente dall’Asia o che le vere tecniche di combattimento, dai nomi incomprensibili ed altisonanti, devono per forza essere esercitate da uomini con gli occhi a mandorla come spesso si vede in TV?
Siamo in Sicilia, intorno all’anno 1200 d.C. e fa le sue “prime mosse” quella che sarà l’unica arte marziale sviluppatasi in Italia e forse anche una delle più antiche d’Europa.

Il bastone utilizzato è lungo circa 1,20 metri, ed è ricavato da legno d’ulivo, arancio amaro, sorbo o dalla rossella, raccolto in precisi periodi dell’anno.La lavorazione prosegue ed il bastone è trattato e passato al fuoco per essere pulito, raddrizzato e asciugato.Lo strumento finale è molto leggero ed al contempo resistentissimo ai colpi più duri, anche se sbattuto violentemente sul cemento. Esso può avere dei noduli molto consistenti che sono utilizzati per fratturare la zona ossea colpita in piccoli punti specifici.

I vecchi raccontavano che il bastone per essere ultimato, veniva messo a stagionare per un certo periodo sotto il chiaro di luna; una volta completo, un colpo ben assestato era capace di spezzare la lama di una spada. Un’altra leggenda narra del viaggio di un Re, la cui scorta fu attaccata da un’orda di banditi, mentre si trovava in una zona impervia della Sicilia; proprio quando la guardia reale stava per avere la peggio, ecco che scende dai monti un pastore armato di bastone, che sbaraglia e mette in fuga gli assalitori.

Questa disciplina di combattimento è stata da sempre utilizzata da contadini e da pecorai come strumento di lavoro e come arma di difesa contro occasionali assalitori, o animali selvaggi. Inizialmente non esisteva una tecnica ben definita, che andò delineandosi nel 1600 e fu da subito utilizzata nei duelli d’onore tra pastori o contadini, ma spesso coinvolgeva anche ricchi proprietari terrieri, affascinati da questa nuova arte sia perché permetteva di difendersi da un coltello, sia per semplici scommesse. Poi, con l'avvento delle armi da fuoco, la funzione di difesa del bastone venne a mancare, ma restò il suo impiego nei duelli d'onore. Oggi il bastone è presente soprattutto nella Sicilia orientale, a livello di arte tramandata da padre in figlio, da amico ad amico, sui monti e nei luoghi scarsamente popolati, dove ancora i giovani non sono distratti dai problemi della società industriale.

Il bastone siciliano comprende vari stili denominati "Tirate".

La tirata ruotata e la fiorata sono tra i più diffusi.

Un'altra scuola collocata geograficamente nell'area di Messina, usa il bastone con una sola mano, come un fioretto, ma non è ritenuta molto efficace perchè nelle parate c'è il rischio che il bastone cade di mano.

Nelle scuole maggiori, invece, il bastone è maneggiato con due mani, con movimenti rotatori continui chiamati mulinè e solo occasionalmente è utilizzata con tecniche offensive di stoccata, con una sola mano. Il mulinè eseguito a due mani, difende tutta l'area intorno al corpo (un po' come un'elica), tenendo lontano gli aggressori. Questa fase difensiva è completata da attacchi alla testa, colpi laterali al viso, puntate allo sterno, alla gola ed al basso ventre, tutti mortali. La tirata insegna anche un suo particolare modo di spostarsi e camminare, assecondando appieno la tipologia del terreno su cui ci si trova (campagna, pavimento di piastrelle, sabbia, selciato bagnato etc...), spesso richiama la danza e s’ispira ai movimenti dei pupi siciliani.

Un elemento importante di questa scuola è il figurismo. Il figurismo è una sequenza obbligata di figure (posizioni) che anticipano il combattimento, rendendolo il più difensivo possibile ed al contempo ne caratterizzano lo stile adottato.

Si sa per certo che esiste una versione napoletana del Bastone che differisce dalla versione siciliana per la sua misura ridotta e per la tecnica che privilegia colpi a corto raggio, corpo a corpo e chiusura. Si utilizza molto per comprimere alcuni punti dolorosi del corpo che paralizzano letteralmente chi li subisce. Nella scuola napoletana non vi sono tecniche spettacolari (vedi i maneggi del bastone siciliano). Utilizzare il bastone napoletano è un po' come maneggiare un coltello.

Oggi l’arte del bastone è conosciuta con il nome “Liu-Bo”, dal cinese “bastone di Leo”, in onore del maestro Letterio Tomarchio, che è riuscito a farla diventare un’arte marziale famosa e riconosciuta.

Il sig. Tomarchio insegna il Bastone siciliano nella sua palestra di Giarre(CT) ed ha aperto anche un sito internet: www.liu-bo.it

Racconta dal suo sito:
"Un giorno mio padre, mentre eravamo riuniti in famiglia, mi raccontò che da
giovane anche lui aveva imparato le tecniche che servivano come arma di difesa e
offesa cavalleresca, il "bastone siciliano". Lo pregai di farmi vedere qualcosa,
e m’illustrò alcune tecniche che ricordava. Notai subito, oltre al lato
spettacolare, che mio padre, all'età di circa sessanta anni, con un manico di
scopa, annullava tutti gli attacchi che io, giovane, insegnante di Judo e
conoscitore di Jujitsu, Karate, Aikido, tentavo di portare"


Davide Cristaldi


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