mercoledì 8 ottobre 2008

Cambiamenti epocali cosa si deve aspettare il Sud?



Cosa succederà nel 2009 è difficile da prevedere, sicuramente il mondo come lo conosciamo oggi non sarà più lo stesso.Quel benessere relativo a cui siamo stati abituati negli ultimi anni è destinato a scomparire, mentre il credito a consumo che ha fatto letteralmente esplodere il numero delle società finanziarie, ha i giorni contati, e cio a seguito della fortissima riduzione di liquidità a cui sarà presto costretto ogni istituto di credito. La stretta creditizia si ripercuoterà su tutte quelle attività commerciali che si tengono ancora in piedi grazie al fatto che i clienti acqistano a rate, vi saranno migliaia di chiusure e licenziamenti di massa.

E' inutile tornare ai discorsi che abbiamo già ampiamente trattato su questo sito[1], ci limitiamo a ricordare ciò che dovrebbe essere fatto per tutelare almeno la nostra sussistenza basilare: risparmiare a più non posso, ritirare i soldi da conti correnti e tenerli a casa e chi può compri anche terreni agricoli ed oro.Oggi tutti i giornali si affrettano a dire che i depositi bancari sono assicurati fino a 100.000 euro, ma chi ci assicura che questi soldi ci saranno restituiti in tempo per non morire di fame?

Tempo fa scrivemmo che a causa dei mutati scenari geo-politici internazionali, l'Italia si sarebbe divisa giuridicamente in due[2].Molti hanno pensato che questa spaccatura fosse il federalismo fiscale, in realtà il federalismo sarà il detonatore, mentre il crack economico globale, l'esplosivo.

Politicamente potrebbe essere una disfatta per il Meridione, come potrebbe essere una riscossa, tutto dipenderà se alcuni movimenti, che noi crediamo si stiano facendo in Sicilia, raggiungeranno gli scopi prefissati.

La mancata approvazione dell'ormai noto articolo 20 della Bozza Calderoli, ha chiuso una volta per tutte l'ipotesi della riscossione delle accise sulle raffinerie Sicilia, con la mossa del governo Berlusconi, è sfumata l'unica possibilità che aveva la Sicilia, e di sponda il Sud continentale, per sopravvivere alla tempesta federalista.Non ci sono industrie sufficienti nel Mezzogiorno per sostenere le spese pubbliche meridionali.

Gli scopi della Lega Nord sono ormai chiari (dalle camice rosse a quelle verdi ben poco è cambiato), intendono centralizzare le nostre risorse e federalizzare i nostri debiti.

Le soluzioni per scampare a questo vero e proprio scacco al Re, ci sono ed abbiamo provato prima a rifletterci, poi a idealizzarle ed infine ci siamo buttati a capofitto sulla Rete per capire se qualcuno del governo siciliano abbia avuto le nostre stesse intuizioni.

Abbiamo provato a cercare degli indizi che possano se non provare, almeno essere fonte di dibattito nella speranza di trovare una soluzione al rischio più grande che, dai tempi della caduta del Regno delle Due Sicilie, il Sud sia mai andato incontro.

Abbiamo detto che l'articolo 20 è stato cancellato dalla Bozza Calderoli e quella che abbiamo scovato potrebbe essere il contrattacco di Raffaele Lombardo: un ricorso "per la riscossione della tassazione sul consumo dei prodotti energetici"[3].
Tale azione legale, si inquadra probabilmente, nella rivendicazione dei diritti esplicitamente menzionati nello statuto siciliano sul tema della competenza regionale della riscossione delle accise.

Dal lato finanziario, abbiamo notato che la Regione Siciliana, sta partecipando alla ricapitalizzazione del Banco di Sicilia[4](ricordiamo che tale istituto di credito, assieme a quello di Napoli, una volta erano fusi nel glorioso Banco delle Due Sicilie) e ci è venuto il sospetto che, il governo regionale, approfittando della fortissima crisi che sta colpendo Unicredit (a cui il banco di Sicilia appartiene e per il quale la regione siciliana possiede lo 0,6% delle azioni) ed approfittando del bassissimo prezzo delle azioni UNICREDIT (ai minimi storici dopo parecchie giornate di perdite a due cifre) tenterà il colpaccio di riscattare il Banco di Sicilia ed i suoi sportelli per farne una banca pubblica e di proprietà della Regione, per poi magari ricostruirci di sopra, il glorioso Banco delle Due Sicilie o equivalente.

Tuttavia questa mossa non avrebbe alcuna utilità in un regime di federalismo(filo-leghista), che senso ha avere una banca se poi mancano sia i fondi, sia le industrie che questi fondi dovrebbero finanziare? Diversa sarebbe la cosa se il federalismo non venisse adottato al Sud, e qui c'è l'azzardo: vuoi vedere che il federalismo fiscale alla fine riuscirà a partire per le sole regioni del Nord, mentre al Sud andrà in vigore lo Statuto Siciliano?

E' forse questa la famosa spaccatura che CIA, Massoneria[5] ed altri profetizzano?

Staremo a vedere, nel frattempo sono ben accetti commenti e dibattiti, per capire se questa o altre soluzioni migliori al micidiale mix federalismo+crisi economica, potrebbero essere adottate con successo.
[1] Ns. editoriale: "Presto un boom dell'agricoltura in Sicilia?"

[2] Ns. editoriale: "Condanna, dimissioni di Cuffaro e candidatura di Lombardo: le nostre previsioni fanno altri centri"

[3] Agenzia Asca, 8 ottobre

[4] Il Giornale, 9 ottobre 2008 - "La Regione Sicilia ha direttamente lo 0,6 per cento della banca. E il governatore Lombardo, a nome evidentemente dei suoi conterranei, ha già detto che sottoscriverà l’aumento di capitale"

[5] "Queste Nostre dure e chiare affermazioni sono dettate dalla consapevolezza della presenza, nel nostro Paese, di forze centrifughe straniere tendenti, anche se non coincidenti, alla divisione giuridica dell’Italia,
secondo criteri e parametri pre-1860. Abbiamo preso coscienza di ciò già dal secondo semestre dell’Anno Domini 2006 ed è per questo che la presente Allocuzione ha tardato nella sua annunciata uscita.Siamo di fronte ad una vera e propria controunificazione della nostra Penisola.Tutti i nostri passati appelli Massonici sono stati vani per frenare questa deriva e i risultati presto non si faranno attendere dandoci ampiamente ragione, come già accaduto a suo tempo, pur avendo preferito il contrario
per il bene delle nostre generazioni. Siamo, altresì, consapevoli che comunque un ulteriore tentativo debba essere consumato, ma non potendo più confidare su gran parte dei vertici delle “Comunioni Massoniche
Azzurre” presto ci attiveremo per interfacciarle con sistemi di microchirurgia. Ovviamente rimarremo sempre con un unico punto di riferimento: il Supremo Consiglio Madre del R\S\A\A\ di Washington"

12 commenti:

rrusariu ha detto...

Spero solo che Lombardo riesca a spuntarla sulla riscossione dell'accise in favore della Sicilia.
In quanto all'Unicredit penso che essendo l'attuale AD di provenienza siciliana possa dar fastidio a certi ambienti nordisti.
Se così fosse dovremmo meditare seriamente...

Aspettiamo novità, di certo se il governo si affretta ad assicurare i correntisti mi sa che si arriverà a tassare... ma come al solito in Italia si corre a portare l'acqua al mulino, e dopo averlo salvato ci tocca pure pagare di piu' la macina.
Alitalia docet, siamo tornati alla vecchia tassa sul macinato...
Da adesso in poi dobbiamo essere consapevoli dell'utilizzo dei nostri soldi. Ma demonizzare le banche in questo momento non serve a nulla, semmai piu' avanti con una situazione più calma ci dovrà essere un ripensamento sull'utilizzo dei nostri risparmi.

Comitato Storico Siciliano ha detto...

Ciao Rusariu,
per la fretta ho dimenticato di aggiungere la nota dell'agenzia secondo la quale il governo regionale parteciperà all'aumento di capitale di unicredit, inoltre ho corretto la percentuale di azioni possedute da Palazzo dei Normanni che ammonterebbe allo 0,6% e non allo 0,2% come precedentemenre scritto.

saluti

L'Ingegnere Volante ha detto...

Complimenti. Un bel pezzo, come sempre.

Cosa ne pensate del ricorso di Lombardo? Credete che il nostro riuscirà a spuntarla sulle accise?

Per quanto mi riguarda credo che l'ottenimento delle accise sia l'unica opportunità che abbiamo per riscattarci, date le condizioni socio-politiche attuali.

Abate Vella ha detto...

Aggiungo i miei commenti a questo ottimo quadro della situazione:

Sulla congiuntura economica credo che quello detto qui sia conciso ed esaustivo.

Sull'articolo 20 della bozza Calderoli c'é bisogno di una precisazione: la sua mancata approvazione dal punto di vista legale non cambia niente per la Sicilia. Il federalismo non si applica alla Sicilia sino a quando ci sará lo Statuto. Le accise si sarebbero dovute riscuotere prima come si dovranno riscuotere in futuro. Il punto é avere la forza politica (ma non solo...) di riscuoterle.

Gli scopi della Lega Nord sono quelli di Berlusconi, e sono proprio quelli citati da voi.

Su Unicredit sono d'accordo. Questo "movimento" é iniziato da tempo. Ho fatto presente come Unicredit e prima Capitalia abbiano apertamente sponsorizzato eventi celebrativi dell'indipendentismo siciliano del XX secolo. D'altronde non hanno scelta: rimanendo con l'Europa sanno che sarebbero spazzati via immediatamente come é successo a Fazio, Fiorani e tanti altri. Il crollo in borsa di Unicredit in questi giorni ed il modo in cui é stato pubblicizzato mi sanno di qualcosa di orchestrato dalle elite finanziarie europee che vedono chiaramente questi movimenti.

Lo Statuto Siciliano é l'unica arma che Sicilia e tutto il Sud Italia hanno per il riscatto. Perché configura un patto tra due nazioni e non tra una regione e lo stato. Per questo Berlusconi combatte Lombardo, perché vuole annullare lo statuto.

Ma la crisi economica ci sta aprendo spazi inaspettati.

Infine vorrei ricordare che la ricchezza nostra sono le risorse naturali (energia + posizione strategica) e questo é vero sia per la Sicilia che per tutto il Sud Italia (Puglia e Basilicata). Il che significa avere i mezzi per guardare oltre la crisi economica presente. Anche se é auspicabile che detta crisi la faccia finita una volta per tutte con il consumismo.

Comitato Storico Siciliano ha detto...

Non so se avete letto la parte che dice "operazioni di microchirurgia" Secondo voi un'operazione di microchirurgia potrebbe essere l'inoculazione di Sgarbi come Sindaco di Salemi, "prima capitale d'Italia"?

Adesso vi faccio leggere un resoconto di una conferenza "blindatissima" che si è tenuta a Salemi, guardate un po di che si è parlato...

http://www.mpa-italia.it/post_it/index.php?page=7

(messaggio 6661)

Abate Vella ha detto...

Si, Sgarbi é una operazione di microchirurgia.

Sto raccogliendo alcune notizie per mostrare come mai questa operazione in provincia di Trapani. Ed in quale veste Sgarbi si trova a Salemi.

Gli insulti di OT servivano a fare uscire chi la pensava diversamente.

Vorrei anche farvi notare il numero del messaggio: quel 666-1 potrebbe non essere frutto del caso...

Anonimo ha detto...

Bel post. Un contributo soltanto per migliorare la compiutezza storica dell'informazione, da storico economico. Prima dell'Unità d'Italia non c'era un unico banco meridionale di emissione, ma due (il regno era dualistico, come ben sai). Il Banco delle Due Sicilie nel Mezzogiorno continentale (trasformato poi in Banco di Napoli) e il Banco dei Regi Dominii al di là del Faro (trasformato poi in Banco di Sicilia). Sul Banco di Napoli non sono molto ben documentato, quindi non so retrodatarne abbastanza la nascita. Credo però che si sia trasformato negli anni '30 da vecchio Banco di deposito in moderno istituto di emissione e credo, se non ricordo male, che sia di istituzione murattiana. Ma non ne sono sicuro.
Il Banco di Sicilia, invece, nasce come "reali casse di corte" di Palermo e Messina negli anni '30, le quali introdussero le moderne operazioni bancarie nell'isola e mandarono progressivamente in pensione le due antichissime "Tavole" di Palermo e Messina, che operavano dal '500 e che cessarono del tutto la loro attività negli anni '50 del 1800. Per la loro residua funzione di banca "popolare" furono funzionalmente sostituite dalla Cassa di Risparmio "Vittorio Emanuele" (ahinoi!) fondata pochi anni dopo (1860).
Durante la rivoluzione del 1848 le due casse di corte furono "nazionalizzate" dal Governo rivoluzionario e costituite in "Banco Nazionale di Sicilia", con forma di società anonima e funzioni di moderno istituto di emissione (fino ad allora a parte le poche "polizze" emesse da quelle casse e dalle Tavole, tutta la circolazione era rappresentata da moneta metallica). Fra le condizioni poste dal governo rivoluzionario per la resa di Palermo, nel 1849, vi fu quella di mantenere l'autonomia monetaria del vecchio regno insulare almeno per le banconote(le emissioni di moneta della zecca di Palermo erano arrivate sino al 1834). Il Borbone rispetto i patti: nazionalizzò il Banco Nazionale di Sicilia e lo trasformò nel Banco dei Regi Dominii al di là del Faro di cui dicevo sopra.
I due Banchi, come noto, mantennero facoltà di emissione fino al 1926... e, teoricamente (art. 40 Statuto siciliano), per il Banco di Sicilia anche dopo il 1946... Ma questa è un'altra storia.
Grazie.

Comitato Storico Siciliano ha detto...

Ciao Massimo, onestamente non conoscevo tutti questi dettagli, così sono andato sul sito ufficiale del Banco di Sicilia ed ho trovato questi dati:

Nell'Ottocento comincia più concretamente a delinearsi la nascita del Banco di Sicilia. Nel 1843 il Banco delle Due Sicilie istituisce a Palermo e a Messina due Casse di Corte che poi, nel 1848, a seguito dei moti rivoluzionari, vengono riunite nel Banco Nazionale di Sicilia o Banco di Sicilia. Nel 1850, quest'ultimo si trasforma nel Banco Regio dei Reali Domini al di là del Faro, per poi riprendere, dopo l'impresa dei Mille e la costituzione del governo provvisorio, la precedente denominazione di Banco di Sicilia.

Anonimo ha detto...

Anch'io dunque ho fatto un piccolo errore retrodatando agli anni '30 le primitive "casse di corte", anziché al 1843, ma andavo a memoria. Per il resto ricordavo bene. Comunque abbiamo ricostruito la verità storica. E resta il fatto che le Due Sicilie oggi non hanno nulla di tutto ciò che avevano a quei tempi che la propaganda ufficiale italiana vorrebbe "barbari".
Un saluto.

Comitato Storico Siciliano ha detto...

A quanto pare l'amico Sgarbi ha finalmente gettato la maschera:
http://comitatiduesicilie.org/index.php?option=com_content&task=view&id=941&Itemid=79

Abate Vella ha detto...

Dicevo prima di Unicredit.

Ecco un interessante articolo in proposito:

http://www.siciliainformazioni.com/giornale/economia/31246/crisi-gossip-caccia-alessandro-profumo-intervista-bancario-dice-essere-informato-fatti.htm

Comitato Storico Siciliano ha detto...

Aggiornamento economico: sembra che i Pazzi abbiano deciso di stampare banconote per coprire l'incredibile montagna di liquidità elettronica.
Ci aspettano tempi duri, ma come la Storia ci insegna il piano più diabolico può fallire all'ultimo minuto.