Torneranno a Porto Empedocle (Agrigento) per essere collocati nella Torre Carlo V, due dei sei cannoni ottocenteschi che attualmente si trovano nella Rocca Paolina di Perugia. Un accordo in questo senso è stato firmato stamani, nel capoluogo umbro, dai sindaci dei due Comuni, Renato Locchi e Calogero Firetto. E' stata questa l'occasione per ricostruire la singolare vicenda dei cannoni, ai quali si era interessato anche lo scrittore Andrea Camilleri. Stamani era presente anche Giuseppe Agozzino, l'artefice dell'"asportazione", come egli stesso l'ha definita.
I cannoni, in ghisa, del peso di circa 900 chilogrammi ciascuno, erano stati costruiti ai primi dell'800 e installati nella fortezza borbonica di Porto Empedocle. Dalle ricerche fatte da Camilleri per l'ambientazione di un nuovo romanzo è risultato che erano stati poi usati come bitte per l'ancoraggio delle navi nel vecchio molo Crispi. Negli anni '60 del secolo scorso, con i lavori di ristrutturazione del molo, erano stati rimossi ed ammassati in una sorta di discarica. L'allora direttore della Azienda di promozione turistica di Perugia, Giuseppe Agozzino, nato a Porto Empedocle, li aveva visti, recuperati e fatti trasportare, in treno, a Perugia.
Nella Rocca Paolina di Perugia - riferisce una nota del Comune umbro - sarebbero probabilmente rimasti, continuando ad alimentare la credenza, per molti perugini, che facessero parte della Rocca stessa, se durante un'intervista televisiva lo scrittore Andrea Camilleri non avesse raccontato di quei vecchi cannoni borbonici usati come bitte, e se uno storico di Agrigento, sentendo l'intervista, non si fosse ricordato di Agozzino. Passo passo si è risaliti così a Perugia, fino alla richiesta di restituzione da parte del Comune di Porto Empedocle, nel maggio scorso. Oggi il sindaco Locchi nel ricordare, appunto, che i cannoni ottocenteschi sono meno antichi della Rocca Paolina, ha affermato che, essendo stata quest'ultima una fortezza dei papi, era plausibile per i perugini credere che quei cannoni ci fossero da allora. "Siamo ben lieti - ha detto ancora Locchi - di avere avuto l'occasione di approfondire e colmare questa lacuna storica, nonostante l'affetto che ci lega a questa vicenda oltre che ai cannoni".
Torre di Carlo V a Porto Empedocle (Molo di Girgenti) baluardo difensivo borbonico

Lo scrittore Andrea Camilleri ha intanto inviato al sindaco Locchi una lettera in cui ringrazia il sindaco e la cittadinanza che rappresenta, "per questo gesto di generosità e di grandissima civiltà".
fonte: http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/32852/sssss.htm
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