mercoledì 7 maggio 2008

Scopertura di una lapide il 10 maggio 2008 a Calabernardo.



Un meritato riconoscimento a Ferdinando II definito dai netini del tempo "Restauratore della Patria".
La giunta municipale, con delibera del 17 aprile, ha accolto la proposta dell'assessore alla cultura del comune di Noto di apporre a Ferdinando II di Borbone una lapide commemorativa nella piazza Stella Maris di contrada Calabernardo, nella facciata del Dott. Salvatore Mortellaro che ha immediatamente aderito alla richiesta di concedere l'autorizzazione.

La motivazione è chiaramente spiegata nel testo della delibera: Ferdinando II fu colui che nel 1837 restituì alla città di Noto il rango di Capovalle che le era stato tolto, dopo 9 secoli, con la riforma del 1817; nel 1844, concedendo al Papa il regio assenso (allora necessario) rese possibile l'erezione della Diocesi di Noto(antica aspirazione dei netini fin dal 1400) donando al nuovo Vescovo mons. Menditto la Regia Abbazia di S. Maria dell'Arco con le sue rendite, al fine di costituire la mensa vescovile.

Negli anni 1837-38 per ben quattro volte il Re e la Regina, con il loro seguito vennero a visitare Noto, sbarcando a Calabernardo (allo scalo di Balata) ed ospitati negli appartamenti detti "reali" all'interno del Palazzo Landolina dei Marchesi di S. Alfano.L'incarico di esecuzione della lapide è stato affidato ad un artigiano locale che la consegnerà a giorni. La cerimonia di scoprimento avverrà sabato 10 maggio.

E' questo, come ha delibarato la giunta municipale di Noto, un doveroso atto di riconoscenza della città di Noto ad un Sovrano che la beneficò più volte e a ben ragione fu definito dai netini del tempo "Restauratore della Patria". A distanza di quasi due secoli dall'unità d'Italia, Noto da un piccolo contributo ad una lettura positiva della storia dei Borboni.

Sarebbe, infatti, scioccco oltre che immensamente ingiusto mantenere su questa pagina di storia l'oblio nel quale finora è stata di fatto relegata.Invito tutti i simpatizzanti dei Comitati a fare sentire la loro voce e per quanto possibile ad essere presenti alla cerimonia.
Corrado Arato
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