giovedì 4 giugno 2009

Cosa succederà dopo il 7 giugno?


Perchè Berlusconi non è intervenuto nell'affare FIAT-OPEL, per il quale persino Tremonti ha avuto di che lamentarsi: "Berlusconi avrebbe potuto fare molto"(1).

C'è qualche particolare favore che Berlusconi spera di ottenere da Putin in cambio del disinteresse del governo italiano su OPEL?

Strano. Cosa ci sarà di più importante della firma sul Gasdotto Southstream (che solo ed esclusivamente Berlusconi ha il potere di mettere, per avviare l'imponente infrastruttura energetica alla fase esecutiva ) come punto di forza nei confronti dei russi?
Difficile capire cosa Berlusconi abbia chiesto a Putin come contropartita per Opel, ma deve essere qualcosa di più importante dello stesso progetto Southstream.

Qualcosa per la quale è valsa la pena di rinunciare alla gloria che un accordo FIAT-OPEL avrebbe portato al Silvio Nazionale ed al governo del PDL.

Il periodo storico che stiamo vivendo è delicatissimo sotto il profilo nazionale ed internazionale: la crisi economica, la perdita di influenza degli USA, l'avanzata della Russia, l'autonomismo meridionale che per la prima volta dal 1861 riesce ad alzare la testa per reclamare i diritti su nove secoli di storia e di supremazie nello scacchiere del Mediterraneo.
Berlusconi, sa bene che il gasdotto Southstream rappresenta il suo salvacondotta e che nel momento in cui firmerà il progetto esecutivo non sarà più tanto utile agli occhi di Putin.
Ma Silvio sa anche che la storica firma non potrà essere rimandata per sempre, ragion per cui è alla disperata ricerca di un modo per tenersi sulla cresta dell'onda anche nel dopo Southstream.

Durante l'ultimo vertice italo-russo, Berlusconi avrebbe assicurato a Putin il sostegno per il gasdotto(che di fatto ormai sarà il terminale europeo del gas russo) che per essere costruito, oltre alla firma, necessita il permanere delle attuali condizioni politiche nel Sud Italia, che risultano al momento favorevoli. Ma il problema non è solo il gasdotto, e qui ritorniamo in Sicilia che pure è terra di transito dei gasdotti maghrebini, sui quali peraltro hanno già messo le mani i russi tramite delle società miste russo-nordafricane (oltre che il rigassificatore di Porto Empedocle che sfrutterà il gas russo estratto dai giacimenti nigeriani.) ma è anche la nostra regione, centro strategico del Mediterraneo. Parecchi vecchi articoli su questo sito e molti che piano piano iniziano a fare capolino sulla rete, fanno intendere la Sicilia come la regione più strategica del Mediterraneo.Oggi si può dire senza ombra di dubbio che chi controlla la Sicilia, non solo controlla l'Italia, ma tutto il Mediterraneo.A dimostrazione di ciò c'è la base USA di Sigonella, vera e propria sentinella del Mare Nostrum, oltre che la Storia, la quale ci racconta di una Sicilia come obiettivo primario per la conquista dell'Italia da parte di eserciti stranieri, vedi la spedizione garibaldino-piemontese del 1861 o lo sbarco alleato nell'ultima guerra mondiale.

Le forze che fino ad oggi, o meglio dal 1992 hanno controllato la Sicilia, soffrono di vistose incrinature e questo perchè un partito dichiaratamente meridionalista, il Movimento per l'Autonomia a cui fa capo il presidente della Regione Siciliana, ha azzerato la giunta regionale composta da esponenti di partiti che invece hanno la loro "sede legale" a Roma.
L'ultima volta che successe, fu nel 1958, quando vennero persino dal Veneto(2) a far cadere la giunta di Silvio Milazzo.
Allo stesso modo nel 2009, il PDL annuncia che proporrà un ddl al Senato, già soprannominato "anti-Lombardo" che prevede la rimozione del segretario del MPA dalla presidenza regionale, sulla base della modifica dello Statuto Siciliano. Una vera e propria legge ad-personam (che per la prima volta nella storia d'Italia danneggia invece che favorire il diretto interessato)

Napolitano di cui sono note le simpatie per una certa sinistra, firmerà la legge contro Lombardo, affinchè si riequilibrino le forze politiche in Sicilia, che sono spropositatamente di centrodestra.
Ma potrebbe anche non farlo: una mossa del genere è rischiosa perchè prevede una forte esposizione, il vantaggio è che permetterebbe di colpire Berlusconi direttamente al cuore.

E' forse l'intraprendenza di Miccichè il motivo della (relativa) tranquillità di Berlusconi sul "Caso Sicilia"?A giornalisti il Presidente del Consiglio ha risposto con un perentorio: "se ne riparla dopo le elezioni".
Non verrà nemmeno in Sicilia a fare campagna elettorale.

L'OPEL IN CAMBIO DELLA SICILIA?

La domanda è questa: Berlusconi potrebbe aver architettato un ribaltone, ovvero la sostituzione di Lombardo con Miccichè, alla presidenza della Regione Siciliana, magari qualche settimana dopo le elezioni?
Se la risposta è si, Raffaele Lombardo anche se cosciente del rischio, sa che non può chiudere le porte all'unico alleato attualmente sulla piazza.

Pur tuttavia, Berlusconi sa che una simile operazione ha i suoi rischie e la situazione potrebbe sfuggirgli di mano, come Miccichè potrebbe davvero abbandonare il partito portandosi dietro tutti i fedelissimi e confermando una vecchia ipotesi che vede in futuro il PDL in minoranza in Sicilia(3).

Chi potrebbe approfittarsi di questa situazione, è il solito PD, seduta sulle rive del fiume Salso inattesa che passino i "cadaveri" dei suoi nemici politici, ma anche l'altra grossa componente della sinistra come l'IDV, portatissima da quei poteri forti nazionali ed esteri che all'unisono attaccano duramente Berlusconi(4).

Abbiamo notato ultimamente una piccola defaiiliance nelll'arte tutta berlusconiana di fare due facce, a seconda se ci si trovi a colloquio con il presidente Putin o con Bush, questa eccessiva sicurezza, forse douta al fatto che Berlusconi pensi che gli Stati Uniti siano ormai un'ex potenza, incapaci più di rivoltare come calzini gli stati europei, servi fedeli e un pò zerbini.
Infatti, Paolo Scaroni, amministratore delegato del cane a sei zampe, ormai dice apertamente di non credere più al progetto del gasdotto sponsorizzato dagli Stati Uniti: «Nabucco decollerà solo quando avrà il gas di Turkmenistan, Kazakistan e forse dell’Iran. Da quanto ho letto, questo non accadrà»(5).

Tornando al problema FIAT, l'attuale situazione non gioca a favore delle fabbriche di Termini Imerese e Pomigliano, ormai sul libro nero di Marchionne, il quale sarà parecchio irritato con il Governo per essere rimasto fuori dall'affare tra la casa automobilistica torinese e quella tedesca. Inoltre, alla lista degli stabilimenti meridionali sotto mira da Torino, si è aggiunto quello di Melfi, in Basilicata:
La Fiat denuncia all'opinione pubblica, alle istituzioni e ai sindacati ''la gravità'' della situazione provocata dalle agitazioni sindacali che interessano due imprese dell'indotto a Melfi, che sta provocando ''danni molto pesanti per i lavoratori e per l'azienda''(6).

Tale dichiarazione non promette nulla di buono, la Fiat è una società dissestata dal punto di vista economico ed il 2009 potrebbe essere l'anno di avvio di una strategia di dismissioni e di ritiro dell'Azienda oltre la linea del Po.Nessun problema sembrano avere le fabbriche Fiat dell'Europa dell'Est, dove oggi viene costruita la "500", grazie al basso costo del lavoro.


(1) Wall Street Italia, 30 maggio
(2) "Disse Aldo Moro: Più passa il tempo e più ammiro i Borboni", 14 maggio 2008
(3) "Condanna, dimissioni di Cuffaro e candidatura di Lombardo: le nostre previsioni fanno altri centri"
(4)
Repubblica, 1 giugno 2009
(5)
A Conservative Mind, sabato 30 maggio 2009
(6)
Affari Italiani, lunedì 1 giugno 2009

Nessun commento: