martedì 21 dicembre 2010
Augusta(SR) - Relazione del sopralluogo al telegrafo borbonico.
di Davide Cristaldi
Comitato Storico Siciliano
Quella del 19 dicembre è stata una giornata che ha messo un ulteriore tassello nella riscostruzione della storia borbonica siciliana.
Folto, interessato ed esigente il pubblico che ha partecipato alla spedizione di Cozzo Telegrafo, così come ho particolarmente apprezzato l'entusiasmo, la preparazione e la capacità di coinvolgimento di Ivan Alicata dell'associazione Natura Sicula e Luca di Giacomo dell'associazione Marilighea.
Fondamentale per il successo dell'iniziativa è stata la presenza dell'archeologo e storico locale Italo Russo, il primo ad aver trovato le fonti ed identificato i resti del telegrafo borbonico di Diavolodopera. Grazie a lui siamo entrati agevolmente nel sito ed abbiamo potuto ricostruire in maniera più che esaustiva quelle che furono le vicende storiche della stazione telegrafica.
Inaspettata quanto lieta la presenza di Carmelo Modica, uomo di provata fede borbonica che ho avuto modo di conoscere domenica quando si è unito alla nostra spedizione e con il quale spero si avvi presto una proficua collaborazione.
Da segnalare in Augusta la presenza dell'Associazione "Due Sicilie" guidata dal presidente Giacomo Casole, che ho avuto modo di conoscere sempre domenica, anche con la sua associazione mi auguro di poter organizzare presto qualcosa insieme.
Premessa storica
La zona in cui sorge il telegrafo ottico di Diavolodopera, altresì detto di "Diavolopri" o "Avolo d'Opra", è oggi conosciuto con il toponimo di "Cozzo Telegrafo" e si trova su un'altura tra Brucoli ed Agusta. La stazione telegrafica si trovava tra quella adiacente del fiume Simeto (Casa Portoghese) e quella del comune di Augusta (Terra Vecchia) Come appare nella legenda della cartina telegrafica del Regno delle Due Sicilie, "Diavolodopera" serviva anche per l'avvistamento e la segnalazione dei navigli che costeggiavano lo spazio di mare sottostante.
La data di costruzione esatta non la conosciamo, ma di certo risalente a qualche mese dopo il 1816, anno in cui fu costituito il Regno delle Due Sicilie ed istituito in Sicilia il sistema di comunicazione telegrafica ottica con il sistema Depillon (telegrafo a 3 braccia)
La spedizione
Partiti da Augusta abbiamo raggiunto Cozzo Telegrafo in 15 minuti circa. Questa montagnola, famosa per gli eventi bellici che la videro protagonista come importante caposaldo italo-tedesco per la difesa di Catania dall'esercito inglese guidato dal generale Montgomery, si presenta come un sistema irto di tunnel sotterranei, cunicoli, bunker, vasche per cannoni tutti costruiti durante la seconda guerra mondiale.
Giunti sulla sommità del cocuzzolo, il Sig. Russo ci ha mostrato il punto in cui sorgeva il telegrafo: abbiamo in effetti rinvenuto i resti dell'intonaco sui cui era poggiato il macchinario, i resti del muro perimetrale della casupola, di mattonelle della stessa e di tegole. Ma soprattutto, abbiamo trovato:
- due "T" (TELEGRAFO) incise nella roccia, rivolte verso i due telegrafi adiacenti,
- un bottone in ferro, arrugginito, con sopra quello che sembra essere un giglio borbonico (probabilmente smarrito da un ufficiale telegrafista) per il quale faremo una precisa perizia
- resti di piatti, zuppiere, vasellame in terracotta maiolicata in genere in uso nel'800, per i quali il Sig. Russo si occuperà di fare una perizia che dovrà stabilire la data certa.
La maggiorparte di questo materiale, così come diversi mattoni, sono stati rinvenuti anche a 20 metri di distanza, in tutte le direzioni, segno inequivocabile di un esplosione, certamente avvenuta durante i bombardamenti dell'ultima guerra: secondo i dati storici del nostro Armando Donato Mozer, responsabile del CSS per la provincia di Messina ed esperto di militaria, la stazione telegrafica borbonica fu fatta saltare la mattina del 15 luglio 1943 a seguito dei massicci bombardamenti inglesi, per terra e per mare, che alle 12.30 dello stesso giorno provocarono la caduta del caposaldo di Cozzo Telegrafo.
Finiti gli opportuni rilevamenti ed il sopralluogo, è stato esposto al pubblico un excursus storico del Regno delle Due Sicilie, è stata mostrata e spiegata la bandiera del Regno delle Due Sicilie così come la cartina telegrafica del Regno, oggetti rivelatisi particolarmente apprezzati come dimostra la salva di domande e curiosità a cui il sottoscritto ha riposto con piacere.
La stragrande maggioranza dei partecipanti era ignara della storia del Regno delle Due Sicilie e dei suoi primati, per questo la missione può dirsi più che compiuta.
Etichette:
cultura,
sicilia borbonica
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Salve.
Mi chiamo Giampiero Latini, Toscano, e come voi, amante della storia "minore" della sua terra. mi sono inbattuto nel vostro sito facendo una ricerca sui Telegrafi ottici.
Credo che la Vs opera sia assolutamente meritoria, difatti sono convinto che non sia la massificazione postunitaria che ci puo unire ma la giusta valorizzazione delle differenze che rendono "l'altro" degno di rispetto e di considerazione.
Un cordialissimo saluto.
Giampiero
Gentile Giampiero,
la ringrazio.
Peraltro mi pare che nel Granducato di Toscana si usassero lo stesso tipo di telegrafi del Regno delle Due Sicilie (Depillon)
Cordialmente
Davide Cristaldi
Posta un commento