"La città di Messina volle eternare le virtù di Francesco I, di felice ricordanza , erigendogli una statua di bronzo nella pubblica piazza, e fra' disegni presentati da molli valorosi artisti fu prescelto quello de' fratelli Subba di Messina a'quali l'opera venne allogata. Per tale operazione preferirono essi il metodo delle cere perdute, il più bello , ma il più arduo e difficoltoso. Pertanto i tre giovani artisti superarono gli ostacoli tutti con fatica e pazienza non ordinarie: e dopo un' anno di assiduo lavoro , alle ore 23 del terzo dì di gennaio 1834 fu accesa la fornace.
Alle ore 7 e minuti 6 della notte di quello stesso dì il metallo era già tutto liquefatto, il versamento nella forma interrata si fece in 5 minuti e pochi secondi, e di corto videsi tranquillamente traboccare da tutti gli sfilatori : spettacolo di dolce soddisfazione agli artisti , e di meraviglia somma ai circostanti. E rimarcabile, che la massa del metallo legata in bronzo statuario fu loro fornita da parecchi cannoni della flotta egiziana battuta e distrutta a Navarino. I giornali di Messina e di Palermo annunziarono questo bel trionfo dell'arte. Regolarità e precisione in tutte le sue parti : non bitorzoli, nò butteri , nò la benché minima scabrezza vi potè rilevare l'occhio de' critici e degl'invidiosi. Nella fisionomia di Francesco I. è nobilmente ritratta la sua figura in dignitoso atteggiamento ; che mentre coll'una mano impugna Io scettro, con la destra sporta in avanti accenna di proteggere. Il sinistro piede in atto di muovere un passo da alla statua anima e vita come di chi sente e spira. Folta ed in parte legata al vertice la chioma , e in molto altre ciocche sugli omeri si diffonde. L' elmo è foggiato alla greca , ha una criniera sovrapposta ad una sfinge ed è ornato di cavalli a bassorilievo, e cinto d'una corona di lauro. Le cosce sono coverte dalla lunichetta ed il torace dalla corazza. E mentre la trinacria sostenuta da due genii zanclei forma il fregio emblematico dell'usbergo, la spada col fodero ornato di figurini e arabeschi pende da un'armacollo tutto gemmato. Eleganti sono i calzari, che dal piede innalzandosi sino a mezza gamba hanno all' estremità superiore la maschera, ed il fermaglio inciso a squama a somiglianzà dei brindacoli. Da ultimo il manto leggero e talare veste il dosso senza nascondere la bellezza delle forme.
Alta palmi 12 e mezzo incluso il plinto, poggia sur un piedistallo, disegnato e diretto dagli stessi fratelli Subba unitamente agli altri bassi-rilievi che vi sono.
Nella fronte sul sommo del quatrifondo vi è scolpita una corona greca, con labaro, (monogramma di Cristo) ed un ramo di ulivo dinotanti le virtù religiose del Sovrano Francesco I. Dalla parte del nord una ghirlanda d'alloro, con caduceo ed una palma emblemi di gloria o di sapienza: da quella d'oriente un' altra simile ghirlanda di quercia con lancia e scimitarra che n'indicano la fortezza: ed a quella di mezzogiorno un diadema, un asta, ed uno scelttro gigliato a dinotarne l'impero. In fine ne' quattro fondi al disotto si osservano quattro bassi-rilievi con mirabile perfezione eseguiti. Può quindi preconizzarsi questa statua per uno de'più belli lavori del moderno scalpello."
Nella fronte sul sommo del quatrifondo vi è scolpita una corona greca, con labaro, (monogramma di Cristo) ed un ramo di ulivo dinotanti le virtù religiose del Sovrano Francesco I. Dalla parte del nord una ghirlanda d'alloro, con caduceo ed una palma emblemi di gloria o di sapienza: da quella d'oriente un' altra simile ghirlanda di quercia con lancia e scimitarra che n'indicano la fortezza: ed a quella di mezzogiorno un diadema, un asta, ed uno scelttro gigliato a dinotarne l'impero. In fine ne' quattro fondi al disotto si osservano quattro bassi-rilievi con mirabile perfezione eseguiti. Può quindi preconizzarsi questa statua per uno de'più belli lavori del moderno scalpello."
tratto da Poliorama Pittoresco - 1836 - Napoli
Tale statua fu collocata originariamente presso il Teatro Marittimo, nei pressi della Fontana del Nettuno, ed andò distrutta durante i moti del '48 per farne cannoni e proiettili, stessa sorte toccò alle statue di Carlo II e Carlo III (in bronzo)
2 commenti:
alle ore 28 ?
Corretto, grazie per la segnalazione
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