martedì 15 luglio 2008

Per il gas russo passaggio obbligato a Sud


Quella che doveva essere la via balcanica del gasdotto Southstream si sta rivelando un percorso ad ostacoli su un campo minato.

Sono troppi i paesi da attraversare nel progetto energetico di Putin e troppi i contratti da stipulare, tant'è che un disaccordo con una delle tante parti potrebbe far saltare ogni accordo: la strategia americana di
"spezzettamento" dell'area balcanica in funzione anti-russa ha avuto dunque successo.

Allo stesso modo la macchina cospirativa USA, organizzatrice delle "rivoluzioni colorate" nei paesi dell'ex Blocco Sovietico, è riuscita ad instillare negli "stati cuscinetto" di Lituania, Lettonia, Ucraina ed altri, una certa ostilità nei confronti di Mosca.

Austria, Serbia, Germania, Romania, Albania, Ungheria, Croazia, Slovenia sono i paesi che bisognerà "convincere" per costruire il gasdotto.
Non sarà facile convincere queste nazioni, soprattutto le più filo-americane(o filo-UE, tanto fa lo stesso) a concedere il proprio suolo al passaggio della pipeline, ne sarà facile, sempre per lo stesso motivo,
accordarsi per le ghiotte royalties.
E l'Europa dei Banchieri tenterà in ogni maniera di mettere il bastone tra le ruote a Putin(1).

Nubi nere in vista per il gasdotto Northstream, il cui progetto prevede la posa delle tubazioni sotto il Mar Baltico (mossa che consentirebbe alla Russia il risparmio del pagamento delle royalties a Estonia e Lettonia) ma la mossa a sopresa del referendum popolare(2), ha consentito alla UE di sospendere l'avanzamento dei lavori della Pipeline.
Anche la Germania, per bocca di Angela Merkel, ci mette del suo: "non sono state superate tutte le difficoltà", e bisogna impegnarsi in tal senso per eliminare le riserve reciproche. Restano insomma parecchi punti di domanda sul "tubo" sottomarino che bypassa Varsavia, Tallin, Vilnius e Riga.

A questo punto e considerato l'ostruzionismo che la Russia sta riscontrando con i paesi dell'Europa settentrionale ed orientale, non rimane che puntare tutto nel "passaggio a Sud" in particolar modo sul gasdotto Southstream che attraversa i seguenti paesi: Russia-Bulgaria-Grecia per riaffiorare ad Otranto, nelle Puglie.

Gazprom, società energetica del Cremlino è parecchio interessata anche ai gasdotti che dall'Africa settentrionale giungono in Sicilia e sono già stati fatti diversi accordi(3) che hanno garantito alla Russia, la gestione in prima persona dei giacimenti libici ed algerini.

Ma un nuovo colpo è stato appena messo a segno dalla "diplomazia energetica" russa: è stato siglato un accordo con la Libia per la costruzione di un altro gasdotto(4), salgono così a 4 le pipeline che
faranno delle nostre regioni, il punto di snodo del gas euro-afro-asiatico per il rifornimento delle industrie e delle case degli europei.


[1] Portalino, 17 giugno 2008
[2] Kommersant, 28 maggio 2008
[3] "Vicino l'accordo Gheddafi-Putin, per l'hub del gas è quasi fatta"
[4] Alice News, 11 luglio 2008

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