lunedì 21 gennaio 2013

Il primo cavo telegrafico sottomarino, primato piemontese o borbonico?

Gli storici piemontesi e quelli borbonici si contendono il Guiness del primo cavo telegrafico sottomarino d'Italia, se consideriamo la data d'immersione a vincere sono effettivamente i piemontesi, ma quest'ultimi si affidarono esclusivamente ad una società britannica, mentre i borbonici per posare il cavo utilizzarono  uomini e tecnologia "Made in Due Sicilie". Ai lettori dunque, la sentenza finale.



Il cavo sottomarino - Liguria - Corsica Sardegna. (24 luglio 1854)
Il progetto della linea telegrafica sottomarina La Spezia - Corsica, prevedeva un collegamento fino all'Africa Settentrionale a Bona (oggi Annaba, Algeria) passando per la Sardegna.
La direzione dell'impresa fu affidata alla società inglese dell'ingegnere J. Watkins Brett, che ne assunse anche la concessione per 50 anni.
I cavi furono forniti dalla ditta Tupper e Carr di Londra, che ne affidarono la costruzione alla ditta Kuper e C. di Londra. La guarnizione ed il rivestimento di tali fili con la gutta-perca(isolante utilizzato all'epoca) fu invece affidata alla società di S.Statham, sempre londinese.
Ogni cavo era composto da sei fili di rame da 1 millimetro e mezzo, mentre il diametro esterno assommava a 40 millimentri.
Tutto il materiale, del peso di 800 tonnellate, fu trasportato a La Spezia dal piroscafo inglese con propulsione ad elica "Il Persiano" che arrivò a Genova il 19 luglio del 1854 ed a La Spezia il giorno dopo. Fu scelto come punto di immersione del cavo, la foce del torrente Magra presso il piccolo Forte di Santa Croce.
Durante la posa dei cavi, a poche miglia dalla costa si verificò la rottura di uno dei fili di ferro dell'involucro, che portò ad un considerevole ritardo dell'operazione di posa.
il 24 luglio, alle ore 18:30 il vapore raggiunse finalmente la Corsica, fu scelto Capo Corso come punto di emersione del cavo. Nel mese successivo, fu calato il secondo tratto sottomarino che collegava la Corsica meridionale alla Sardegna, attraverso lo stretto di San Bonifacio.
Nel 1855 si doveva procedere alla stesura del terzo ed ultimo tratto sottomarino, tra capo Teulada, nella parte meridionale della Sardegna e le coste algerine, ma il progetto fu abbandonato a causa di un incidente che spezzò il cavo rendendolo irrecuperabile.
Il collegamento funzionò fino all'aprile del 1864, quando un guasto lo rese irreparabile.

Il cavo sottomarino Calabria - Sicilia (25 gennaio 1858)
Alla fine del settembre del 1857 l'ingegner Jacopo Bozza, incaricato del Real Governo, aveva ormai completato e congiunto tutte le stazioni della rete telegrafica siciliana. Tutti i dispacci provenienti dalle varie città dell'Isola per il Continente, venivano trascritti e trasportati via barca per lo Stretto ed a Reggio venivano ridigitalizzati con una macchina Henley.
Tuttavia i ritardi considerevoli e le proteste dei commercianti isolani nell'invio dei dispacci a Napoli ed all'estero, sostenuti dal Direttore della Telegrafia Siciliana D'Amico e dal Ministro per gli Affari di Sicilia, convinsero il Governo a posare un cavo sottomarino attraverso lo Stretto.
La carrucola che avvolgeva la bobina di cavi e la struttura metallica che sosteneva il marchingegno furono prodotti parte nell'officina di Pietrarsa, parte in stabilimenti privati, mentre il disegno fu sviluppato dall'Arsenale. Il costo del cavo, acquistato in Inghilterra, fu di circa 7000 ducati.
Il 25 gennaio del 1858, servendosi del brigantino "Principe Carlo" sul quale era montata la puleggia, del Piroscafo "Il Miseno" e del "Veloce", appartenenti alla marina duosiciliana, l'ingegnere borbonico Jacopo Bozza posò le 4 miglia di cavi telegrafici necessari per coprire la distanza tra Villa San Giovanni - Cannittello e Messina - Ganzirri.
La struttura telegrafica sottomarina passò immediatamente sotto il controllo statale e non fu data nessuna gestione in concessione.
Il 2 giugno 1858, l'ingegner Bozza posò un nuovo cavo telegrafico sottomarino, telegrafico lungo 20 km, tra la Real Cittadella di Messina ed il Forte di Reggio.
E' degno di nota il fatto che nuovi esperimenti di posa da parte del Governo Italiano, avvenuti dopo il 1861 furono dei fallimenti, soltanto nel 1863 fu stabilito un cavo dall'ingegnere materano Pentasuglia, tra Bagnara Calabra e Torre Faro (Messina), che funzionò per qualche anno.

Fonti:
D. Lardner, Diversi Mezzi di Comunicazione, Tip.Francesco Vallardi, Milano, 1860,  pp.220-221

Archivio storico della Camera dei Deputati, "Convenzione per l'esercizio del telegrafo sottomarino dalla Spezia a Cagliari ed oltre", volume XVI, 19-01-1858, 129, 131-151, 156-194 cc.  (51 cc.) 


Lenormand, Payen, Nuovo Dizionario Universale tecnologico, Tomo LIV, Tip. Giuseppe Antonelli, Venezia, 1856 pp.   147-148-149

Davide Cristaldi
Comitato Storico Siciliano

Nessun commento: