lunedì 13 giugno 2011

"Una mostra con strascichi razzisti che mi offende"



SAN MAURO. LA POLEMICA DI UN GENITORE SICILIANO IN VISITA ALLA RASSEGNA SUL 150° ORGANIZZATA DALLE SCUOLE

San Mauro - Massimo Plescia ha un bimbo che frequenta la scuola elementare.
Come tanti altri genitori ha visitato fra il 25 e il 27 maggio la mostra allestita dal circolo didattico sanmaurese al'interno della sala al piano terra del Comune.Tanti cartelloni e tante storie di personaggi che hanno contribuito all'unità d'Italia.
"Purtroppo i libri di storia - interviene Plescia - sono ancora fermi ad una propaganda di tipo savojardo, questo lo sappiamo. D'altronde la storia la scrivono i vincitori.Quello che mi ha ferito l'altro giorno è che gli insegnanti hanno fatto appendere immagini di briganti meridionali scannati ed altre foto, che mi sembrano tanto quelle degli identikit di Cesare Lombroso con i suoi "psicocriminali". E sotto campeggiavano didascalie del tipo "contadino del Sud" ed ancora immagini di braccianti vestiti di stracci, accanto a borghesi piemontesi.A sottolineare la differenza di status"

Il genitore è rimasto interdetto ed ha deciso di chiedere a un insegnante di togliere quei cinque o sei cartelloni ritenuti offensivi sulla dignità di chi al Sud ci è nato e cresciuto.
Ed è, ovviamente, orgoglioso di essere meridionale.
"Mi hanno guardato come si guarda un mostro - prosegue -.Così me ne sono andato e sono tornato il giorno dopo. I cartelloni erano sempre li. Un bimbo di quinta mi ha fatto da Cicerone e mi ha spiegato che i bambini del Nord vestivano bene e, invece, quelli del Sud erano tutti dei poveracci, lerci e sporchi.

Anche sulla questione del brigantaggio i bambini hanno le idee poco chiare, perchè i libri di storia non raccontano che gran parte delle bande di briganti erano composte da semplici contadini che avevano risposto all'appello del Re Francesco II, ormai in esilio, di non sottomettersi ai Savoja, di continuare a combattere. I meridionali venivano considerati tutti alla stessa stregua dalla legge Pica: da giustiziare per il solo fatto di essere nati al Sud".

E' indignato Massimo Plescia, ma pronto a mettersi a disposizione della Direzione Didattica per allestire una nuova mostra ed organizzare un dibattito. Questa volta con argomentazioni che tengano conto anche dei primati stabiliti al Sud nel periodo per-unitario: dal primo telegrafo alla prima ferrovia, dalle scuole pubbliche e libere alla legge sulla leva obbligatoria.Cose che i libri di storia proprio non riportano.

Con altri studiosi della storia del meridione, Plescia sta dando vita ad un'associazione Pro-Sud:"Non si tratta di un'iniziativa anti-unitaria, sia ben chiaro, ma per far conoscere la storia del Meridione. Quella vera e troppe volte taciuta".

1 commento:

Anonimo ha detto...

......bravo, è ora che si scopri il vero "risorgimento"!!!!