giovedì 28 gennaio 2010

Saranno finalmente recuperati i cannoni borbonici di Capo Peloro


(Cannone del Regno delle Due Sicilie abbandonato tra le immondizie)

Le istituzioni si sono finalmente decise a recuperare i cannoni borbonici che da 150 anni giacciono semisepolti sulla sabbia, fungendo da cassonetti per la spazzatura per i pescatori del luogo.

Nell'articolo i cannoni vengono chiamati "risorgimentali", ma poco importa.
Si occuperà del recupero e del restauro la Marina militare.

Riproproniamo per approfondimento anche l'articolo con il quale due anni fa denunciammo il vergognoso stato dei pezzi di artiglieria e la loro storia.

CONCLUSO IL TAVOLO TECNICO E VIA LIBERA ALLE OPERAZIONI DI RECUPERO E RESTAURO
Messina 27 gennaio 2010 - Ha avuto luogo questa mattina, con inizio alle ore 10.00, presso la Capitaneria di Porto di Messina il tavolo tecnico finalizzato al recupero dei cannoni risorgimentali ubicati a Capo Peloro.

Erano presenti il comandante della Capitaneria di Porto, capitano di vascello Nunzio Martello, l'assessore comunale alle politiche del mare, Giuseppe Isgrò, il direttore del Museo storico della Fortificazione permanente dello Stretto di Forte Cavalli, prof. Enzo Caruso, il direttore dell'Arsenale militare, ingegnere Gian Francesco Cremonini, i rappresentanti della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, architetto Daniela Sparacino e dottor Osvaldo Prestipino, della Polizia Municipale ed il tenente colonnello Roberto Mancuso della Brigata meccanizzata “Aosta”.

Prende corpo la significativa iniziativa di recupero e valorizzazione del patrimonio culturale della città dello Stretto lanciata recentemente nel corso della trasmissione televisiva “Liberi e Forti” e subito recepita dalle Autorità civili e militari.
Nel corso della riunione il professore Caruso ha illustrato la documentazione storica raccolta negli archivi dell’Arma del Genio di Roma e dell’Archivio di Stato di Messina, relativa alla presumibile origine storica dei cannoni. Successivamente, il comandante Martello ha aperto i lavori sottolineando l’intento di restituire alla città un’importante pagina di storia all’insegna della massima economicità: la sinergia fra le Istituzioni diventa, dunque, garanzia per la riuscita dell’operazione.

Alle ore 9.30 del 28 gennaio 2010 avranno inizio i lavori di recupero dei cannoni a cura del Comune di Messina e con la supervizione dei responsabili della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali. Sarà presente, inoltre, quale supporto specialistico, personale qualificato della Capitaneria di Porto, dell’Arsenale Militare e della Brigata Meccanizzata “Aosta”. Successivamente i reperti verrano trasportati all’Arsenale Militare per il restauro.

Fine ultimo dell’intera attività sarà la realizzazione di un monumento nell’ambito del più ampio progetto di riqualificazione dell’area di Capo Peloro. Giova sottolineare la disponibilità manifestata dall’architetto Nino Principato per l’esecuzione del “bozzetto” e della dittà Ansaldo per la fornitura, a titolo gratuito, dei materiali necessari per l’allestimento.

fonte: http://parcodeinebrodi.blogspot.com/2010/01/messina-i-cannoni-risorgimentali-di.html

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie dell'analisi delle vicende in Sicilia! Situazione veramente complicata e difficile anche da interpretare nonostante che segua giornalmente i fatti su Sicilia Informazioni. Mi sono resa conto che è quasi impossibile capirne le dinamiche per che non ci vive.Un saluto e...buon lavoro.Ci vedremo a Gaeta!Caterina

Anonimo ha detto...

la cosa ridicola è che li stanno recuperando 4 filogaribaldini, che li hanno chiamati i cannoni di garibaldi ahah, molto porbabilmnente per giustificare il recupero, altrimenti mai messo in opera, cose da pazzi, siamo al ridicolo, questa è l'italia

Anonimo ha detto...

ricordo che i nomi che sono stati fatti circa coloro che hanno recuperato i cannoni, si riferiscono a gente filogaribaldina che odia tutto ciò che è borbonico, quindi sarebbe meglio eliminare tali nomi, anche perchè sono loro stessi che dicono che i cannoni sono garibaldini, forse per poterseli fregare