mercoledì 30 settembre 2009

Garibaldi, la massoneria ed il ruolo dell'Inghilterra nella conquista delle Due Sicilie


Ho avuto la fortuna di visitare il museo del Risogimento di Milano in cui sono presenti decine di scaffali e vetrine contenenti grembiuli, sciarpe, attestati, simboli vari, medaglie delle varie logge massoniche italiane relative a Garibaldi ed altri.
Nel 1863, il Gran Maestro della Loggia di Sicilia era proprio Giuseppe Garibaldi(1).

E' degno di nota il programma di accoglienza che gli inglesi avevano preparato per la famosa visita di Garibaldi a Londra, avvenuta dopo la conquista delle Due Sicilie:

"Mentre Garibaldi appressavasi all' Inghilterra per la via di Gibilterra, più meeting si adunavano a Londra per fornire i preparativi di uno splendido ricevimento. La più importante di queste adunanze fu tenuta a Wellington-Club Strand ove si raccolsero i deputati del Commercio, delle Società operaje ed altre congregazioni politiche.
Martedi, al Wellington club Strami, ebbe luogo un meeting dei delegati del commercio di molte società operaie e corpi organizzati onde prendere risoluzioni sul modo di ricevere Garibaldi, che si aspettava a Southampton il 3 aprile.
Intervennero al meeting 100 delegati, non che il signor Taylor, membro del Consiglio municipale e segretario del Comitato di ricevimento della città.
Il presidente, signor Cramer, avendo aperta la seduta, il segretario onorario disse che Garibaldi, dopo aver fatto una corta visita al signor Seely, membro del Parlamento , all' isola di Wight, giungerebbe probabilmente a Londra la settimana dopo, e che in questa occasione i delegati decisero di formare una processione, il 3.° dei volontari di Londra, della brigata degli operai, servirebbe di guardia d' onore, col pieno consenso del comandante maggiore Richardson.
Il sig. Richardson disse che il Comitato della città si riunirebbe fra pochi giorni, e che era da desiderarsi che il Comitato degli operai e quello della città s' intendesse per rendere la dimostrazione più imponente. Disse poi le ragioni del viaggio di Garibaldi.
Le risoluzioni adottate furono le seguenti:
1. Il meeting ha udito con piacere che il generale Garibaldi è per visitare l'Inghilterra e considera come stretto dovere per ogni classe d' inglesi di unirsi per dare il benvenuto al patriota ed eroe italiano.
2. Il meeting raccomanda che Garibaldi sia ricevuto e scortato a Londra da una organizzata processione delle società di amici (friendly) ed operaio, e da ogni altro corpo di operai desiderosi di prendervi parte;
3. Che gli operai debbano offrire un banchetto a Garibaldi;
4. Che mentre il comitato rimane sempre il comitato degli operai, sarà pronto a cooperare con ogni altro Comitato.
Il signor Richardson annunziò che il sig. Slapleton porrebbe alla disposizione della processione del Comitato ogni quantità di carri o cavalli che saranno necessarii, gratis. Disse di più, essere sua intenzione di proporre, nella prima riunione del Consiglio municipale, che si presentino a Garibaldi le franchigie della città di Londra, e che gli si dia un banchetto al palazzo di città o al Guildhall.
Dopo le altre solite formalità, il meeting si sciolse.
I signori Richardson e Taylor scrissero al Morning Post per dire che Garibaldi arriverebbe a Southampton il 3 aprile, che passerebbe 10 o 12 giorni all' Isola Wight, e che probabilmente giungerebbe a Londra il 16.
Leggevasi nel Times: - Fra pochi giorni uno degli uomini più rimarchevoli delI' Europa porrà il piede sulle nostre spiagge - "
(2).

Cosa disse Garibaldi durante quella cerimonia di accoglienza degna di un principe, lo troviamo scritto in "Letture di famiglia,Tohuar, Firenze, 1863":

"Garibaldi nei vari discorsi tenuti in diverse occasioni al popolo inglese ha ripetuto che senza il soccorso prestatogli dall' Inghilterra non si sarebbe fatta l'Italia , perchè fu l'ammiraglio Mundy che protesse il suo sbarco a Marsala e il passaggio dello stretto di Messina, ma sarebbe stato giusto anche il ricordare che senza l'aiuto ben più efficace dell' Imperator Napoleone non si sarebbe strappata la Lombardia agli artigli dell'Austria, che senza la protesta armata francese contro ogni intervento nelle cose d'Italia, noi non avremmo potuto portare a così buon punto l'unificazione della patria, nè Francesco Secondo sarebbe stato solo a resistere contro il molo popolare che tanto aiutò Garibaldi a levarlo di trono; e che infine, quando trincerato in Capua ed ultimamente a Gaeta serbavasi abbastanza in forze per tentare di riprendere il regno; senza la inibizione d'ogni intervento straniero fatta dalla Francia all' Europa, l'esercito italiano non avrebbe potuto traversare le Marche, sconfiggere la bordaglia guidata da Lamoricière e prestar man forte a Garibaldi sul Volturno e sul Garigliano e compiere l'espugnazione di Gaeta".

Ancora su "Roma, Napoleone III e i ministeri italiani sguardo al passato e all'avvenire, Livorno, 1868" si legge:

"Garibaldi nel 64 a Londra rispondendo alle dimostrazioni di simpatia nel palazzo di cristallo diceva: «Senza l'ajuto di Palmerston, Napoli sarebbe ancora Borbonica, senza I' Ammiraglio Mundy, non avrei potuto giammai passare lo stretto di Messina"

Sempre in uno dei suoi discorsi al popolo inglese, accorso per acclamare solennemente Garibaldi, l'eroe di Marsala disse:

"Non è la prima volta che ho ricevuto prove non solo in parole, ma in fatti ( applausi ). Questa simpatia mi venne mostrata in varie circostanze della mia vita, e più specialmente nel 1860, quando senza l' aiuto della nazione inglese sarebbe stato impossibile compiere quanto facemmo nell' Italia meridionale ( grandi applausi }. Il popolo inglese ci somministrò uomini, armi, danaro; egli soccorse a tutti i bisogni dell' umana famiglia nei suoi sforzi per conquistare la libertà. Quel che dissero e fecero gl' Inglesi per noi, merita l' eterna gratitudine degl' Italiani (fragorosi applausi ). Per rispondere ad alcune nobili e generose parole del sindaco, vi dirò non aver sacrificato alcuna parte della mia vita per la causa dell' umanità; credo però aver fatto qualche cosa, una parte del mio dovere, del dovere di ogni uomo ( applausi ). Non mi resta che rendervi i più vivi ringraziamenti per la vostra generosa simpatia e per la vostra cortese accoglienza"(3).

In quei giorni si segnalarono degli scontri tra sostenitori di Garibaldi ed irlandesi.

Davide Cristaldi


(1) Memorie per la storia de' nostri tempi dal Congresso di Parigi nel 1856 ai giorni nostri - Torino - 1865
(2) Cronaca della guerra d'Italia - Rieti - 1865
(3) Ivi.

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