Visualizza il sito web di La 7 ed i commenti alla trasmissione
Ma oltre al caso Placido, ci sono una moltitudine di neo-ascari, meridionali molto attivi, che frequentano siti o che posseggono visitatissimi blog sui problemi del Sud, che la pensano allo stesso modo di Placido. Basta leggere gli stessi commenti che si trovano sulla pagina web che contiene il video con l'attore pugliese.I neo-ascari in genere sono a favore dell'abolizione dello Statuto Siciliano, sono firmatari di petizioni per l'invio dell'esercito in Sicilia, ritengono inaffidabili tutti i politici siciliani, ma ammirano tutto ciò che viene da nord, chiaramente "per il bene della Sicilia"
C'è da dire però che i neo-ascari si distinguono dai più classici ascari per il fatto che essi non sono coscienti di essersi venduti all'intellighenzia padana o al suo potere politico.
[1] vedi anche: "Lega al Nord, Lombardo al Sud: finalmente la politica si adegua al territorio." [2] approfondimento: "La vita di Ferdinando II"
[Leggi tutto...]
(Cannoni borbonici abbandonati tra le immondizie)
Sulla spiaggia di Capo Peloro in località Lanternino, a due passi dalla torre dell’omonimo Capo e subito accanto (a sud) all’imponente traliccio ex Enel (Pilone), giacciono semisepolti nella sabbia alcuni (oggi se ne vedono 2 ma è probabile che ve ne siano altri insieme a reperti vari) pezzi di artiglieria in bronzo ad avancarica ed anima liscia, risalenti al XVIII° secolo.
Secondo alcune fonti prodotte in primis da pochi benemeriti che in vari modi (libri ecc) ma invano hanno evidenziato il caso, seguiti da coloro che da diverso tempo cercano di rendere il più possibile nota la faccenda, si tratta di artiglierie Borboniche (o comunque Inglesi, in periodo preunitario ancora alleati dei Borbone) abbandonate poco prima dell’arrivo dei garibaldini a nord della città.
Ciò è tuttavia da verificare, ma al momento non è possibile effettuare accertamenti più specifici poiché la posizione dei cannoni (con la volata all’insù ovvero in verticale) non permette ciò in quanto eventuali segni, simboli o iscrizioni (ruggine permettendo) sono solitamente presenti o sul campo di lumiera e la cintura di volata o sulle orecchioniere, parti posteriori e centrali attualmente sepolte dalla sabbia.
Ad un primo esame esterno i due pezzi attualmente visibili sembrano essere rispettivamente un mezzo cannone detto anche da 32 libbre, lungo circa 3.600 metri con un peso di 3.000 Kg (con ancora una palla infilata nella bocca) ed un quarto di cannone detto anche da 16 libbre lungo 3.400 metri con un peso di 2.000 Kg, che utilizzava palle da circa 7,8 chilogrammi. (oppure un Sagro da 8 libbre con lunghezza di 2.800 metri e 1.000 Kg di peso).
Nonostante il vergognoso ed ingiustificato abbandono sia dei pezzi (notare l’attuale utilizzo) che della spiaggia circostante, le condizioni sono tutto sommato buone, ma onde evitare che la ruggine ne consumi del tutto la struttura (nella speranza che la parte sepolta sia ancora in condizioni tali da essere dissotterrata), si rende urgente il recupero e la collocazione in un luogo certamente più consono e dignitoso.
Premesso ciò e di fronte a tali pregevoli testimonianze storiche, non si capisce ne il motivo della totale indifferenza degli organi invece preposti alla loro tutela, e di tutti coloro che troppo spesso solo a parole si occupano di recupero e valorizzazione di beni culturali ecc, ne la disparità di trattamento con i due cannoni Inglesi invece recuperati, restaurati ed attualmente posizionati sul lungomare nella poco distante località di Pace.
 A sinistra, altro cannone abbandonato.A destra un cannone inglese che invece è stato "inspiegabilmente" restaurato.
Dunque la situazione attuale non è assolutamente tollerabile, anzi è aggravata e nel contempo resa ridicola dal fatto che tecnicamente il recupero sia piuttosto semplice dato che gli oggetti in questione sono ben visibili e sepolti sotto qualche metro di sabbia, quindi una volta verificate le condizioni, facilmente recuperabili e restaurabili sia dal punto di vista metodico che finanziario.
Ricordando che come sempre in altre realtà più sveglie e dinamiche di quella locale, vengono spesso effettuati recuperi di ben più ampia portata e difficoltà, si ribadisce in conclusione il fatto che in questo caso non esistono ostacoli di sorta, bastando pochi mezzi, poche risorse e molta buona volontà e voglia di riscoprire e tutelare tutto ciò che appartiene alla gloriosa storia della città, già oscurata ed ulteriormente vilipesa ed oltraggiata da insopportabili situazioni come quella qui descritta.
Armando Donato Comitato Storico Siciliano Messina
[Leggi tutto...]
 1861, fucili piemontesi all'opera In questi giorni è scoppiata una polemica(come quelle tipiche delle campagne elettorali) per una frase inopportuna di Bossi secondo cui i "padani dovrebbero imbracciare i fucili se le schede elettorali non dovessero essere ristampate" A questa notizia fa eco la dichiarazione di Raffaele Lombardo, secondo cui "anche i siciliani dovrebbero imbracciare i fucili, che sono però a salve, ma la vera arma è lo statuto autonomo" Non avremmo dato molto peso a queste dichiarazioni se non fosse stato per un pessimo e parziale articolo dell'ascaro Alfio Caruso, giornalista del quotidiano piemontese "LA STAMPA", il quale ha dimostrato di conoscere (chiaramente a sua convienienza) solo a metà la storia, infatti il signore in questione si è dimenticato che i primi ad imbracciare i fucili, contro i meridionali furono proprio i bersaglieri piemontesi, capeggiati da Giuseppe Garibaldi.
E' ormai noto a tutti che i garibaldini, sulla carta solo mille(la maggiorparte provenienti da Bergamo) in realtà erano più di 20.000 in quanto il Conte di Cavour con lo stratagemma della finta diserzione, fece sbarcare sulle coste siciliane i suoi bersaglieri e carabinieri reali, che così apparivano come volontari.
Gli effetti di tale invasione, peraltro infame in quanto effettuata senza alcuna dichiarazione di guerra al regno borbonico, si notarono fin da subito: tra gennaio ed ottobre del 1861 vi furono nelle provincie del Sud 9.860 fucilati, 10.604 feriti, 918 case bruciate, 6 paesi distrutti, 12 chiese depredate, 40 donne e 60 ragazzi uccisi, 13.629 imprigionati, 1428 comuni insorti ed esemplarmente puniti.
Si rinfreschi la memoria caro Caruso, le dice nulla l'eccidio di Bronte(CT) eseguito dal macellaio Nino Bixio o la distruzione di Pontelandolfo e Casalduni (BN) operata dal criminale di guerra Enrico Cialdini?
Perchè Concetto Gallo ed Antonio Canepa, morti per liberare la loro terra, non dovrebbero avere una via dedicata, mentre agli assassini piemontesi sopracitati hanno intitolato piazze e strade in tutta Italia?
Ma il cecchinaggio piemontese non si ferma al solo Risorgimento, dopo l'Unità d'Italia si contano, nella sola Sicilia, ben 5 stati d'assedio:
1862 - Stato D'assedio (la cui brutalità fu denunciata persino da Crispi) 1863 - Stato D'assedio (Generale Govone) 1866 - Stato D'assedio (per la rivolta del 7 e mezzo) 1875 - Stato D'assedio (ventitre battaglioni di fanteria e bersaglieri; due squadroni di cavalleria; quattro plotoni di bersaglieri montati; 3.130 carabinieri e numerose altre forze sussidiarie, fra le quali principalmente guardie di pubblica sicurezza e guardie a cavallo) 1893 - Stato D'assedio (fasci siciliani) Fino ad arrivare alle note vicende, citate dall'ascaro giornalista de LA STAMPA, del dopo-guerra e dell'Esercito Volontario per l'Indipenza della Sicilia. Consigliamo al Sig. Caruso, una volta tanto di dimenticare di essere a libro paga del noto giornale padano per lo più di sinistra "LA STAMPA" e provare a vedere se gli rimane ancora qualche briciola di identità meridionale che non abbia svenduto ai suoi padroni torinesi.
[Leggi tutto...]
Il prof. Riccobono
Il 28 marzo 2008, approfittando di un impegno a Messina, sono andato a fare un salto all'antiquariato "Le Due Sicilie" di Franz Riccobono, che non avevo mai visitato e che molti non conoscono.
Il caratteristico negozio, piccolo ma strapieno di oggetti di assoluto valore, si trova in Via Ghibellina 39, a Messina - tel. 090/718168
Da una telefonata a Messina, apprendo che la giornata non è delle migliori, infatti sembra che la città dello Stretto sia sferzata dall'acqua e dal vento(rimarrò 4 giorni a letto con la febbre) dopo aver lasciato Giarre con il sole mi avventuro sulla A-18 Messina-Catania.
Durante il tragitto in autostrada mi soffermo su quelle che furono delle fortificazioni borboniche e che sono ben visibili dagli automobilisti, in particolare il "Castello Saraceno" di Taormina, sede di una forte guarnigione borbonica e dotato di un telegrafo ottico, collegato visivamente a sud con la postazione telegrafica di Riposto-Punta d'Olmo, mentre a nord con il Castello di S.Alessio, anch'esso dotato di telegrafo.
Mentre il mio pensiero andava indietro con la storia ero già nei pressi di Forza D'Agrò, stupenda cittadina che sovrasta Capo S.Alessio e l'omonimo castello a picco sul mare, nel quale sono ancora visibili i muri con le feritoie di epoca borbonica che ne facevano una fortezza inespugnabile.
A Messina, mi accoglie un traffico pauroso, a cui la pioggia scrosciante ed il vento incessante contribuiscono non poco, così per arrivare in Via Ghibellina ci metto quasi due ore.Arrivato dinnanzi al negozio, decido di far andare via i miei accompagnatori, che mi aspetteranno in Piazza Spirito Santo, da un parente, e che raggiungerò più tardi....a piedi.
Il negozio di Franz Riccobono si trova incastonato su una lunga fila di piccoli negozietti, tutti attaccati il che rende molto suggestivo il luogo, direi perfetto per un negozio del genere.Entro e riconosco Franz, seduto in fondo al locale, dentro quello che dovrebbe essere il suo studio, mentre legge il giornale.Non lo avevo mai visto, ne lui conosceva me, così mi sono subito presentato come rappresentante del Comitato Storico Siciliano , nonchè amico del nostro segretario messinese Armando Donato(che lui conosce molto bene) insomma sono uno dei "nostri".Gli spiego che da tanto desideravo visitare il suo negozio e finalmente avevo avuto l'occasione per farlo.Mi accoglie con un sorriso e la discussione cade subito su quella che è la nostra passione: ci scambiamo preziosissime informazioni e poi inizia a farmi vedere i suoi tesori.
Prima mi viene mostrata un'antica cartina ottocentesca della provincia di Messina, dettagliatissima e con tutti i riferimenti topografici dell'epoca, mentre io gli racconto della mia cartina telegrafica che indica tutti i telegrafi ottici siciliani e napolitani dell'epoca borbonica.
Mentre parliamo il mio sguardo non può fare a meno di cadere su tutti quegli oggetti esposti, frutto di una vita di ricerche e sacrifici economici, così noto un'antica ed originale effige di Ferdinando II di Borbone(e consorte): Franz mi anticipa subito dicendo che tali ritratti sono rarissimi perchè con la caduta del Regno delle Due Sicilie i piemontesi decretarono delle leggi severissime e liberticide nei confronti della popolazione, infatti chiunque veniva ritrovato con dei vessilli borbonici era passibile di fucilazione.
Da Messina, passiamo idealmente a Noto, altra "capitale" borbonica, in particolare nella zona di Cassibile, nei pressi dello svincolo autostradale omonimo, si trova la famosa Villa del Marchese, che presenta accanto al portone di ingresso due medaglioni enormi con le teste di Ferdinando II e Francesco II di Borbone.Il fatto che siano sopravvissute fino ad oggi e nessuno abbia avuto il coraggio di demolirle ci fa presupporre che il proprietario della villa fosse persona molto influente. La stessa sorte non ha avuto la statua di Ferdinando II a Noto, alta ben 3 metri, continua il Riccobono, ma fortunatamente i pezzi, tra cui la testa, sono custoditi all'interno del museo della città.Gli prometto che queste preziose informazioni saranno comunicate al nostro rappresentante siracusano, Corrado Arato, che andrò presto a trovare per organizzare un tour borbonico in quel di Noto, la cui zona si mostra particolarmente generosa, e promette bene per effettuare ricerche e trarne articoli da leggere tutto in un fiato.
Tra i pezzi pregiati della "collezione Riccobono" c'è un'uniforme scolastica, rinvenuta negli scantinati di un'antica villa nobiliare a Milazzo, ancora in buone condizioni e che presenta dei bottoni raffiguranti il giglio borbonico.Chiedo a Franz come possa avere questa passione "borbonica" ed un negozio d'antiquariato allo stesso tempo, senza fallire: mi confida che vende solo la roba garibaldina....risate di entrambi.
La discussione continua sullo stato d'abbandono dei manufatti borbonici in Sicilia e soprattutto a Messina, dove giace il "relitto" della famosa Cittadella militare, estrema difesa delle truppe borboniche siciliane contro l'invasore savojardo/garibaldino.Senza dimenticare i 3 cannoni borbonici(uno dei quali ancora con la palla nella bocca) che affiorano, dimenticati da tutti, dalla sabbia di una spiaggia a nord di Messina, andando verso i laghi di Ganzirri.Decine e decine di segnalazioni verso le autorità competenti non hanno sortito alcun effetto, mentre dei cannoni inglesi rinvenuti sempre negli stessi luoghi sono stati prontamente restaurati ed oggi fanno bella mostra nei pressi della Fiera di Messina.
Questa è la dimostrazione che oltre alla noncuranza c'è ancora oggi una forte avversità ideologica da parte delle istituzioni italiane nei confronti dell'epoca borbonica.
Prima di congedarmi (siamo rimasti a parlare ben oltre l'orario di chiusura del negozio) Franz mi fa un gentile omaggio regalandomi una riproduzione della piantina della Cittadella di Messina, come ricordo della commemorazione svoltasi il 16 marzo c.a., in particolare il sacrificio dei 48 soldati borbonici che perirono per difendere la nostra antica Patria dall'odiato Garibaldi.
La cartina con la raffigurazione della "Citadelle" ricevuta in dono dal Prof. Franz Riccobono
E' arrivato il momento dell'arrivederci, ringrazio di vero cuore Franz per la gentilezza e per l'ospitalità (ed anche per avermi riparato l'ombrello!) ci promettiamo di incontrarci nuovamente e così ci salutiamo con il grido di "Viva il Re!"
Davide Cristaldi
Comitato Storico Siciliano
[Leggi tutto...]
 Il gasdotto Libia-Sicilia denominato "Greenstream" Dopo gli accordi bilaterali tra Russia e Grecia (gasdotto Southtream, landing point Puglia), Russia ed Algeria (gasdotto Transmed, landing point Sicilia), Putin è ad un passo dall'ultimo accordo che gli rimaneva da fare, quello con il Colonnello Gheddafi, tale patto gli consentirà di ottenere la blindatura del progetto "Hub logistico del Gas del Sud Italia" a cui Putin sta lavorando strenuamente e che rappresenta l'unico mezzo che ha per "controllare" l'Europa ed elevare la Russia a partner energetico preferenziale della UE.
Chiaramente tale posizionamento russo sullo scacchiere euro-mediterraneo irrita e non poco gli Stati Uniti che ormai dal dopo guerra influenzano in maniera soffocante la politica interna ed estera dei paesi UE, soprattutto l'Italia.Gli USA dal canto loro, procedono con il tentativo di isolamento, demonizzazione ed accerchiamento nei confronti della Russia.Basta leggere le colonne dei venduti e senza patria giornali padani per rendersi conto di come fanno a gara nell'elencare i più disparati diritti umani violati o la "brutale repressione poliziesca" operata dal "regime" russo, capeggiato dallo "zar" Putin...E che dire dell'espansione verso est della Nato, ormai ad un tiro di schioppo da Mosca?
Ma tutto ciò durerà poco, questi sono gli ultimi sospiri dell'impero economico americano, ridotto in fin di vita dal tramonto del dollaro come moneta di riserva mondiale e che i paesi del Sol Levante e quelli produttori di petrolio, non sanno più cosa fare per liberarsene.
Tornando al preannunciato accordo, in questi giorni c'è stato un'importante incontro a Mosca tra i vertici di Gazprom e quelli dell'ENI(il cui presidente Scaroni, messo alla guida dell'Ente Idrocarburi da Berlusconi, ha ormai dato dimostrazione di agire in totale autonomia rispetto alle direttive della sinistra) che ha avuto come tema la recente acquisizione, da parte del colosso russo dell'energia, di importanti giacimenti di metano nel deserto libico, oltre alla condivisione delle quote dell'ENI.
Il gasdotto siculo-libico Green-Stream rimaneva l'unico non ancora controllato da Gazprom, tra quelli che portano il gas al Sud Italia, ecco il perchè dell'interessamento russo. Viene così completato e blindato il progetto "HUB del GAS" che vedrà le Due Sicilie diventare il rubinetto della stragrande maggioranza dellle forniture metanifere europee, insomma l'economia europea dipenderà dagli "umori" meridionali.
Quello sarà il momento, in cui ogni istanza duosiciliana entrerà nella stanza dei bottoni per essere rivendicata.
Ma come la prenderanno gli Stati Uniti per questo nuovo "affronto" russo?Secondo noi, come all'epoca dell'accordo tra Gazprom e Sonatrach: (la società energetica algerina) allora infatti una serie di attentati rivendicati da "Al-Qaeda" scosse il paese nord-africano. Succederà anche alla Libia?
[Leggi tutto...]
Il museo dove sarà esposto l'antico manufatto borbonico.Dal 14 marzo fino al 4 maggio 2008, si svolgerà una mostra borbonica presso il "Museo delle ville Caltagironesi e Siciliane"
Saranno inoltre presenti i costumi d'epoca duosiciliana, provenienti dalla collezione Piraino di Palermo. Il pregiatissimo letto, fabbricato per ospitare il Re Ferdinando I di Borbone, è stato conservato fino ad oggi, da una famiglia nobile di Caltagirone. Di seguito l'indirizzo del museo: Via S.M. di Gesù, presso Villa Patti, Caltagirone (CT) Recapito telefonico 0933/22785
orario di apertura: lunedi - chiuso da martedì al sabato - 09:30 - 13:30 domenica - 09:30 - 12:30 martedì, venerdì, sabato, domenica - 16:00 - 19:00
Approfittiamo per segnalare, tra i monumenti della bellissima città siciliana, il pregevolissimo Carcere Borbonico.

L'antico edificio duosiciliano, oggi "Museo Civico al Carcere Borbonico" si trova in Via Roma, 10. Recapito telefonico 0933/31590
orario di apertura: lunedi - chiuso da martedì al sabato - 09:30 - 13:30 domenica - 09:30 - 12:30 martedì, venerdì, sabato, domenica - 16:00 - 19:00
Ancora una volta non possiamo che sottolineare, con soddisfazione, il rinnovato interesse da parte degli enti locali, verso l'importantissima epoca borbonica, colpevolmente insabbiata ed oscurata, dall'agiografia risorgimentale e garibaldina.
Saranno i fatti a riscrivere la storia.
[Leggi tutto...]
 Non bastava la politica di tagli operata dalle Ferrovie, e ordinata dalla sinistra, per le tratte siciliane, ci tocca adesso assistere anche all' umiliazione di dover scendere dal treno a Villa S. Giovanni, caricarci i bagagli e traghettare a piedi.Lasciamo immaginare le difficoltà di chi, costretto a viaggiare in treno, deve sobbarcarsi.Basti pensare a chi viaggia in carrozzella o a chi porta chili e chili di valige ed i bambini piccoli. Non ci si affidi nemmeno alla "efficienza" dei servizi delle Ferrovie Italiane, tanto propagandata in TV, perchè a Villa S.Giovanni non funziona nemmeno l'unica scala mobile esistente.Giace li, ferma, da anni, ve lo conferma chi vi scrive, quindi dovrete scendere le strettissime scalinate, rischiando di rompervi una gamba, prima di arrivare al piano-traghetti. La RFI si è affrettata a smentire che si tratta di qualcosa di definitivo, e che il blocco è dovuto alla manutenzione della nave-traghetto "Sibari", a seguito di un incidente durante una manovra di attracco che ha fatto letteralmente staccare dalla nave la caratteristica prua a forma di "bocca" che si apre per far uscire/entrare i treni.
Ma in Sicilia sappiamo bene quanto siano definitive le cose "provvisorie" ed oltretutto siamo ben a conoscenza delle attività di dismissione incessanti che la RFI sta portando in Sicilia (mentre noi chiediamo più investimenti!) e che non vengono per nulla riportati dai media nazionali, guarda caso lo stesso atteggiamento è stato tenuto nel caso dei traghetti.
Che la sinistra della massonerie sia anti-siciliana ormai non vi è più dubbio, in più nei nostri passati articoli abbiamo sempre sottolineato l'incessante opera di ostruzione nei confronti dell' ormai noto progetto dell'HUB LOGISTICO DELLE MERCI E DEL GAS del Sud Italia, caldeggiato da Putin ma osteggiato dagli Stati Uniti che vedono in questa operazione un pericoloso avvicinamento della Russia al Mediterraneo.Ma noi gli accordi li facciamo con chi ha interesse nello sviluppo della Sicilia e non con chi la vuole condannare eternamente ad essere un paese di frontiera e di sottosviluppo.
Il vero programma della sinistra non è quello di non fare il Ponte per fare le infrastrutture, d'altronde lo abbiamo visto nei mesi scorsi, dalle varie dismissioni ferroviarie ed un'altra dimostrazione l'abbiamo avuta adesso con il blocco dei treni nei traghetti.
Infatti la sinistra, notoriamente contraria al Ponte sullo Stretto, pur di creare disagio al sistema siciliano dei trasporti, ha preferito perfino dare vantaggio elettorale al centrodestra (che invece si è sempre definito pro-ponte), non provvedendo per tempo a sostituire la nave traghetto con una nuova. A quanto pare non ne hanno nemmeno di scorta.E lecito aspettarsi che non appena si guasterà definitivamente (la nave è del 1969) rimarremo per sempre appiedati.Senza dimenticare che nulla è stato fatto per agevolare i disagi che stanno subendo i passeggeri o verso quelle aziende siciliane che si servono dei treni per far viaggiare le loro merci.
Niente male per chi si è sempre battuto contro il Ponte sullo Stretto, ma tanto ormai sappiamo benissimo quali sono i loro veri obiettivi...
Ma oggi i siciliani sono davvero stanchi delle ipocrisie degli uomini politici, soprattutto di quelli che si ergono a difensori della giustizia e depositari dell'onestà.
Ci fanno sorridere quelli che sono contro il Ponte sullo Stretto perchè l'opera "farebbe confondere gli uccelli nelle loro migrazioni verso sud" (come se venisse costruito in una notte) o "deturperebbe il paesaggio dello Stretto" mentre fanno finta di non vedere le deturpazioni che hanno provocato i petrolchimici a qualche km più in la, a Milazzo, o le morti da mercurio a Siracusa o la discarica nucleare di Enna, che abbiamo appena trattato. Altra scusa che spesso viene utilizzata (ma sia chiaro, per motivi meramente ideologici..) è l'altezza del Ponte stesso che impedirebbe alle navi portacontainer di transitare sotto. Questa notizia viene facilmente smentita prendendo come esempio la più grande nave porta-container del mondo: la mastodontica Emma Maersk, che opera sulla tratta Honk Kong - Amsterdam.

Tale nave è alta solo 207 piedi, circa 63 metri(dunque 2 metri sotto l'altezza del Ponte sullo Stretto) mentre a pieno carico arriva appena a 45 metri, il che è la rende perfettamente idonea a passare dallo Stretto.Anzi, diciamo di più, visto che la Maersk, nota multinazionale del trasporto marittimo è ormai di casa al Porto di Gioia Tauro (e presto sarà un marchio ben noto in Sicilia) c'è da pensare che da pensare che abbiano costruito la loro "Emma" sulla base delle specifiche tecniche del Ponte di Messina.Infatti in gergo mercantile le navi da trasporto vengono definite in base a ciò che devono oltrepassare.
Esempio le "Panamax" sono in grado i oltrepassare il Canale di Panama, mentre le "Post-Panamax" non hanno le caratteristiche tecniche per farlo.
Siamo certi che tutte le portacontainer del mondo sono classe "Messina"
Chiusa questa parentesi e tornando al discorso dei pretesti per non costruire il ponte, anche se alcuni "fastidi" fossero veri, noi crediamo che prima di tutto viene il lavoro per i padri di famiglia ora che la necessità di un vasto progetto di sviluppo è assolutamente necessario per quando saremo invasi dalle merci cinesi, le quali distruggeranno in maniera lenta ma inesorabile l'industria europea.Quale futuro per le famiglie siciliane ora che verrà tolto loro anche l'ultima spiaggia dell'emigrazione? (anche l'Europa e l'America sono in forte recessione)
L'unica risposta è: sfruttare l'espansionismo economico cinese tramite la costituzione del Sistema Logistico Integrato del Sud Italia, che ci farà diventare l'hub, il passaggio obbligatorio di tutte le merci che transiteranno verso l'Europa.Se partirà il progetto, sarà un gioco da ragazzi far partire definitivamente il Turismo e l'Agricoltura, ma anche quell'industria che ci manca dai tempi del Re Borbone e che vedeva setifici, industrie cotoniere, tessili, metalmeccaniche sparse in tutta la Trinacria.
[Leggi tutto...]
|