giovedì 10 aprile 2008

Messina, artiglierie borboniche abbandonate


(Cannoni borbonici abbandonati tra le immondizie)

Sulla spiaggia di Capo Peloro in località Lanternino, a due passi dalla torre dell’omonimo Capo e subito accanto (a sud) all’imponente traliccio ex Enel (Pilone), giacciono semisepolti nella sabbia alcuni (oggi se ne vedono 2 ma è probabile che ve ne siano altri insieme a reperti vari) pezzi di artiglieria in bronzo ad avancarica ed anima liscia, risalenti al XVIII° secolo.

Secondo alcune fonti prodotte in primis da pochi benemeriti che in vari modi (libri ecc) ma invano hanno evidenziato il caso, seguiti da coloro che da diverso tempo cercano di rendere il più possibile nota la faccenda, si tratta di artiglierie Borboniche (o comunque Inglesi, in periodo preunitario ancora alleati dei Borbone) abbandonate poco prima dell’arrivo dei garibaldini a nord della città.

Ciò è tuttavia da verificare, ma al momento non è possibile effettuare accertamenti più specifici poiché la posizione dei cannoni (con la volata all’insù ovvero in verticale) non permette ciò in quanto eventuali segni, simboli o iscrizioni (ruggine permettendo) sono solitamente presenti o sul campo di lumiera e la cintura di volata o sulle orecchioniere, parti posteriori e centrali attualmente sepolte dalla sabbia.

Ad un primo esame esterno i due pezzi attualmente visibili sembrano essere rispettivamente un mezzo cannone detto anche da 32 libbre, lungo circa 3.600 metri con un peso di 3.000 Kg (con ancora una palla infilata nella bocca) ed un quarto di cannone detto anche da 16 libbre lungo 3.400 metri con un peso di 2.000 Kg, che utilizzava palle da circa 7,8 chilogrammi. (oppure un Sagro da 8 libbre con lunghezza di 2.800 metri e 1.000 Kg di peso).

Nonostante il vergognoso ed ingiustificato abbandono sia dei pezzi (notare l’attuale utilizzo) che della spiaggia circostante, le condizioni sono tutto sommato buone, ma onde evitare che la ruggine ne consumi del tutto la struttura (nella speranza che la parte sepolta sia ancora in condizioni tali da essere dissotterrata), si rende urgente il recupero e la collocazione in un luogo certamente più consono e dignitoso.

Premesso ciò e di fronte a tali pregevoli testimonianze storiche, non si capisce ne il motivo della totale indifferenza degli organi invece preposti alla loro tutela, e di tutti coloro che troppo spesso solo a parole si occupano di recupero e valorizzazione di beni culturali ecc, ne la disparità di trattamento con i due cannoni Inglesi invece recuperati, restaurati ed attualmente posizionati sul lungomare nella poco distante località di Pace.


A sinistra, altro cannone abbandonato.A destra un cannone inglese che invece è stato "inspiegabilmente" restaurato.

Dunque la situazione attuale non è assolutamente tollerabile, anzi è aggravata e nel contempo resa ridicola dal fatto che tecnicamente il recupero sia piuttosto semplice dato che gli oggetti in questione sono ben visibili e sepolti sotto qualche metro di sabbia, quindi una volta verificate le condizioni, facilmente recuperabili e restaurabili sia dal punto di vista metodico che finanziario.

Ricordando che come sempre in altre realtà più sveglie e dinamiche di quella locale, vengono spesso effettuati recuperi di ben più ampia portata e difficoltà, si ribadisce in conclusione il fatto che in questo caso non esistono ostacoli di sorta, bastando pochi mezzi, poche risorse e molta buona volontà e voglia di riscoprire e tutelare tutto ciò che appartiene alla gloriosa storia della città, già oscurata ed ulteriormente vilipesa ed oltraggiata da insopportabili situazioni come quella qui descritta.

Armando Donato
Comitato Storico Siciliano Messina

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