Foto di una scolaresca sotto l'affresco della Madonna del Rosario di Vito d'Anna
Riposto(CT) - Un affresco databile ai primi anni dell'epoca borbonica (1736-1744) attribuito al noto pittore palermitano.Vito D'Anna nacque a Palermo il 14 ottobre 1718, dove morì il 13 ottobre del 1769. Fu considerato l'erede del famoso Paolo Vasta, che lo accolse nella sua scuola pittorica di Acireale il 13 gennaio del 1736, dove rimase fino al 1744, quando ritornò temporaneamente a Palermo per poi trasferirsi a Roma.
Dipinse, col suo stile barocco, parecchi ed apprezzati affreschi nell'acese, così come nel palermitano, nell'agrigentino, nel ragusano e nel siracusano. Sua è una tela di Madonna col Bambino nel Convento dei Cappuccini di Linguaglossa(CT). Il figlio Alessandro, nato nel 1746 e morto intorno al 1815, dopo anni di attività nella bottega paterna, si trasferisce a Napoli insieme al fratello Olivo. I due artisti s'impegnarono col re Ferdinando a dipingere i costumi dei vari paesi del Regno, restando sempre alle dipendenze dei reali napoletani.
Vito d'Anna: Ritratto autobiografico
La scoperta dell'inedita opera è stata resa possibile grazie al rinvenimento di un documento ottocentesco, secondo il quale in una zona compresa tra Riposto ed Altarello, si trovava all'interno di un altarino, un affresco del d'Anna:
"...Presso a Riposto, nella via dell'Altarello, esiste di Vito un altarino ove pitturò la Vergine del Rosario col divin pargoletto in grembo, e s. Domenico e s. Caterina ai fianchi..."(1).
La conferma è recentemente arrivata da una foto in bianco e nero dell'altarino, oggi purtroppo non piu esistente in quanto demolito nel 1956 per l'allargamento della strada Riposto-Quartirello.Secondo Stefania de Luca, proprietaria della foto, l'edicola votiva era situata all'altezza del parco delle Kenzie.
Tale foto, come ha segnalato Ivan Leotta, è riportata anche sul libro "Quartareddu do Chiancuni" del Prof. Mario Giannetto, che dedicò qualche pagina all'edicola della Madonna del Rosario:
"Imboccando la via per "Quartareddu"[...]era stata costruita dagli abitanti del luogo, probabilmente nel secolo XVIII, un edicola votiva che sorgeva all'incrocio tra l'odierno Corso Europa e la strada n.28 Riposto-Quartirello.Essa era alta circa 4 metri, con volta ad arco, tetto piano sormontato da una croce in ferro battuto. Nella parete frontale dell'ampia nicchia era dipinta con pittura su intonaco una delicata Madonna del Rosario che portava in braccio il bambino ed al suo fianco, inginocchiata, una donna supplicante[...]L'Edicola rappresentava il limite fra il paese e la campagna, l'uscita e l'entrata da mezzogiorno dell'abitato di Riposto."
Dettaglio dell'affresco del d'Anna
La datazione al XVIII secolo, come riporta il Giannetto, corrisponde effettivamente al periodo in cui Vito d'Anna affrescò la cappella (tra il 1736 ed il 1744, periodo in cui il pittore soggiornò nella vicina Acireale) tuttavia ad un'attenta analisi dell'affresco si notano ai lati della Madonna due presenze, e non una (...donna supplicante...): si tratta infatti di S.Domenico e S.Caterina, figure che per tradizione vengono sempre poste, supplicanti, ai lati della Madonna del Rosario, come riporta correttamente il documento ottocentesco e come appare in altre opere simili.
Nell'antico affresco si notano chiaramente le mani di due figure: S.Domenico e S.Caterina
Pare che l'affresco sia andato distrutto durante le operazioni di ricollocamento, secondo le testimonianze della madre di Stefania di Luca, che ne portò a casa un frammento, oggi perduto.
Inizialmente si era creduto che l'opera del d'Anna fosse all'interno di un altro altarino, che ha per oggetto la Madonna del Rosario, posto sulla strada tra Altarello e S.Leonardello, sempre nel comune di Riposto, ancora oggi esistente. Ma l'eccessiva lontananza dal centro di Riposto e la qualità dell'affresco non certo compatibile con la bravura del discepolo di Vasta, hanno fatto scartare questa ipotesi.
Altro altarino posto sulla strada n.17, tra Altarello e San Leonardello
(1) Giornale Arcadico di Scienze Lettere e Arti, Tip. delle Belle Arti, Roma, Mag-Giu 1860, Tomo XXI, p.241
Davide Cristaldi
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