arrivò in Sicilia, la prima cosa che fece fu di decretare la costruzione di alcune linee ferrate, in quanto prima di partire per la famosa spedizione dei mille, si era accordato con una società livornese, la
, che era guardacaso tra i finanziatori dell'impresa garibaldina, aveva pagato al solo
da Milano, mazziniano e collaboratore di Garibaldi in Sicilia, una tangente di 4 milioni di franchi
.
ITALIA E VITTORIO EMMANUELE
Giuseppe Garibaldi, Comandante in capo le forze Nazionali in Sicilia,
In virtù dei poteri a lui conferiti, Sulla proposizione del Segretario di Stato dei lavori pubblici e dei mezzi di comunicazione; Udito il Consiglio dei Segretari di Stato; Decreta :
Art. 1.
Sarà costruita una ferrovia da Palermo a Messina passando per Caltanissetta e Catania.
Art. 2.
Il Segretario di Stato dei Lavori pubblici, e dei mezzi di comunicazione è autorizzato a trattare con capitalisti nazionali, e stranieri per la costruzione della sudetta ferrovia. Palermo 25 giugno 1860.
Il Dittatore
G. GARIBALDI
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( N.° 74. ) Decreto che concede alla Società rappresentata da' Signori Pietro Augusto Adami ed Adriano Lemmi la costruzione delle ferrovie nell' Italia Meridionale.[4]
Caserta, 25 Settembre 1860.
ITALIA E VITTORIO EMANUELE.
IL DITTATORE DELL' ITALIA MERIDIONALE
Volendo procacciare a queste popolazioni il più pronto, copioso ed utile lavoro , e riparare nel tempo stesso alla dimenticanza nella quale fu sino a qui lasciata la costruzione delle ferrovie, ha giudicato espediente di prendere in immediata considerazione l'offerta della Società rappresentata da' Signori cav. Pietro Augusto Adami e Adriano Lemmi di Livorno ; e presa intima notizia delle morali ed economiche condizioni di essa Società, della sua deliberata intenzione di dare preferenza negl' impieghi e ne' lavori a quelli che si potranno presentare come benemeriti veterani dell' Esercito liberatore, in fòrza delle pubbliche urgenze e degli straordinarii suoi poteri, e di precedenti promesse già fatte alla detta Società per le ferrovie di Sicilia in data 22 giugno 1860;
Decreta:
Art. 1. Le linee ferroviarie che la Società rappresentata da' Signori Pietro Augusto Adami e Adriano Lemmi di Livorno dee compiere, sono le seguenti :
(a) La connessione delle ferrovie napoletane a quelle dello Stato romano, tanto nel versante del Mediterraneo, quanto dell' Adriatico.
(b) I lavori di quelle linee di connessione collo Stato romano, che erano già in corso per conto regio, saranno immediatamente ripresi.
(c) Le linee da Napoli a Foggia, e da Salerno a Potenza, e quindi nella duplice direzione di Bari e Taranto, e di Cosenza e Reggio.
(d) Le linee della Sicilia, da Messina a Catania e Siracusa , e da Catania a Castrogiovanni e Palermo , colle trasversali da Palermo a Girgenti e Marsala
(etc.etc.)
Il Segretario generale della Dittatura è incaricato della esecuzione del presente decreto. Esso Segretario ed i concessionarii firmeranno un capitolato conforme pei patti e le condizioni al presente.
Dato in Caserta il dì venticinque settembre milleottocentosessanta.
Il Generale Dittatore G. GARIBALDI.
(Segretario generale Colonnello Agostino Bertani)
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Come si evince dalla mappa del progetto ferroviario borbonico, le dorsali avrebbero dovute essere la linea PALERMO-MESSINA e quella PALERMO-SIRACUSA.
La prima cosa che si nota è che tali strade ferrate non passavano lungo la costa, ma dall'interno; questa soluzione potrebbe sembrare strana ma non è così in quanto le ferrovie nacquero per collegare i paesi della terraferma e non per mettersi in concorrenza con il trasporto marittimo. Concorrenza peraltro inutile in quanto fino ai primi anni del 1900, risultava più economico e più veloce il trasporto via mare.
E nel 1866, era molto più veloce andare per mare da Palermo a Messina e da Messina a Catania, piuttosto che andare con il treno.Chi continuava a soffrire erano invece quei paesi che, trovandosi all'interno della Sicilia, erano collegati ai porti della Sicilia solo ed esclusivamente attraverso le strade carrozzabili per le quali pure aveva dato un grosso impulso nella loro costruzione Ferdinando II di Borbone.
I progetti borbonici delle Ferrovie Siciliane: [5].
Dorsale Palermo-Messina
Parecchi paesi dell'interno elencati nella tabella oggi risultano completamente tagliati fuori dalla rete ferroviaria. Non sarebbe stato così se fosse stato realizzato il progetto borbonico. Purtroppo il governo piemontese decise che la linea Palermo-Messina doveva passare da Enna e Catania, stroncando la crescita economica della città peloritana.
Dorsale Palermo-Siracusa
Vera e propria spina dorsale della Sicilia, avrebbe tagliato in due la regione e consentito a tutti i paesi dell'entroterra di avere un'accesso rapido verso le principali città Siciliane. Ancora oggi gli abitanti dei paesi elencati nella tabella non hanno accesso al servizio ferroviario.
Linea Palermo-Lillibeo
Da Palermo a Marsala e Trapani passando per Alcamo.
Questa progetto fu invece eseguito dal governo italiano, probabilmente perchè rappresentà un'asse NORD-SUD...
Linea Caltanissetta-Licata
La "ferrovia dello Zolfo", un percorso simile ma con stazioni diverse fu edificato dai piemontesi.
Linea Bonpensiere(CL)-Girgenti
Altra "Ferrovia dello Zolfo", una tratta simile ma con snodo ad Aragona, fu fatta dai piemontesi.
Linea Bronte-Catania
Oggi da Bronte, si vede passare solo una vecchissima littorina diesel, della ferrovia circumetnea: una linea a scartamento ridotto che non è mai stata elettrificata e gestita da un commissario governativo dal dopoguerra.
Con questa linea Bronte, da cittadina sperduta nelle valli etnee sarebbe potuta ritornare agli splendori dell'antichità, in quanto posizionata lungo la Strada Regia che da Palermo conduceva a Messina e Catania
Anche se nel corso degli anni si sarebbero certamente progettate e costruite nuove linee, non ci è dubbio che le linee borboniche avrebbero rappresentato una buona ossatura su cui si sarebbe potuta fondare una moderna rete di trasporto ferroviario per la Sicilia.
[1] Rivelazioni segrete sulla vita politica di Giuseppe La Farina e suoi seguaci - Losanna - 1865
[2] Esoterismo e fascimo - Gianfranco de Turris - Edizioni Mediterranee
[3] Raccolta degli atti del governo dittatoriale e prodittatoriale in Sicilia (1860) - Palermo - 1861
[4] Collezione delle leggi e de'decreti emanati nelle provincie continentali dell'Italia Meridionale durante il periodo della Dittatura - Napoli - 1860
[5] Delle Strade Ferrate in Sicilia - Palermo - 1861