mercoledì 2 aprile 2008

Adesso ci fanno anche traghettare a piedi


Non bastava la politica di tagli operata dalle Ferrovie, e ordinata dalla sinistra, per le tratte siciliane, ci tocca adesso assistere anche all'umiliazione di dover scendere dal treno a Villa S. Giovanni, caricarci i bagagli e traghettare a piedi.Lasciamo immaginare le difficoltà di chi, costretto a viaggiare in treno, deve sobbarcarsi.Basti pensare a chi viaggia in carrozzella o a chi porta chili e chili di valige ed i bambini piccoli.

Non ci si affidi nemmeno alla "efficienza" dei servizi delle Ferrovie Italiane, tanto propagandata in TV, perchè a Villa S.Giovanni non funziona nemmeno l'unica scala mobile esistente.Giace li, ferma, da anni, ve lo conferma chi vi scrive, quindi dovrete scendere le strettissime scalinate, rischiando di rompervi una gamba, prima di arrivare al piano-traghetti.

La RFI si è affrettata a smentire che si tratta di qualcosa di definitivo, e che il blocco è dovuto alla manutenzione della nave-traghetto "Sibari", a seguito di un incidente durante una manovra di attracco che ha fatto letteralmente staccare dalla nave la caratteristica prua a forma di "bocca" che si apre per far uscire/entrare i treni.

Ma in Sicilia sappiamo bene quanto siano definitive le cose "provvisorie" ed oltretutto siamo ben a conoscenza delle attività di dismissione incessanti che la RFI sta portando in Sicilia (mentre noi chiediamo più investimenti!) e che non vengono per nulla riportati dai media nazionali, guarda caso lo stesso atteggiamento è stato tenuto nel caso dei traghetti.

Che la sinistra della massonerie sia anti-siciliana ormai non vi è più dubbio, in più nei nostri passati articoli abbiamo sempre sottolineato l'incessante opera di ostruzione nei confronti dell' ormai noto progetto dell'HUB LOGISTICO DELLE MERCI E DEL GAS del Sud Italia, caldeggiato da Putin ma osteggiato dagli Stati Uniti che vedono in questa operazione un pericoloso avvicinamento della Russia al Mediterraneo.Ma noi gli accordi li facciamo con chi ha interesse nello sviluppo della Sicilia e non con chi la vuole condannare eternamente ad essere un paese di frontiera e di sottosviluppo.

Il vero programma della sinistra non è quello di non fare il Ponte per fare le infrastrutture, d'altronde lo abbiamo visto nei mesi scorsi, dalle varie dismissioni ferroviarie ed un'altra dimostrazione l'abbiamo avuta adesso con il blocco dei treni nei traghetti.

Infatti la sinistra, notoriamente contraria al Ponte sullo Stretto, pur di creare disagio al sistema siciliano dei trasporti, ha preferito perfino dare vantaggio elettorale al centrodestra (che invece si è sempre definito pro-ponte), non provvedendo per tempo a sostituire la nave traghetto con una nuova. A quanto pare non ne hanno nemmeno di scorta.E lecito aspettarsi che non appena si guasterà definitivamente (la nave è del 1969) rimarremo per sempre appiedati.Senza dimenticare che nulla è stato fatto per agevolare i disagi che stanno subendo i passeggeri o verso quelle aziende siciliane che si servono dei treni per far viaggiare le loro merci.

Niente male per chi si è sempre battuto contro il Ponte sullo Stretto, ma tanto ormai sappiamo benissimo quali sono i loro veri obiettivi...

Ma oggi i siciliani sono davvero stanchi delle ipocrisie degli uomini politici, soprattutto di quelli che si ergono a difensori della giustizia e depositari dell'onestà.

Ci fanno sorridere quelli che sono contro il Ponte sullo Stretto perchè l'opera "farebbe confondere gli uccelli nelle loro migrazioni verso sud" (come se venisse costruito in una notte) o "deturperebbe il paesaggio dello Stretto" mentre fanno finta di non vedere le deturpazioni che hanno provocato i petrolchimici a qualche km più in la, a Milazzo, o le morti da mercurio a Siracusa o la discarica nucleare di Enna, che abbiamo appena trattato.
Altra scusa che spesso viene utilizzata (ma sia chiaro, per motivi meramente ideologici..) è l'altezza del Ponte stesso che impedirebbe alle navi portacontainer di transitare sotto.
Questa notizia viene facilmente smentita prendendo come esempio la più grande nave porta-container del mondo: la mastodontica Emma Maersk, che opera sulla tratta Honk Kong - Amsterdam.



Tale nave è alta solo 207 piedi, circa 63 metri(dunque 2 metri sotto l'altezza del Ponte sullo Stretto) mentre a pieno carico arriva appena a 45 metri, il che è la rende perfettamente idonea a passare dallo Stretto.Anzi, diciamo di più, visto che la Maersk, nota multinazionale del trasporto marittimo è ormai di casa al Porto di Gioia Tauro (e presto sarà un marchio ben noto in Sicilia) c'è da pensare che da pensare che abbiano costruito la loro "Emma" sulla base delle specifiche tecniche del Ponte di Messina.Infatti in gergo mercantile le navi da trasporto vengono definite in base a ciò che devono oltrepassare.

Esempio le "Panamax" sono in grado i oltrepassare il Canale di Panama, mentre le "Post-Panamax" non hanno le caratteristiche tecniche per farlo.

Siamo certi che tutte le portacontainer del mondo sono classe "Messina"

Chiusa questa parentesi e tornando al discorso dei pretesti per non costruire il ponte, anche se alcuni "fastidi" fossero veri, noi crediamo che prima di tutto viene il lavoro per i padri di famiglia ora che la necessità di un vasto progetto di sviluppo è assolutamente necessario per quando saremo invasi dalle merci cinesi, le quali distruggeranno in maniera lenta ma inesorabile l'industria europea.Quale futuro per le famiglie siciliane ora che verrà tolto loro anche l'ultima spiaggia dell'emigrazione? (anche l'Europa e l'America sono in forte recessione)

L'unica risposta è: sfruttare l'espansionismo economico cinese tramite la costituzione del Sistema Logistico Integrato del Sud Italia, che ci farà diventare l'hub, il passaggio obbligatorio di tutte le merci che transiteranno verso l'Europa.Se partirà il progetto, sarà un gioco da ragazzi far partire definitivamente il Turismo e l'Agricoltura, ma anche quell'industria che ci manca dai tempi del Re Borbone e che vedeva setifici, industrie cotoniere, tessili, metalmeccaniche sparse in tutta la Trinacria.

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