venerdì 21 agosto 2009

Storia di Raffaele Barbagallo Fichera, dottore giarrese vissuto in epoca borbonica



Nato a Giarre il 13 settembre 1801 - Morto a Giarre il 25 settembre 1834

Pochi sono gli uomini che in fresca età, come l'istoria ci insegna vengono distinti nella carriera delle scienze , ed assai pochi quelli che in età giovanile giungono ad ottenere il favore della corte. Ciò si osserva ne' sommi genj , e negli uomini che ai gran talenti uniscono gran virtù sociali.

Raffaele Rarbagallo tolto da recente alle scienze ed a noi, meritò tali onori, ed e perciò in memoria delle di lui virtù e segno di tributo che si facesse di lui qualche cenno.

Egli nacque nel comune di Giarre , valle di Catania in Sicilia il dì 13 settembre 1801 da Filippo e Sebastiana Fichera.

Ma queste istruzioni imperfette come sogliono essere in un villagio di Sicilia non poterono secondare le buone disposizioni di cui Barbagallo era naturalmente dotato.

Uscito appena dalla pubertà venne addetto dai parenti al mercato di vini, che forma un capo di commercio per quella comune. Ma il Barbagallo non si sentiva nato per quel mestiere, ne per qualunque altro che non tendea alle scienze, e propriamente a quelle della medicina. Quindi nel suo villaggio stava inquieto, il suo spirito non era in calma, giacchè la sua maniera di fare e di vedere era in contradizione ai suoi istinti naturali. Finché il padre vista la disposizione ed il desiderio de' figlio pelle scienze lo mandò nel 1822 in Napoli col tenuissimo assegno di tarì quattro al giorno.

Arrivato Raffaele in Napoli, osservati i metodi d'insegnamento, gli stabilimenti ed i meriti dei professori si determinò pello studio della chirurgia e medicina sì pella sua disposizione a tali scienze, come perchè di tali studj Napoli primeggia sopra l'altre parti d'Italia. Ei cercò di supplire ai difetti ed alla imperfezione della prima istruzione ricevuta, e fece tali sforzi d'ingegno, che in breve con lo studio a cui si diede con ardore, la voce viva de' maestri, ed il continuo esercizio pratico degli ospedali, delle cliniche e de' teatri anatomici addivenne quasi dell'intutto padrone di due scienze tanto difficili ad acquistarsi.

I di loro maestri furono Scatigna e Petronti pella chirurgia teoretica, Papaleo pell' anatomia e chirurgia pratica, Quadri pell'ottalmetria, Cattolica pell'ostetricia, Vulpes pelle scienze medicinali e fisiologiche. Ajutarono non meno il suo perfezionamento gli ottimi giovani siciliani coi quali Barbagallo convisse sotto unico tetto durante i primi anni di sua dimora in Napoli. Tali furono i signori Gorgone, Bonanno, Libra, Fisichella.

I suoi progressi furono cos'i rapidi nelle scienze mediche che in meno di 3 anni arrivò ad eseguire su de' cadaveri con ispeditezza ed esattezza le più difficili operazioni chirurgiche, e preparazioni anatomiche, ed informarsi perfettamente della loro filosofìa — Nel 1825 questo giovane veramente ammirevole, conosceva cosi bene tali scienze ed anche la lingua francese che il professore Vulpes se ne servi non poco nella versione italiana dell'anatomia generale di Blecard, e permise che agli Incurabili nel suo teatro anatomico desse studio di anatomia e fasciature. Diede pure nel medesimo tempo un corso d'ostetricia pratica. Indi addivenne pratico ed amico del celebre oculista Quadri, che gli mostrava la più gran confidenza e la stimava da figlio.

Nel 1826 acquistò la laurea di medicina e chirurgia e fù fatto chirurgo ordinario dell'ospedale degli oftalmici di Napoli. A tal epoca si diede pure all'esercizio pratico della chirurgia in quella capitale con gran riuscita. Fece diverse operazioni di caterratta, pupilla artifìciale e, litolducia ed altre operazioni d'alta chirurgia. — Scrisse nel 1828 la vita del suo maestro Quadri ove si mostrò gran conoscitore delle malattie degli occhi , e assai esperto nella lingua e nello stile. Scrisse pure qualche storia di caterratta, e pupilla artificiale. Era socio di varie accademie del regno ed estere.

Ma la giusta ricompensa ai talenti ed ai travagli di Barbagallo, il primo segno di elevazione che la fortuna non cieca diede a lui fu nel 1830 a 29 anni di sua età. Allora avvenne che si fé conoscere da S. A. R. Carlo principe di Capua, il quale attesi i meriti dello stesso nel medesimo anno lo fece suo medico-Chirurgo di camera — In luglio 1831 fu eletto, per diverse operazioni d' occhi fatti a soldati raccomandati dalla corte, medico-Chirurgo in capo dell' ospedale centrale di tutta la real marina — Nel 1833 Isabella la Cattolica regina di Spagna lo decorò del grado di commendatore dell' ordine americano con soldo annuale — Non molto dopo acquistò l'onore di professore di non pochi altri stabilimenti, ed anche del real collegio de' Miracoli, ed addivenne uno de' primi pratici di Napoli. S. R. M. istessa (D. C.) allorché nel 1832 fece il giro pella Sicilia lo portò come suo medico-chirurgo ; e nel 1834 non condusse a Palermo altro professore che Barbagallo. Tali erano i meriti, tale la morale ed i principi filantropici di Barbagallo, che si attirò la fiducia e la stima del re e della real famiglia.

Egli era sempre occupato nell' esercizio di sua professione da cui ne ritraeva non poco guadagno. Lungi stava da quelle conversazioni e da quelle persone che potevano come di spesso succede nelle capitali allontanarlo dalla buona morale e sotto vedute bizzarre deviarlo dai giusti pensamenti a pro della religione e del governo. Ei non e più! Nell' atto che era giunto all'apice della sorte e della prosperità si assoggettò all'emottisi effetto d'un applicazione assidua e per l'esercizio continuato di sua professione medico-chirurgica, e dopo sei mesi di lunga e penosa malattia, non ostante le cure assidue de' signori Ronchi e Vulpes a 25 settembre or scorso, dopo ventidue ore del suo arrivo in Giarre finì i suoi giorni in braccio ai suoi.

Raffaele Barbagallo oltre alle qualità letterarie era d'un carattere benigno, dolce, grato, ed assai benefacente. Rispettò sempre i primi amici, agevolò i giovani che mostravano inclinazione pello studio della medicina, e fu assai grato verso i suoi.
F. Libra

FONTE: Giornale di scienze, letteratura ed arti per la Sicilia - Vincenzo Mortillaro - anno 13 - vol. 51 - Palermo - 1835

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