venerdì 28 agosto 2009
Video della conferenza "Riposto ed il regno delle Due Sicilie"
Pubblicato nel canale YouTube del Comitato Storico Siciliano il video del convegno di Riposto.
Domenica, 26 luglio 2009
Relatori: Davide Cristaldi, Salvo Serio, Elisabetta Alligo con interventi di Franz Riccobono e di Mario Giannetto
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domenica 23 agosto 2009
Le Due Sicilie: periodo costituente della geografia politica italiana
L'Italia è rimasto un paese spezzettato dalla caduta dell'Impero Romano: la frammentazione fu dovuta dal fatto che essendo il nostro Paese una terra ricca e strategica, è stata sempre meta di migrazioni da ogni dove, che hanno contribuito a rendere variegata la sua popolazione.
Tale miscuglio ha definito in maniera indiscutibile la geografia politica della nostra nazione ed è per questo che nel 1860 la penisola era divisa in tanti stati(ma erano ancora di più ai primi del'800) soprattutto al Nord Italia, perchè territorio confinante via terra con l'Europa del Nord e quindi più soggetta alle migrazioni dai vari stati europei.
Anche al Sud vi era un problema simile seppur ridotto perchè il mare faceva da protezione naturale, ma dalla nascita del Regno di Sicilia fondato dai Normanni nel 1139, fino al 1860 i confini del Regno del Sud erano rimasti assolutamente invariati.
Insomma il confine nord del Regno delle Due Sicilie era quasi millenario.
Adesso, cancellare tale confine come se non fosse mai esistito e pretendere che "semu tutti 'taliani" per me è solo retorica: è inutile che ci arrovelliamo a ragionare ed a tirare fuori teorie nelle quali il risultato è ancora una volta: "malgrado tutto siamo italiani".
Tutti i problemi di cui si discute oggi hanno come minimo comune denominatore, il mancato riconoscimento di tali confini come peculiarità italiane, si è invece insistito su un azione omologante che prendeva spunto dal mito classico dell'Antica Roma, peccato però che ciò ha escluso i successivi mille e cinquecento anni di storia come periodo costituente della geo-politica italiana.
Ma il paradosso è che se oggi in Italia vi è una popolazione che può definirsi depositaria della gloria degli antichi romani, questi sono gli abitanti del Sud Italia, anche se questi l'Impero Romano lo avevano subito.
Non mi si dica che i settentrionali hanno a che fare con la Roma classica, semmai con le cosiddette "popolazioni barbariche".
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venerdì 21 agosto 2009
Storia di Raffaele Barbagallo Fichera, dottore giarrese vissuto in epoca borbonica
Nato a Giarre il 13 settembre 1801 - Morto a Giarre il 25 settembre 1834
Pochi sono gli uomini che in fresca età, come l'istoria ci insegna vengono distinti nella carriera delle scienze , ed assai pochi quelli che in età giovanile giungono ad ottenere il favore della corte. Ciò si osserva ne' sommi genj , e negli uomini che ai gran talenti uniscono gran virtù sociali.
Raffaele Rarbagallo tolto da recente alle scienze ed a noi, meritò tali onori, ed e perciò in memoria delle di lui virtù e segno di tributo che si facesse di lui qualche cenno.
Egli nacque nel comune di Giarre , valle di Catania in Sicilia il dì 13 settembre 1801 da Filippo e Sebastiana Fichera.
Ma queste istruzioni imperfette come sogliono essere in un villagio di Sicilia non poterono secondare le buone disposizioni di cui Barbagallo era naturalmente dotato.
Uscito appena dalla pubertà venne addetto dai parenti al mercato di vini, che forma un capo di commercio per quella comune. Ma il Barbagallo non si sentiva nato per quel mestiere, ne per qualunque altro che non tendea alle scienze, e propriamente a quelle della medicina. Quindi nel suo villaggio stava inquieto, il suo spirito non era in calma, giacchè la sua maniera di fare e di vedere era in contradizione ai suoi istinti naturali. Finché il padre vista la disposizione ed il desiderio de' figlio pelle scienze lo mandò nel 1822 in Napoli col tenuissimo assegno di tarì quattro al giorno.
Arrivato Raffaele in Napoli, osservati i metodi d'insegnamento, gli stabilimenti ed i meriti dei professori si determinò pello studio della chirurgia e medicina sì pella sua disposizione a tali scienze, come perchè di tali studj Napoli primeggia sopra l'altre parti d'Italia. Ei cercò di supplire ai difetti ed alla imperfezione della prima istruzione ricevuta, e fece tali sforzi d'ingegno, che in breve con lo studio a cui si diede con ardore, la voce viva de' maestri, ed il continuo esercizio pratico degli ospedali, delle cliniche e de' teatri anatomici addivenne quasi dell'intutto padrone di due scienze tanto difficili ad acquistarsi.
I di loro maestri furono Scatigna e Petronti pella chirurgia teoretica, Papaleo pell' anatomia e chirurgia pratica, Quadri pell'ottalmetria, Cattolica pell'ostetricia, Vulpes pelle scienze medicinali e fisiologiche. Ajutarono non meno il suo perfezionamento gli ottimi giovani siciliani coi quali Barbagallo convisse sotto unico tetto durante i primi anni di sua dimora in Napoli. Tali furono i signori Gorgone, Bonanno, Libra, Fisichella.
I suoi progressi furono cos'i rapidi nelle scienze mediche che in meno di 3 anni arrivò ad eseguire su de' cadaveri con ispeditezza ed esattezza le più difficili operazioni chirurgiche, e preparazioni anatomiche, ed informarsi perfettamente della loro filosofìa — Nel 1825 questo giovane veramente ammirevole, conosceva cosi bene tali scienze ed anche la lingua francese che il professore Vulpes se ne servi non poco nella versione italiana dell'anatomia generale di Blecard, e permise che agli Incurabili nel suo teatro anatomico desse studio di anatomia e fasciature. Diede pure nel medesimo tempo un corso d'ostetricia pratica. Indi addivenne pratico ed amico del celebre oculista Quadri, che gli mostrava la più gran confidenza e la stimava da figlio.
Nel 1826 acquistò la laurea di medicina e chirurgia e fù fatto chirurgo ordinario dell'ospedale degli oftalmici di Napoli. A tal epoca si diede pure all'esercizio pratico della chirurgia in quella capitale con gran riuscita. Fece diverse operazioni di caterratta, pupilla artifìciale e, litolducia ed altre operazioni d'alta chirurgia. — Scrisse nel 1828 la vita del suo maestro Quadri ove si mostrò gran conoscitore delle malattie degli occhi , e assai esperto nella lingua e nello stile. Scrisse pure qualche storia di caterratta, e pupilla artificiale. Era socio di varie accademie del regno ed estere.
Ma la giusta ricompensa ai talenti ed ai travagli di Barbagallo, il primo segno di elevazione che la fortuna non cieca diede a lui fu nel 1830 a 29 anni di sua età. Allora avvenne che si fé conoscere da S. A. R. Carlo principe di Capua, il quale attesi i meriti dello stesso nel medesimo anno lo fece suo medico-Chirurgo di camera — In luglio 1831 fu eletto, per diverse operazioni d' occhi fatti a soldati raccomandati dalla corte, medico-Chirurgo in capo dell' ospedale centrale di tutta la real marina — Nel 1833 Isabella la Cattolica regina di Spagna lo decorò del grado di commendatore dell' ordine americano con soldo annuale — Non molto dopo acquistò l'onore di professore di non pochi altri stabilimenti, ed anche del real collegio de' Miracoli, ed addivenne uno de' primi pratici di Napoli. S. R. M. istessa (D. C.) allorché nel 1832 fece il giro pella Sicilia lo portò come suo medico-chirurgo ; e nel 1834 non condusse a Palermo altro professore che Barbagallo. Tali erano i meriti, tale la morale ed i principi filantropici di Barbagallo, che si attirò la fiducia e la stima del re e della real famiglia.
Egli era sempre occupato nell' esercizio di sua professione da cui ne ritraeva non poco guadagno. Lungi stava da quelle conversazioni e da quelle persone che potevano come di spesso succede nelle capitali allontanarlo dalla buona morale e sotto vedute bizzarre deviarlo dai giusti pensamenti a pro della religione e del governo. Ei non e più! Nell' atto che era giunto all'apice della sorte e della prosperità si assoggettò all'emottisi effetto d'un applicazione assidua e per l'esercizio continuato di sua professione medico-chirurgica, e dopo sei mesi di lunga e penosa malattia, non ostante le cure assidue de' signori Ronchi e Vulpes a 25 settembre or scorso, dopo ventidue ore del suo arrivo in Giarre finì i suoi giorni in braccio ai suoi.
Raffaele Barbagallo oltre alle qualità letterarie era d'un carattere benigno, dolce, grato, ed assai benefacente. Rispettò sempre i primi amici, agevolò i giovani che mostravano inclinazione pello studio della medicina, e fu assai grato verso i suoi.
F. Libra
FONTE: Giornale di scienze, letteratura ed arti per la Sicilia - Vincenzo Mortillaro - anno 13 - vol. 51 - Palermo - 1835
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siciliani illustri in epoca borbonica
martedì 11 agosto 2009
On line il video della sfilata borbonica di Noto: il Corteo Barocco
NOTO(SR) - Anche quest'anno si è tenuto il famoso "Corteo Barocco", manifestazione che ogni primavera attira una mole sempre più vasta di turisti e visitatori e che accompagna lo svolgimento dell' "Infiorata di Noto".
Dame e nobili vestiti in abiti di epoca borbonica, soldati con l'uniforme del Giglio e l'immancabile bandiera del Regno delle Due Sicilie, alla testa del corteo.
Noto è ormai una città che ha maturato la consapevolezza delle proprie origini e della propria cultura, grazie anche ai benefici ed i privilegi che la città ricevette dai sovrani borbonici, in special modo da Ferdinando II che ne fece un capoluogo di provincia (poi destituita dai piemontesi) e avallò l'istituzione di una Diocesi, ancora oggi presente.
Noto è ormai una città che ha maturato la consapevolezza delle proprie origini e della propria cultura, grazie anche ai benefici ed i privilegi che la città ricevette dai sovrani borbonici, in special modo da Ferdinando II che ne fece un capoluogo di provincia (poi destituita dai piemontesi) e avallò l'istituzione di una Diocesi, ancora oggi presente.
Parecchie furono le visite del sovrano borbonico alla città, che visse il suo massimo splendore proprio durante il Regno delle Due Sicilie, infatti l'anno scorso i netini decisero di intitolare una via a Ferdinando II ed una lapide, posta in contrada Calaberbardo, il porticciolo di Noto.
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lunedì 10 agosto 2009
Un affascinante viaggio nel passato
Il convegno su «Riposto e il Regno delle Due Sicilie» svoltosi nel Parco delle Kenzie nell’ambito di «Progetto Estate»
Il Parco delle Kenzie ha ospitato il convegno su «Riposto e il Regno delle Due Sicilie», organizzato nell’ambito di «Progetto Estate» dal Comitato «Due Sicilie».
«Finalmente un incontro interessante - ha commentato lo storico ripostese Mario Giannetto - che mette in luce un periodo aureo della nostra Riposto».
I due relatori - Davide Cristaldi e Giuseppe Daidone - hanno lustrato le ultime scoperte storiche del Comitato «Due Sicilie » nel territorio ripostese: l’ex stazione telegrafica ottica di contrada Modò, risalente al Regno delle Due Sicilie; il testo di un’antica epigrafe che era situata sulla sommità della Torre d’Archirafi, restaurata nel 1762 da Giovanni Natoli, duca di Archirafi, in occasione delle nozze di Ferdinando di Borbone con Maria Carolina d’Austria; l’identificazione in un altarino di campagna di un affresco del pittore palermitano Vito D’Anna.
Salvo Serio - che ha esposto due dipinti con le navi dell’Armata di Mare del Regno delle Due Sicilie - ha relazionato sui primati economici e sociali raggiunti in Sicilia durante il periodo borbonico.
L’incontro è stato arricchito dagli interventi della scrittrice Elisabetta Alligo e del documentarista Franz Riccobono. (S.S.)
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