mercoledì 14 maggio 2008

Disse Aldo Moro: "Più passa il tempo e più ammiro i Borboni"



Il presidente autonomista Silvio Milazzo, fuoriuscito dalla DC di Moro.
E' quanto confidò[1] il politico ucciso dalle BR, al collega Graziano Verzotto, padovano democristiano ottantacinquenne, ma inossidabile dal punto di vista politico.Viene appositamente spedito in Sicilia per stroncare il "Milazzismo" ovvero la deriva un pò troppo autonomistica(per lorsignori) presa dalla Sicilia degli anni 50 e che tanto fastidio diede ai poteri forti italici.

Fu proprio il Verzotto a far implodere il progetto della giunta di Silvio Milazzo, orchestrando il famoso caso di finta corruzione nei confronti dell'Onorevole Santalco, congiura che prese il nome di "beffa delle Palme”[2].

Una volta riuscito nell'intento, l'onorevole Verzotto ricevette persino i complimenti dal boss Lucky Luciano in persona, è quanto scrive, candidamente, sul suo libro autobiografato "Dal Veneto alla Sicilia".

Se ci sono ancora dubbi su chi rappresenti la vera "Cupola" in Italia, adesso non ne avrà più.

Ma perchè quella frase "Più passa il tempo e più ammiro i Borboni" pronunciata da Aldo Moro?Si riferiva probabilmente al fatto che nel periodo milazzista la Sicilia era divenuta difficile da governare(leggasi controllare) a causa delle spinte autonomiste e quindi ammirava i Borbone perchè erano gli unici che erano riusciti ad amministrare la nostra Isola.

Il paragone è un pò infelice, perchè i signori dell'ENI e tutta la mafia industriale padana avrebbero voluto eliminarla completamente questa autonomia, col fine di accaparrarsi le risorse isolane, soprattutto quelle petrolifere.Cosa che puntualmente si verificò.Durante il Regno delle Due Sicilie, invece la Sicilia godeva di un'autonomia impensabile per oggi, che le garantiva persino una propria moneta[3], oggi desiderio inconfessabile per molti autonomisti.

Bei tempi quelli degli anni 50, quando non tutti i nostri politici erano asserviti ai poteri forti del nord; fu proprio in quel periodo che furono creati enti come SICINDUSTRIA(una sorta di confindustria siciliana) SOFIS(società finanziaria siciliana) ed EMS, progettati per favorire lo sviluppo della grande industria isolana.

L'Ente Minerario Siciliano aveva progettato la costruzione del primo gasdotto Sicilia-Algeria, ben conscio delle potenzialità strategiche della Sicilia nello scacchiere Mediterraneo.A capo di questo progetto era stato messo sempre Verzotto, forte della sconfitta dell'autonomismo, ma non aveva fatto i conti con gli americani, che avevano tolto di mezzo il suo vecchio capo, Enrico Mattei, ed i famosi accordi "fifty-fifty"[4].Fu poi l'ENI a portare avanti il progetto, ma l'ENI post-Mattei era diversa, completamente asservita alla massoneria petrolifera anglo-americana.

Nel corso della documentazione per la stesura di questo articolo, abbiamo notato diverse analogie tra Silvio Milazzo e Raffaele Lombardo.Entrambi catanesi e militanti della DC, poi dimessi, hanno fondato un partito ispirato ai principi dell'Autonomia.Sono stati eletti presidenti della Regione Siciliana e tutti e due furono attaccati dai poteri forti italici.

[1] Il Corriere, 13 maggio 2008

[2] Il fatto si svolse a Palermo all'Hotel delle Palme, con la complicità della polizia che aveva preventivamente piazzato delle microspie.

[3] Durante il periodo borbonico i "ducati" avevano corso legale nel sud continentale, mentre le "once" nel sud insulare, ovvero in Sicilia

[4] L'ENI di Mattei faceva una concorrenza spietata alle altre compagnie petrolifere concedendo il 50% dei ricavi ai paesi produttori di petrolio.

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