venerdì 31 ottobre 2008
Una base militare russa a due passi dalla Sicilia!
OGGI A MOSCA IL COLONNELLO GHEDDAFI FIRMERA' LO STORICO ACCORDO.
Continuiamo a monitorare ed ad informare sulla graduale ma incessante manovra russa di avvicinamente al Mediterraneo.
In passato ci siamo soffermati più volte sull'argomento segnalando di volta in volta quando i russi muovevano qualche pedina dalle nostre parti.
Abbiamo segnalato l'accordo sul metano tra i libici e la Gazprom, gigante energetico del paese degli Zar, così come l'acquisto di metà delle azioni delle raffinerie petrolchimiche ERG di Siracusa da parte della società moscovita Lukoil.
Queste azioni come altre hanno tutte in comune un minimo comune denominatore: il controllo dell'approviggionamento energetico europeo, tramite la costituzione nel Sud Italia, di un hub del gas, che avrà come arterie principali proprio i gasdotti Libia-Sicilia e Russia-Bulgaria-Grecia-Puglia, quest'ultimo noto come "SouthStream".
Ufficialmente la base nel porto di Bengasi servirà a proteggere la Libia da ipotetici attacchi statunitensi.
Il leader libico Muammar Gheddafi porta a Mosca "piacevoli novità": Tripoli è pronta a ospitare una base navale russa. Lo scrive oggi il quotidiano russo Kommersant, definendo "difficile" il colloquio con il leader del Cremlino Dmitri Medvedev. Perchè 'il colonnello" non ha rispettato gli accordi[1] raggiunti nel mese di aprile durante i colloqui in Libia tra l'allora presidente Vladimir Putin e Gheddafi". Il tutto - sottolinea la gazzetta - "nonostante la Russia abbia cancellato i 4,5 miliardi di debito libico".
Continua il Kommersant: "La Libia è pronta a ospitare una base militare navale russa, la presenza militare russa - spiega l'Agenzia russa - sarà una garanzia di non aggressione contro la Libia da parte degli Stati Uniti, che non hanno fretta di abbracciare il colonnello Gheddafi, nonostante diversi gesti di riconciliazione".
Importanti investimenti russi nel settore del gas libico.
Da aprile a questa parte è stato un crescendo di visite di alto profilo da Mosca a Tripoli e viceversa. Il numero uno di Gazprom Aleksei Miller ha visitato la Libia a luglio "per discutere le opportunità di una maggiore collaborazione", si nota dal Cremlino, rimarcando "l'impressionante potenziale di cooperazione esistente nel settore dell'energia: Gazprom e Tatneft hanno acquisito il diritto di sviluppare sei giacimenti in Libia di petrolio e di gas". [2]
Proprio per sfruttare questi maggiori investimenti, è stato di recente siglato un accordo tra ENI e la Libia, che prevede il raddoppio della pipeline Mellitah-Gela[3], meglio conosciuta con il nome "Green Stream"
Le ultime notizie e questi importanti incontri e progetti sovranazionali, non fanno che confermare ancora una volta l'importanza dell'approviggionamento energetico come fonte di sicurezza nazionale e leva geo-politica, non è un caso che recentemente, il governatore della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, abbia parlato[4] proprio delle raffinerie siciliane, per rispondere ad un duro attacco politico da parte di Letizia Moratti, sindaco di Milano, ma anche parente di quel Moratti, proprieterio della Saras Raffinerie, che secondo il Presidente siciliano, avrebbe sfruttato i fondi della Cassa del Mezzogiorno per poi scappare via, senza versare un solo centesimo di tasse all'erario regionale, secondo l'art.37 dello Statuto.
IL PROSSIMO FACCIA A FACCIA DELLE BASI MILITARI
E' questo lo scenario che si profila al centro del Mediterraneo.
La Russia approfittando dell'attuale debolezza economica degli Stati Uniti, si accinge a mettere una bandierina, piccola ma assolutamente strategica per il controllo del Mare Nostrum.
La mossa russa non tarderà a richiamare reazioni internazionali, soprattutto dall'altra sponda dell'Atlantico, in quanto per la prima volta dal dopoguerra la supremazia militare americana nel Mediterraneo, mantenuta grazie alla base di Sigonella, viene messa in discussione.
E tra la postazione militare siciliana e quella di Bengasi, non tarderanno a vedersi scintille.
[1] Questi "accordi" di cui parla Medved, saranno quelli in cui la Russia chiedeva alla Libia di non gestire direttamente gli "affari siciliani"?Ci riferiamo in particolar modo all'acquisto, da parte di un fondo sovrano libico, del 5% delle azioni UNICREDIT(proprietario del Banco di Sicilia), avvenuto subito dopo la visita di Vittorio Sgarbi a Tripoli. In quell'occasione Berlusconi lanciò l'allarme sul pericolo dei fondi sovrani russi e cinesi, capaci di acquisire il controllo delle aziende italiane, ma non profferì parola sulla partecipazione libica in Unicredit, che per bocca dell'Amm.Delegato Profumo, fu addirittura benvenuta. Maggiori dettagli nel nostro editoriale: "Sgarbi cultore del male...." e commenti.
[2] Virgilio Notizie, 30/10/2008
[3] Asca, 30 ottobre 2008
[4] La Sicilia, 29 ottobre 2008
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mercoledì 29 ottobre 2008
La barca duosiciliana "Fra Diavolo" stravince il campionato.
Il 25 e 26 ottobre si è svolto il Trofeo Città di Trapani, regata velica d’altura valevole come seconda prova del Campionato "Terre dei Fenici – Trofeo Challenge". Le regate sono state caratterizzate dalla quasi completa assenza di vento tanto che nella prima prova svoltasi sabato 25 ottobre solamente due imbarcazioni hanno potuto tagliare il traguardo entro il tempo massimo. La cronaca vede vincitore della categoria Regata Crociera il Comet 41S Fra Diavolo (nella foto) dell’armatore Vincenzo Addessi del C.N. Gaeta timonato da Stefano Reina che si conferma ai massimi livello potendo contare su un mezzo altamente competitivo per barca ed attrezzature; al secondo posto l’imbarcazione MAI…MAI dello skipper-armatore Giulio Randazzo, una piccola barca di 6 metri che potendo contare sulla quasi assenza di vento e sulla ridotta lunghezza del percorso delle tre prove disputate riesce a fare valere la sua valentia tattica, al terzo posto Sinthia Cube dell’armatore Picciotto con al timone il giovane Emanuele Picciotto.
L’Isaia – Fra Diavolo Sailing Team già ha fatto spazio nella bacheca sociale dove sono gelosamente custoditi i numerosissimi trofei che nel corso di anni e anni di competizioni di vela si sono succeduti. Il Trofeo challenge “Terre dei Fenici” resterà per un intero anno presso il Team del Golfo di Gaeta grazie al fatto che Isaia – Fra Diavolo ha guadagnato nelle prime due tappe, rispetto alle tre totali, sempre il gradino più alto del podio.
Stiamo parlando della “Satiro Cup 2008” (Mazara del Vallo 26 – 29 settembre) dove l’imbarcazione “firmata” dallo storico Brigante del Regno delle Due Sicilie è giunta prima, superando addirittura un altro scafo di altissimo livello, Nigno, che nel corso del 2008 ha guadagnato sempre il podio in tutte le gare effettuate.
A questo punto, dopo due primi assoluto, Isaia – Fra Diavolo non gareggerà all’ultima tappa di “Terre dei Fenici”, non sarà presente a Marsala durante il prossimo fine settimana alla “Coppa d’Autunno”, ultima competizione del Trofeo: la vittoria del Challenge, Vincenzo Addessi l’ha già intascata!
sito ufficiale del Team: http://www.fradiavolosailing.it/
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martedì 28 ottobre 2008
Sicilia Informazioni contro il Comitato Siciliano: zoccolo duro del borbonismo più nostalgico
C’è chi ancora non si rassegna alla storia dell’unità d’Italia e chiede venga fatta giustizia di quel Risorgimento, e non solo a livello storiografico. Chi, dati alla mano, vuole conto e ragione delle malefatte dei Savoia e di quel "pirata" dei due Mondi. I Comitati delle Due Sicilie sono lo zoccolo duro del borbonismo più nostalgico. “Rappresentano tutti i meridionali intenzionati a uscire dallo stato di minorità in cui si trovano da troppo tempo e vogliono che le Regioni e la popolazione un tempo costituenti il Regno delle Due Sicilie acquistino, all’interno dello Stato italiano, unitario e repubblicano, quella considerazione e quella dignità che finora non hanno mai avuto”, spiega il segretario regionale del Comitato delle Due Sicilie[oggi Comitato Storico Siciliano aderente alla rete delle Associazioni delle Due Sicilie ndr] , sezione Sicilia, Pino Marinelli.
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Ritornano a Porto Empedocle i cannoni borbonici portati a Perugia per incuria.
Torneranno a Porto Empedocle (Agrigento) per essere collocati nella Torre Carlo V, due dei sei cannoni ottocenteschi che attualmente si trovano nella Rocca Paolina di Perugia. Un accordo in questo senso è stato firmato stamani, nel capoluogo umbro, dai sindaci dei due Comuni, Renato Locchi e Calogero Firetto. E' stata questa l'occasione per ricostruire la singolare vicenda dei cannoni, ai quali si era interessato anche lo scrittore Andrea Camilleri. Stamani era presente anche Giuseppe Agozzino, l'artefice dell'"asportazione", come egli stesso l'ha definita.
I cannoni, in ghisa, del peso di circa 900 chilogrammi ciascuno, erano stati costruiti ai primi dell'800 e installati nella fortezza borbonica di Porto Empedocle. Dalle ricerche fatte da Camilleri per l'ambientazione di un nuovo romanzo è risultato che erano stati poi usati come bitte per l'ancoraggio delle navi nel vecchio molo Crispi. Negli anni '60 del secolo scorso, con i lavori di ristrutturazione del molo, erano stati rimossi ed ammassati in una sorta di discarica. L'allora direttore della Azienda di promozione turistica di Perugia, Giuseppe Agozzino, nato a Porto Empedocle, li aveva visti, recuperati e fatti trasportare, in treno, a Perugia.
Nella Rocca Paolina di Perugia - riferisce una nota del Comune umbro - sarebbero probabilmente rimasti, continuando ad alimentare la credenza, per molti perugini, che facessero parte della Rocca stessa, se durante un'intervista televisiva lo scrittore Andrea Camilleri non avesse raccontato di quei vecchi cannoni borbonici usati come bitte, e se uno storico di Agrigento, sentendo l'intervista, non si fosse ricordato di Agozzino. Passo passo si è risaliti così a Perugia, fino alla richiesta di restituzione da parte del Comune di Porto Empedocle, nel maggio scorso. Oggi il sindaco Locchi nel ricordare, appunto, che i cannoni ottocenteschi sono meno antichi della Rocca Paolina, ha affermato che, essendo stata quest'ultima una fortezza dei papi, era plausibile per i perugini credere che quei cannoni ci fossero da allora. "Siamo ben lieti - ha detto ancora Locchi - di avere avuto l'occasione di approfondire e colmare questa lacuna storica, nonostante l'affetto che ci lega a questa vicenda oltre che ai cannoni".
Torre di Carlo V a Porto Empedocle (Molo di Girgenti) baluardo difensivo borbonico
La nostra comunità, ha affermato il sindaco Firetto, "é particolarmente grata all'amministrazione comunale di Perugia che le permette di rientrare in possesso di beni particolarmente significativi per il loro valore simbolico, storico e affettivo". Nel 2009, ha anticipato Firetto, sarà inaugurata la Torre Carlo V dove troveranno la loro giusta collocazione i cannoni. Per quella occasione sarà invitata a partecipare la municipalità perugina. Il Comune di Porto Empedocle, secondo il protocollo d'intesa firmato stamani - prosegue la nota - si impegna a provvedere a sua cura e a proprie spese alla rimozione dei cannoni dalla loro attuale ubicazione e al trasporto fino a Porto Empedocle e a dare il giusto risalto al gesto di amicizia del Comune di Perugia nei modi che riterrà più consoni (manifesti murali, avviso sul sito web del Comune, comunicati stampa, eccetera).
Lo scrittore Andrea Camilleri ha intanto inviato al sindaco Locchi una lettera in cui ringrazia il sindaco e la cittadinanza che rappresenta, "per questo gesto di generosità e di grandissima civiltà".
fonte: http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/32852/sssss.htm
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mercoledì 22 ottobre 2008
Eppur si muove
Dopo tanto penare, protestare, suggerire, sondaggiare ecc.,
VIENE DEDICATA A FERDINANDO
II DI BORBONE.
Da qualche settimana, alla chetichella e nel silenzio più assoluto, abbiamo a Sciacca una nuova piazza, nata nella nostra cittàe dovuta ai lavori del costruendo depuratore.
Il leggere a chi è intitolata la Piazza mi ha creato notevole commozione, perchè vedo in quella intitolazione anche il riconoscimento del mio impegno nella causa Duosiciliana.
Abbiamo l'onore e la soddisfazione di avere a Sciacca: Piazza Ferdinando II° - Re delle Due Sicilie.
Grazie quindi a Mario Turturici, Sindaco di Sciacca, al Consiglio Comunale nella sua interezza ed in fine alla Commissione Toponomastica.
Abbiamo, in altro luogo, fatto un appello a Mario Turturici !!!!, questo:
"Hai fatto tante inaugurazioni, ma non questa, ti sarà sfuggita??? e poi una piccola targa in marmo non sarebbe male, se il Comune non ha i soldi......, io la pago e tu la inauguri, ti va come proposta ?????Sindaco fai un atto di coraggio e caccia dalla nostra città, cancellandone la memoria storica con l'abolizione dei nomi di due strade del centro città ovvero, la Vie Garibaldi e Vittorio Emanuele, che sono stati gli artefici del saccheggio del Sud con tutti i massacri annessi e connessi, sostituendoli con i nomi di due personaggi che hanno pagato con l'esilio la vile aggressione subita dall'esercito sardo piemontese ovvero:Via Regina Sofia, ultima Regina e Corso Francesco II° di Borbone, ultimo Re delle Due Sicilie"
Segretario Regionale CDS SICILIA
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lunedì 20 ottobre 2008
RAI: IL BRIGANTAGGIO A "GEO&GEO"
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mercoledì 15 ottobre 2008
Borghezio: “che le Due Sicilie se le prendano gli spagnoli”
Le nuove accuse di Borghezio nei confronti dei meridionali confermano la bontà della nostra azione identitaria fondata proprio sui tempi d’oro delle Due Sicilie, la nazione meridionale che fino al 1861, anno dell’Unità d’Italia, era tra le più ricche e prospere d’Europa.
Come mai Borghezio ha deciso di citarci?E perchè c'è l'ha proprio con le "Due Sicilie"?D'altronde non farebbe comodo alla Lega ed al suo secessionismo che il Sud si faccia uno stato per conto proprio?A meno che la dichiarazione del leghista sia dettata da una qualche paura...
Ad ogni modo, le camice rosse garibaldine hanno solamente cambiato colore tramutandosi in verdi, ed oggi come in passato, il pericolo incombe dal Nord, infatti la storia ci insegna che i barbari calavano sempre dal Settentrione.
Le incredibili esternazioni di Borghezio, come dimostra il video, eccitavano per bene quei tori con le corna molto sporgenti, che si erano radunati attorno il capo-mandria.
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giovedì 9 ottobre 2008
Sgarbi "cultore del male e della perversione" fa la morale alla storia del Sud.
Dobbiamo ritornare sull'argomento "Sgarbi" perchè ancora oggi non abbiamo digerito la sua invasione di campo.
E lo facciamo andando a scavare in fondo nel personaggio in questione laddove egli si sente più forte: la fama di critico d'arte che i media progressisti gli hanno appiccicato addosso e che, negli ultimi tempi, sembra essere sconfinata anche nel campo ambientalista e storiografico...
In particolar modo ci riferiamo ai recenti fatti in cui il critico marchigiano oltre a criticare ferocemente la rimozione della targa di Garibaldi ad opera del sindaco di Capo d'Orlando (Sindoni), si è addirittura scomodato nel criticare il progetto, dell'ingegnere pugliese De Meo, di ricostruzione del vecchio ponte borbonico sulle Isole Tremiti, notizia che peraltro aveva avuto scarsissima risonanza mediatica.
In quell'occasione Vittorio Sgarbi si era affrettato a replicare, quasi fosse una questione personale: "L’idea del ponte è neo-borbonica e attenterebbe all’integrità paesaggistica delle isole. I nuovi Borboni si mettano il cuore in pace, indietro non si torna"
A seguito di quella replica l'Ing. De Meo dichiarò infatti che - non si aspettava tutto quel clamore attorno alla sua proposta - anche perchè la finalità del progetto era esclusivamente turistica.
Un comportamento simile lo riscontrammo a seguito della rimozione della targa di Garibaldi a Capo D'Orlando. Così Sgarbi (oggi sindaco di Salemi, città in provincia di Trapani) riscopertosi patriota garibaldino e sprizzante valori risorgimentali da tutti pori, con tanto di fascia tricolore al petto, condannò duramente l'atto di Sindoni e per dare maggiore risalto alle sue parole, annunciò la restaurazione di una vecchia lapide garibaldina posta nella città siciliana, per ricordare la "prima capitale d'Italia", come fu dichiarata Salemi, dal Dittatore di Nizza.
Ma il nostro Sgarbi ha davvero quella statura morale per ergersi a civilizzatore delle Due Sicilie e a dare direttive storiografiche?
I nostri dubbi cominciarono a trovare le prime conferme dopo una ricerca su Internet. E così apprendemmo cheVittorio Sgarbi aveva organizzato il 26 febbraio 2005 a Torino(location adatta per questo tipo di eventi) una mostra demoniaca(come d'altronde dice lo stesso titolo) di quadri denominata: "Il Male. Esercizi di pittura crudele" [1].
Tale mostra destò non poco scalpore e scandalo all'epoca, perchè si trattava di un vero e proprio inno al Male: se questa è "l' arte" di cui Sgarbi vuol farsi maestro, la nostra risposta è che ne facciamo volentieri a meno.
Ma il meglio di se il marchigiano doveva ancora darlo e così qualche tempo dopo, organizza nientedimeno che una "mostra sull'omosessualità"[2]. Tra gli oggetti esposti, un dipinto, "le cui fattezze ricordavano Papa Benedetto XVI"...
Fortunatamente la mostra chiuse i battenti dopo soli due giorni , facendo andare su tutte le furie Vittorio Sgarbi, che all'epoca faceva l'assessore alla cultura del Comune di Milano - Non riesco a concepire l'ipotesi che a Milano s'istituisca un ufficio della censura - disse in seguito.
Ma cosa ci fa uno che organizza mostre di demoni e omosessuali sull' "Altare del Risorgimento"?
Va bene che Garibaldi era un massone anticlericale, un delinquente senza scrupoli, un pirata ed un negriero e che Sgarbi ne è un degno rappresentante(in questo caso meritato a pieno titolo)...
Ma non è finita. Ultimamente Vittorio Sgarbi ha scritto di propria mano un articolo[3] su "Il Giornale" il cui titolo è: "La mia richiesta a Gheddafi: la Libia si annetta la Sicilia"
Probabilmente Giuseppe Garibaldi si sarà rivoltato nella tomba e dalle viscere della terra avrà scagliato non poche maledizioni a Vittorio.
Ma quello che sembrerebbe un dietro-front rispetto alle precedenti euforie risorgimentali, potrebbe in realtà essere il proseguimento di una "strategia" di cui abbiamo sentore da un pò di tempo e per la quale cerchiamo conferme di giorno in giorno.
I poteri forti liberal-massoni, (gli stessi che hanno inviato Sgarbi in Sicilia) probabilmente non stanno facendo altro che dare un seguito agli annunci di "operazioni di microchirurgia" espressi in un comunicato della loggia universale RSAA. Questi poteri forti dopo essersi resi conto dell'impossibilità di fermare il risveglio identitario e tradizionalista delle genti del Sud, starebbero adesso puntando tutto sulla divisione tra Sicilia e Sud continentale, operando affinchè non si formi un'entità politica unica (Non dimentichiamoci che il Sud oggi è soprattutto lo snodo logistico ed energetico dell'Europa)
Le Due Sicilie: " l'arco e la freccia", lo "scudo e la spada" , l'unica arma, tradizionalista e cristiana, capace di scardinare il potere liberal-massonico italiano e distruggere quello europeo.
[1] Repubblica, 25 febbraio 2005
[2] Repubblica, 13 luglio 2007
[3] Il Giornale, 10 ottobre 2008
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mercoledì 8 ottobre 2008
Cambiamenti epocali cosa si deve aspettare il Sud?
Cosa succederà nel 2009 è difficile da prevedere, sicuramente il mondo come lo conosciamo oggi non sarà più lo stesso.Quel benessere relativo a cui siamo stati abituati negli ultimi anni è destinato a scomparire, mentre il credito a consumo che ha fatto letteralmente esplodere il numero delle società finanziarie, ha i giorni contati, e cio a seguito della fortissima riduzione di liquidità a cui sarà presto costretto ogni istituto di credito. La stretta creditizia si ripercuoterà su tutte quelle attività commerciali che si tengono ancora in piedi grazie al fatto che i clienti acqistano a rate, vi saranno migliaia di chiusure e licenziamenti di massa.
E' inutile tornare ai discorsi che abbiamo già ampiamente trattato su questo sito[1], ci limitiamo a ricordare ciò che dovrebbe essere fatto per tutelare almeno la nostra sussistenza basilare: risparmiare a più non posso, ritirare i soldi da conti correnti e tenerli a casa e chi può compri anche terreni agricoli ed oro.Oggi tutti i giornali si affrettano a dire che i depositi bancari sono assicurati fino a 100.000 euro, ma chi ci assicura che questi soldi ci saranno restituiti in tempo per non morire di fame?
Tempo fa scrivemmo che a causa dei mutati scenari geo-politici internazionali, l'Italia si sarebbe divisa giuridicamente in due[2].Molti hanno pensato che questa spaccatura fosse il federalismo fiscale, in realtà il federalismo sarà il detonatore, mentre il crack economico globale, l'esplosivo.
Politicamente potrebbe essere una disfatta per il Meridione, come potrebbe essere una riscossa, tutto dipenderà se alcuni movimenti, che noi crediamo si stiano facendo in Sicilia, raggiungeranno gli scopi prefissati.
La mancata approvazione dell'ormai noto articolo 20 della Bozza Calderoli, ha chiuso una volta per tutte l'ipotesi della riscossione delle accise sulle raffinerie Sicilia, con la mossa del governo Berlusconi, è sfumata l'unica possibilità che aveva la Sicilia, e di sponda il Sud continentale, per sopravvivere alla tempesta federalista.Non ci sono industrie sufficienti nel Mezzogiorno per sostenere le spese pubbliche meridionali.
Gli scopi della Lega Nord sono ormai chiari (dalle camice rosse a quelle verdi ben poco è cambiato), intendono centralizzare le nostre risorse e federalizzare i nostri debiti.
Le soluzioni per scampare a questo vero e proprio scacco al Re, ci sono ed abbiamo provato prima a rifletterci, poi a idealizzarle ed infine ci siamo buttati a capofitto sulla Rete per capire se qualcuno del governo siciliano abbia avuto le nostre stesse intuizioni.
Abbiamo provato a cercare degli indizi che possano se non provare, almeno essere fonte di dibattito nella speranza di trovare una soluzione al rischio più grande che, dai tempi della caduta del Regno delle Due Sicilie, il Sud sia mai andato incontro.
Abbiamo detto che l'articolo 20 è stato cancellato dalla Bozza Calderoli e quella che abbiamo scovato potrebbe essere il contrattacco di Raffaele Lombardo: un ricorso "per la riscossione della tassazione sul consumo dei prodotti energetici"[3].
Tale azione legale, si inquadra probabilmente, nella rivendicazione dei diritti esplicitamente menzionati nello statuto siciliano sul tema della competenza regionale della riscossione delle accise.
Dal lato finanziario, abbiamo notato che la Regione Siciliana, sta partecipando alla ricapitalizzazione del Banco di Sicilia[4](ricordiamo che tale istituto di credito, assieme a quello di Napoli, una volta erano fusi nel glorioso Banco delle Due Sicilie) e ci è venuto il sospetto che, il governo regionale, approfittando della fortissima crisi che sta colpendo Unicredit (a cui il banco di Sicilia appartiene e per il quale la regione siciliana possiede lo 0,6% delle azioni) ed approfittando del bassissimo prezzo delle azioni UNICREDIT (ai minimi storici dopo parecchie giornate di perdite a due cifre) tenterà il colpaccio di riscattare il Banco di Sicilia ed i suoi sportelli per farne una banca pubblica e di proprietà della Regione, per poi magari ricostruirci di sopra, il glorioso Banco delle Due Sicilie o equivalente.
Tuttavia questa mossa non avrebbe alcuna utilità in un regime di federalismo(filo-leghista), che senso ha avere una banca se poi mancano sia i fondi, sia le industrie che questi fondi dovrebbero finanziare? Diversa sarebbe la cosa se il federalismo non venisse adottato al Sud, e qui c'è l'azzardo: vuoi vedere che il federalismo fiscale alla fine riuscirà a partire per le sole regioni del Nord, mentre al Sud andrà in vigore lo Statuto Siciliano?
E' forse questa la famosa spaccatura che CIA, Massoneria[5] ed altri profetizzano?
Staremo a vedere, nel frattempo sono ben accetti commenti e dibattiti, per capire se questa o altre soluzioni migliori al micidiale mix federalismo+crisi economica, potrebbero essere adottate con successo.
[1] Ns. editoriale: "Presto un boom dell'agricoltura in Sicilia?"
[2] Ns. editoriale: "Condanna, dimissioni di Cuffaro e candidatura di Lombardo: le nostre previsioni fanno altri centri"
[3] Agenzia Asca, 8 ottobre
[4] Il Giornale, 9 ottobre 2008 - "La Regione Sicilia ha direttamente lo 0,6 per cento della banca. E il governatore Lombardo, a nome evidentemente dei suoi conterranei, ha già detto che sottoscriverà l’aumento di capitale"
[5] "Queste Nostre dure e chiare affermazioni sono dettate dalla consapevolezza della presenza, nel nostro Paese, di forze centrifughe straniere tendenti, anche se non coincidenti, alla divisione giuridica dell’Italia,
secondo criteri e parametri pre-1860. Abbiamo preso coscienza di ciò già dal secondo semestre dell’Anno Domini 2006 ed è per questo che la presente Allocuzione ha tardato nella sua annunciata uscita.Siamo di fronte ad una vera e propria controunificazione della nostra Penisola.Tutti i nostri passati appelli Massonici sono stati vani per frenare questa deriva e i risultati presto non si faranno attendere dandoci ampiamente ragione, come già accaduto a suo tempo, pur avendo preferito il contrario
per il bene delle nostre generazioni. Siamo, altresì, consapevoli che comunque un ulteriore tentativo debba essere consumato, ma non potendo più confidare su gran parte dei vertici delle “Comunioni Massoniche
Azzurre” presto ci attiveremo per interfacciarle con sistemi di microchirurgia. Ovviamente rimarremo sempre con un unico punto di riferimento: il Supremo Consiglio Madre del R\S\A\A\ di Washington"
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Salemi e Sgarbi
Cari amici,
Segretario CDS Sicilia
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