lunedì 21 gennaio 2013

Lettera di Ruggiero Settimo a Garibaldi (1860)

Illustrissimo Signore!
In questo giorno solenne, in cui la Sicilia è chiamata a compiere la costituzione dell’Italia, mi duole di non poter anch’io personalmente deporre nell’urna il voto per l’annessione al regno costituzionale del re Vittorio Emanuele e i suoi discendenti.


Ma non saprei neanco asternermi dallo esprimere il mio assentimento a questo stupendo fatto, che, formando l’Italia forte, indipendente e libera, assicura nel tempo istesso, la libertà e la prosperità dell’isola nostra.
Ora che i tempi sono maturi perchè la famiglia italiana riunisca in uno i suoi membri e tutte le sue forze, consumate soltanto in lotte fratricide, sarebbe strano il persistere in aspirazioni ed idee convenienti ad altre circostanze e a tempi andati.

Nelle molte vicissitudini della mia lunga vita ho la coscienza di aver voluto agire senza alcun personale riguardo, e soltanto per il bene della mia patria.
Colla stessa coscienza presento a lei questo mio voto, che spero sia conforme a quello di cotesti miei cittadini e di tutta la Sicilia.

Passo a rassegnarmi. Malta, 21 ottobre 1860
Devotis. ed obb. servo
RUGGIERO SETTIMO


Davide Cristaldi
Comitato Storico Siciliano

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