giovedì 15 luglio 2010
Un telegrafo ottico borbonico sulla Torre Carlo V
Grazie alla mappa della Rete telegrafica del Regno delle Due Sicilie è stato scoperto che anche Porto Empedocle era dotata di una stazione telegrafica, in comunicazione con quella agrigentina situata sulla “Rupe Atenea”(1).
Mentre ad ovest, si ergeva il telegrafo di “Realmonte”(probabilmente situato sulla torre di Monte Rosso) in contatto diretto con quello di “Molo di Girgenti”.
La ricerca
Affinchè ogni telegrafo possa essere correttamente visibile a lunghe distanze è necessario che la struttura non abbia alle spalle (background) colline, alberi, case in quanto le sue esili braccia rischierebbero di non essere ben distinte, ragion per cui ogni telegrafo era posizionato in modo da avere sempre come“sfondo” il cielo o il mare. In questo modo si riusciva ad ottenere il necessario “contrasto”.
Un altro metodo per affinare la ricerca di una stazione telegrafica, consiste nel verificare se nel presunto punto telegrafico è possibile vedere i luoghi in cui si troverebbero i telegrafi adiacenti.
La torre di Carlo V sembrerebbe il punto migliore in cui ospitare un telegrafo, infatti dalla sua sommità è possibile vedere le stazioni telegrafiche sopracitate, inoltre un eventuale nave che volesse comunicare telegraficamente con la Torre, non avrebbe problemi di “contrasto”, come dimostra il fotomontaggio.
Alcuni testi vengono in aiuto di questa tesi.
Scrive ad esempio l’Amico: “Costruivasi nel 1732 un camposanto presso la sommità della Rupe Atenea nella quale è istallato un telegrafo, come altro è anche posto nel molo”(2).
Nel’800 la Torre di Carlo V era conosciuta come “Regia Fortezza del Molo di Girgenti” ed era presidiata da una guarnigione borbonica. E’ noto che nel 1806 il tenente colonnello Federico Omodei inventò un codice per segnalare alle forze militari della zona, eventuali sbarchi nemici o barbareschi(3).
Dunque già prima dell’avvento del telegrafo ottico l’edificio era utilizzato per l’avvistamento e le comunicazioni.
(1)Dizionario topografico della Sicilia - Vito Amico, Gioacchino di Marzo - Vol. I - Palermo - 1855 - pag.529
(2)Ivi
(3)Comunicazioni e Trasmissioni – Pippo Lo Cascio –Rrubettino - pag. 194
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