lunedì 29 settembre 2008

Banco di Napoli e Sicilia, quando le banche padane si ergevano a salvatrici del credito meridionale.



Una volta era il glorioso e prospero Banco delle Due Sicilie, dopo l'Unità d'Italia fu diviso in Banco di Napoli e Banco di Sicilia.
Come tutte le banche meridionali non navigavano nell'oro, tale situazione era dovuta essenzialmente alla situazione del comparto industriale, praticamente inesistente al Sud(a causa delle note operazioni padane contro il Meridione affinchè non il territorio non sviluppasse quell'industria che avrebbe potuto creare seri problemi di concorrenza alle linee di produzione settentrionali, ecco perchè i popoli del Sud, sono un popolo di consumatori e tali devono rimanere).
Da qui il "salvataggio" delle due più importanti banche meridionali da parte di Intesa-San Paolo e Unicredit-Capitalia, banche chiaramente(e vedremo il perchè) piene di debiti che non potevano assolutamente permettersi l'acquisto delle nostre, ma che gli fu ugualmente concesso grazie alle alchimie finanziare che i padani ci hanno ormai ben abituato(vedi tangentopoli)
Chiaramente l'acquisizione era rivolta solo agli sportelli delle banche, non ai debiti, perchè quelli furono accollati allo Stato con la creazione di una "Bad-Bank" (peraltro, i commissari governativi riuscirono a dimezzare questi debiti, svelando così l'operazione-truffa che si era compiuta)
E' così, seguendo la sorte di tutte le altre banche meridionali(ormai non ne esistono più, perchè gli sportelli sono posseduti esclusivamente da banche del nord!) furono inglobate dai sopracitati istituti di credito.
All'epoca la stampa nazionale(padana) mise sugli incensi l'operazione, "degna del nobel dell'economia", ci spiegassero come mai quando si tratta di rubare, ci si scorda dell'inefficenza del Meridione...
Sono passati degli anni, da quegli infausti giorni, ma come si suol dire, i nodi prima o poi vengono al pettine, e quelli che vediamo oggi, altro che nodi, sono delle vere e proprie matasse da sbrogliare...
E così quelle banche italiane che tanto furono lodate per il salvataggio delle "inefficenti" banche meridionali, oggi sono al collasso per gli stessi motivi, peggio, falliranno per avere utilizzato i soldi dei risparmiatori per delle infauste ed alchemiche speculazioni finanziare, un po come hanno fatto le banche americane insomma.
La recente tempesta finanziaria ha messo a nudo questi gravi problemi, che da parecchi anni si portano dappresso le banche italiane(padane)

Ma il mercato non perdona ed ecco come punisce questi stolti:
(riferito al 28 settembre 2008)
IL CROLLO
Intesa Sanpaolo (-4,66%) (Banco di Napoli)
Unicredit (-10,30%) (Banco di Sicilia)

Insomma ci faranno fallire per la seconda volta.

L'idea che Unicredit e Capitalia siano con l'acqua alla gola ce lo danno alcuni numeri, che le testate giornalistiche hanno fatto passare sui rotocalchi davvero poco(anzi nulla):
"Altissimo il numero di investitori che hanno in portafoglio titoli della banca fallita. L'Adusbef punta il dito contro Unicredit e Intesa che hanno emesso obbligazioni Lehman per 3,2 miliardi" nonostante "la situazione pre-fallimentare fosse chiara.....in totale 400 milioni di bond"
fonte: http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=618116

Urge assolutamente la creazione di un nuovo, libero istituto di credito nel Sud, nel frattempo è vivamente consigliato ritirare il proprio contante dai suddetti sportelli onde evitare fregature ben più grosse, tipo il dover assaltare il supermercato a causa del congelamento dei conti correnti, come già avvenuto in Argentina.

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